Los Angeles – Nella permanent room di 505 Games di questo E3 2017, era pressoché impossibile non accorgersi delle postazioni di Laser League. Non tanto per allestimenti pirotecnici, maxischermi sparati a volume altissimo o amenità (tipicamente losangeline) del genere: semplicemente, nessuno riusciva a coprire le risate, le urla ed il proverbiale casino proveniente dalla postazione coop per quattro giocatori.
Laser League è un titolo multiplayer only sviluppato da un team tanto giovane quanto talentusoso, Roll7, responsable della crezione del brand Olli Olli e dell’ottimo NOT A HERO. Con quest’ultima creatura il developer cambia completamente il proprio tiro, proponendo sul mercato un titolo multiplayer only per un massimo di otto giocatori, suddivisi in due squadre da quattro, per sfide sia online che offline. Un titolo frenetico dal ritmo serrato, che – come vedremo a breve – rifugge per propria natura la campagna single player e incarna alla perfezione quel celebre aforisma del mondo dei videogiochi “easy to play, hard to master“.
Questo perché, oggettivamente, a capire come funziona Laser League non ci si mettono più di due minuti. I sadici ragazzi di Roll7 (con i quali abbiamo dati vita ad uno degli hands on più chiassosi e casinisti a memoria di E3) non ci hanno volutamente dato un solo indizio sul command schema del titolo: questo è il pad, questo è il gioco, buon divertimento. A ben vedere, una scelta tanto azzardata quanto vincente: giusto il tempo di intuire il funzionamento di questo insolita battle arena a squadre con visuale top down e via, nessuno sarebbe riuscito a staccarci dal gioco.
In sostanza: in ciascuna arena sono disponibili un set di interruttori, che se attivati innescano un laser distruttivo del colore della propria squadra (rispettivamente, blu o giallo): chi lo attiva ne è ovviamente immune, mentre agli appartenenti dell’altra fazione basta soltanto essere sfiorati per essere spediti al suolo. Un’evenienza che capita con una frequenza vertiginosa, al punto che – saggiamente – sarà possibile rianimare il compagno a terra semplicemente raggiungendolo. Ovviamente, avendo cura di schivare i laser avversari.
Già da questa veloce spiegazione, che illustra la meccanica basilare di Laser League, intuirete non solo la frenesia iniziale nel cercare di guadagnare più laser possibili su schermo (che si disattivano dopo circa una trentina di secondi, riavviando dunque la lotta per il suddetto dominio), ma anche quel sottile gioco tattico – se così lo vogliamo chiamare – che ci spinge a giocare d’astuzia (o, come detto dagli stessi dev, da autentici bastardi) e soprattutto di squadra, con un giocatore che cerca di attirare l’avversario al punto sbagliato e l’altro che oplà, se lo frigge con il laser.
Per fare questo Laser League vanta un ulteriore paio di features interessanti. Tutto ruota attorno alle immancabili classi di giocatore, mai come questa volta fondamentali nell’economia di gioco se bilanciate doverosamente all’interno di una squadra. Sei sono le tipologie di “atleta dei laser” tra cui potremo andare a scegliere, rispettivamente Smash, Thief, Ghost, Shock, Snipe e Blade. Nel corso della nostra prova, una sessione al cardiopalma articolata su un match al meglio dei tre round, abbiamo incontrato la classe Blade, che dona al giocatore un enorme spadone elettronico capace di insta-killare chiunque incroci il suo fendente, la classe Shock, che genera un campo magnetico che stunna temporaneamente l’avversario – rendendolo preda facile, ad esempio, per l’appena citata spada, quella Thief – capace di invertire il colore di un laser e, dunque, di ritorcere contro l’avversario la sua stessa arma e l’ultima, cruciale, che è la Ghost, grazie alla quale per un breve periodo di tempo potremo attraversare tutti i laser come niente fosse.
Ciascun potere speciale si attiva con la pressione del trigger sinistro non appena un apposito meter sarà riempito – basterà catturare quanti più laser possibile per dare inizio alle danze. L’effetto di una tale differenziazione in termini di gameplay lo si capisce sin da subito: è impossibile vincere giocando “da soli” e a caso, ma è necessario utilizzare un minimo di approccio tattico per coordinare e sfruttare al meglio i power up a propria disposizione. Se già in una serratissima 2vs2 risulta fondamentale giocare davvero di squadra, è nella 4vs4 – dove il caos e la frenesia aumentano fisiologicamente – che il gioco “ragionato”, per quanto velocissimo e senza respiro, diviene fondamentale.
In termini di contenuti, Laser League vante oltre 60 personaggi suddivisi in cinque casati differenti (per i quali vale l’appena citata suddivisione in classi). Tre sono gli Stadi Internazionali, teatro delle nostre battaglie, che almeno nella release iniziale per PC del titolo, prevista entro l’anno, permetteranno di cimentarsi in dieci mappe distinte. Mappe che, inutile dirlo, vantano geometrie e dislocazioni particolari dei laser, in modo da rendere sempre sfidante e stimolante la strategia necessaria alla vittoria.
Un titolo geniale nella propria semplicità
Caratterizzato da uno stile grafico minimalista ma estremamente accattivante, vuoi per quelle luci al neon sfavillante, vuoi per la pioggia di effetti che caratterizzano ogni incontro, Laser League presta il fianco a pochissime critiche: l’assenza di una stagione single player dove impratichirsi a dovere con le varie classi, ad esempio, anche se come vi abbiamo già sottolineato in apertura è così facile trovarsi a proprio agio con lo schema di gioco di Laser League che, a ben vedere, un tutorial non appare così necessario. Il limite più evidente investe forse la campagna multi online, dove l’eventuale assenza di headset rischierebbe di precludere la pianificazione e la comunicazione in tempo reale necessaria ai compagni di squadra per mettere al tappeto simultaneamente gli avversari. Il nostro consiglio? Prendete un divano comodo: il divertimento è assicurato.
In conclusionE3
Laser League è un titolo geniale nella propria semplicità, capace di catapultare – nel verso senso della parola – un massimo di otto giocatori in un gioco tanto facile da capire quando spietato, feroce e senza esclusione di colpi. Difficilmente dimenticheremo le urla sguaiate nostre, del Producer e di due ragazzi del team di sviluppo quando, su un 2 a 2 serratissimo, abbiamo tirato fuori il nostro lato peggiore per portare a casa il terzo punto – e, di conseguenza, la partita. Ci è andata male, ma da questa sconfitta abbiamo imparato una lezione: bilanciare a modo le classi dei giocatori nella nostra squadra, comunicare il più possibile e sfruttare gli errori di calcolo dei nostri maledettissimi nemici vanno a costituire quella sottile linea rossa che divide l’alzare la coppa con un sorriso beffardo in volto dal mangiare la polvere in invidioso silenzio. Se avete una manciata di amici sotto mano, un salotto ragionevolmente comodo e siete alla ricerca di un passatempo competitivo a squadre che sappia farvi scivolare il tempo senza manco rendersene conto, Laser League potrebbe essere una risposta intelligente al vostro quesito.
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