Nel dicembre del 2018, Midgar Studio pubblicava la prima versione Early Access di Edge of Eternity su Steam. A quei tempi la storia era appena accennata, i giocatori avevano accesso solo ad una parte della mappa ed una sola città, un gran totale di sei missioni secondarie e poco più. Nonostante questo, il potenziale era già visibile e moltissimi fan dei jRPG avevano già adocchiato questa lettera d’amore al genere.
Midgar Studio è infatti un piccolo studio indie francese, che all’inizio del progetto era formato da appena quattro persone. Basti guardare al nome che hanno scelto per capire da dove deriva gran parte dell’ispirazione e della passione.
Forse spinto proprio dall’esempio di uno dei più amati Final Fantasy di tutti i tempi, Edge of Eternity ha fatto passi da gigante in quasi tre anni di Early Access, dando vita ad una storia gigantesca, una lore ricca di dettagli da scoprire, e un mondo in grado di tenere i giocatori impegnati per più di 50 ore di esplorazione, crafting e chiacchierate in locanda. Di cose da fare ce ne sono a iosa ad Heryon, perciò mettetevi comodi e preparatevi ad intraprendere un lungo viaggio tra pregi e difetti di un indie che ce la mette davvero tutta (e per molti versi ce la fa anche!).
Edge of Eternity racconta la storia di Daryon e Selene, fratello e sorella alla ricerca di una cura per la Corrosione. Questa terribile malattia trasforma ogni tipo di essere vivente in versioni grottesche e “corrotte” di loro stesse, facendogli perdere lentamente il senno in favore dell’unico desiderio di distruzione. La piaga ha cominciato a diffondersi in concomitanza con l’arrivo degli Archelites, una razza aliena che ha invaso Heryon con armi ad alta tecnologia, e con cui la guerra si protrae da decenni.
Proseguendo nella storia, non si può fare a meno che provare uno spiccato senso di familiarità con i temi trattati, un po’ come ci si trovasse davanti ad un “generico” jRPG. Nonostante questo il viaggio è piacevole e va lodato in modo particolare il nuovo doppiaggio giapponese, che alza drammaticamente il livello di acting rispetto a quello inglese.
Chi vorrà spendere un po’ di tempo ad aiutare gli abitanti di Heryon potrà scoprire una lore assai più profonda di quel che appare a prima vista
Elementi che non vengono sfruttati particolarmente nella storia principale vengono approfonditi in alcune missioni secondarie. Chi vorrà spendere un po’ di tempo ad aiutare gli abitanti di Heryon o a chiacchierare con i compagni in locanda, potrà scoprire una lore assai più profonda di quel che appare a prima vista: dai primi disertori dell’esercito, allo sfruttamento dei cristalli, ai penitenti che vagano in cerca di redenzione dai loro peccati. Proprio per questo sarebbe forse valsa la pena aggiungerne qualcuna in più, magari distribuendole meglio nel mondo di gioco, che appare a tratti un po’ vuoto.
A livello di gameplay, Edge of Eternity è probabilmente uno dei migliori RPG strategici degli ultimi anni. Il sistema di combattimento è il vero punto forte del titolo, che unisce la classica formula a turni con ATB ad elementi fortemente strategici.
Posti su una griglia esagonale, i personaggi troveranno ad aiutarli ─ o contrastarli ─ nei combattimenti baliste, torrette, ed enormi cristalli che, a seconda del colore, forniranno bonus o malus diversi. Sfruttare le debolezze elementali dei nemici è il modo più rapido per eliminarli, ma quando la lotta si fa dura abilità o strumenti in grado di spostare i nemici dal loro nexus (casella) sono ancora più preziosi.
Uno dei migliori RPG strategici degli ultimi anni: il sistema di combattimento è il vero punto forte
Le abilità vengono equipaggiate in appositi slot presenti sulle armi, che si sbloccano all’aumentarne del livello. Ogni arma ha un vero e proprio albero di slot, e starà ai giocatori decidere in qualsiasi momento quale ramo seguire per piazzare i cristalli migliori in loro possesso. Questi sono divisi per colori e non solo contengono le abilità, ma forniscono anche bonus alle caratteristiche: torneranno quindi utili i banchi dove si possono fondere i cristalli tra loro per ottenere le qualità desiderate.
Anche armi ed armature possono essere craftate, a patto di possedere la giusta “ricetta”. Il processo di raccolta dei materiali può essere piuttosto lungo se non si ha un po’ di fortuna, ma se la Dea bendata non vi sorride potete sempre acquistare le armature oppure compensare con l’esplorazione: le casse sparse in giro per il mondo contengono tutto ciò di cui potete aver bisogno. Non solo, ma il fiuto dei Nekaroo (adorabili e gigantesche cavalcature feline) si rivela spesso utilissimo per migliorare il vostro equipaggiamento.
Dove purtroppo Edge of Eternity crolla inevitabilmente è il comparto tecnico; dopotutto c’era da aspettarselo da un team che conta una decina scarsa di persone. Midgar Studio punta in alto con modelli dei personaggi realistici e dettagliati, che però non riesce a gestire nelle cutscene: le animazioni sono davvero terribili, tanto che la regia stessa gioca molto sul montaggio, evitando tramite cambi di inquadratura improvvisi i movimenti più complicati. Completamente sballato anche il lip sync, con le bocche che a volte non si muovono proprio durante i dialoghi.
Non passa inosservato il contributo di Yasunori Mitsuda, storico compositore di Chrono Trigger e Xenogears
Paradossalmente il movimento dei personaggi è migliore durante il gameplay, ma altri problemi costellano il gioco: sovrapposizioni di oggetti, mostri che passano attraverso i muri ─ ogni tanto restandoci incastrati ─ e pop-up fin troppo evidenti. La bellezza delle ambientazioni affette dalla Corrosione, con piante di forme e colori innaturali ed incredibili cattedrali di cristallo, viene inevitabilmente intaccata da questi difetti e da una qualità dei dettagli altalenante.
Degna di nota è invece la colonna sonora, con alcuni brani che rimangono in testa per ore dopo che si è spenta la console: non passa inosservato il contributo di Yasunori Mitsuda, storico compositore di Chrono Trigger e Xenogears.
Edge of Eternity è un RPG strategico con i controattributi: il sistema di combattimento è il miglior asset di questo titolo, in grado di impegnare i fan del genere con elementi ambientali e abilità che giocano sul posizionamento di nemici ed alleati sulla griglia di battaglia. La varietà dei personaggi in particolare rende la formula divertente e interessante. La storia è piacevole e con il giusto livello di epicità, anche se non risulta particolarmente originale. Le missioni secondarie riescono a sopperire a questa mancanza aggiungendo dettagli al mondo di gioco. Dove però proprio cade Midgar Studio è il reparto tecnico: la qualità delle cutscene è molto bassa, soprattutto nell’animazione dei personaggi, e la fisica di mostri e oggetti lascia a desiderare. Dopo 50 ore passate ad Heryon, mi ritrovo allo stesso tempo soddisfatta dal lungo viaggio, e un po’ delusa dal potenziale sprecato. Questo mondo sci-fantasy poteva offrire ancora molto (e meglio), ma nella sua natura imperfetta regala pur sempre una grandissima avventura. |
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