16 Ott 2017

ELEX – Recensione

Il nome Piranha Bytes, per i gamer più attempati, è stato sinonimo di un periodo di rinnovamento dei giochi di ruolo, un lasso di tempo segnato dalla morte della saga Ultima, antesignana per eccellenza del gioco di ruolo su PC, e dal debutto, sulla medesima piattaforma della rivelazione Gothic che, in punta di piedi, fece dimenticare quell’obbrobrio di programmazione rispondente al nome di Ultima IX, prima (ed unica) iterazione 3D della compianta saga ideata da Richard Garriot (agli annali Lord British). Correva ai tempi l’anno 2001 e, da allora, di acqua ne è passata sotto i ponti: Piranha Bytes, che nel frattempo ha perso i diritti della serie Gothic, ha invaso con una nuova IP chiamata Risen anche il mondo console, continuando però a considerare il PC come la piattaforma di riferimento per le proprie scorribande videoludiche.

Dopo tre iterazioni di questo nuovo franchise, di cui l’ultima approdata anche sui lidi next-gen, è giunto il momento per la software house di Essen di voltare, seppure parzialmente, le spalle al tanto amato fantasy, provando sia a svecchiare l’immagine old-school oramai appiccicata come una seconda pelle sul blasone del produttore tedesco che a rinverdire l’interesse nei confronti di un prodotto di nicchia che rischiava, vista le alterne fortune dei prodotti Piranha Bytes, di uscire una volta per tutte dalle grazie del mercato videoludico.

Ecco dunque a voi ELEX, il primo gioco di ruolo Sci-Fantasy mai prodotto dalla casa di Essen, prodotto ad alto budget che ci promette ore ed ore di divertimento e, a detta degli sviluppatori, una libertà di azione senza precedenti. Riuscirà questo strano miscuglio di influenze narrative a centrare il bersaglio? Scopriamolo insieme.

L’impatto di un enorme meteorite sul suolo di Magalan e la conseguente catastrofe ecologica derivante rappresenta il punto di inizio della storia narrata sapientemente dai ragazzi di Piranha Bytes. L’evento appena descritto ha infatti ridotto ai minimi termini la vita sul pianeta: terremoti e tempeste di fuoco hanno raso al suolo città e ridotto il pianeta all’ombra di ciò che era prima. I pochi umani superstiti, riportati indietro di svariate ere evolutive dalla catastrofe appena avvenuta, cercano di sopravvivere alla desolazione aggregandosi in tre differenti fazioni (Berserker, Chierici e Fuorilegge), ciascuna dotata di un differente approccio riguardo tecnologia e vita sul pianeta ed ognuna in guerra con l’altra per accaparrarsi le poche risorse disponibili nell’ecosistema irrimediabilmente compromesso dallo schianto. L’arrivo del meteorite sul pianeta Magalan ha portato con sé l’Elex, un minerale fino ad allora sconosciuto e capace, grazie all’energia contenuta in esso, di dare alle popolazioni superstiti quel boost evolutivo capace di garantire loro la sopravvivenza. Mentre i Berserker, ligi ad una visione “naturistica” della vita, quanto più vicina possibile al rispetto del pianeta e della vita tutta, con l’Elex (utilizzato sotto forma di mana) hanno avuto accesso alle arti magiche, i Chierici utilizzano l’Elex come forma di energia per fucili al plasma ed armature, divenendo dunque la più evoluta delle popolazioni di Magalan ed in netta opposizione ai guerrieri: i fuorilegge invece vanno a situarsi al di fuori di ogni logica, risultando l’ago della bilancia che potrebbe decidere le sorti del pianeta nella continua corsa all’Elex, gara in cui vanno ad inserirsi anche le misteriose “Albe”. Le Albe altro non sono che ex-chierici mutati dalla assunzione di Elex, esseri senzienti, privati delle emozioni e della moralità dall’assuefazione all’Elex, capaci di controllare l’enorme potere fisico-magico dato loro dalla “fusione” del loro corpo con i nuclei di Elex presenti sul pianeta: compito delle Albe sarà sterminare i superstiti al fine di assicurarsi tutto l’Elex disponibile.

Trama avvincente e di sicuro impatto

La storia inizia da qui, dalla missione di Jax, Alba, inviato in solitaria nel cuore di Magalan al fine di trovare indizi sulla dislocazione dell’Elex, la cui missione viene però sabotata, per motivi oscuri, dai suoi stessi superiori che lo condannano a morte a causa dell’apparente fallimento del suo compito. Ridotto in fin di vita e privato della sua ipertecnologica attrezzatura da Alba, Jax dovrà farsi strada in un mondo a lui alieno, tra fazioni pronte ad ucciderlo se consapevoli della sua vera natura, per scoprire la macchinazione ordita dai suoi superiori e per divenire, paradossalmente, l’ultima possibilità di salvezza (o la definitiva condanna) del pianeta. Inizia così la nostra peregrinazione nelle impervie terre di Magalan, viaggio che ci porterà in contatto con le tre sopraccitate fazioni e che ci permetterà di perseguire il nostro scopo in tre modi completamente diversi, a seconda della “sponda” che decideremo di appoggiare. La scelta dell’una o dell’altra fazione non rappresenterà una caratteristica meramente estetica ma porterà ingenti variazioni anche nella strategia di approccio alle difficoltà di gioco che ci troveremo ad affrontare nel corso della nostra avventura. Scegliere i berserker ci vedrà infatti, ricalcando le orme di ciò che abbiamo visto sin dai tempi di Gothic e Risen, vestire i panni di un ibrido mago-guerriero tipicamente fantasy; approdare dalla sponda dei chierici ci porterà nel pieno di una era evolutiva futura fatta di esoscheletri, armature potenziate e fucili al plasma.

Va da sé che queste variazioni influenzeranno il nostro stile di combattimento, relegandolo alla breve-media distanza per il berserker, con ovvi malus nei confronti di nemici tecnologicamente più avanzati, o alla media-lunga distanza per i chierici, sfavoriti però nel combattimento corpo a corpo. In aggiunta a tutto ciò, a rafforzare l’affermazione fatta nei mesi di sviluppo di Elex da parte dei ragazzi di Piranha Bytes, la libertà di azione per lo più totale nell’interazione con gli NPC delle varie fazioni, libertà spinta al punto da poter uccidere qualsiasi personaggio che incontreremo, senza curarci di grado e posizione sociale, sottostando poi però ad ingenti modificazioni in ambito di trama e di risoluzione delle quest assegnate dalla fazione di appartenenza. Tutto ciò a vantaggio di una varietà dell’esperienza di gioco, delle quest e delle location che ci troveremo a visitare a seconda della fazione scelta, garantendo un buon livello di rigiocabilità e rendendo la trama avvincente e di sicuro impatto.

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Se è vero che la narrazione svolge egregiamente il suo compito, il gameplay, pur vedendosi garantita varietà da scelta di fazione e morali che andranno ad impattare l’approccio ai nemici che via via incontreremo nel corso della nostra peregrinazione per le terre di Magalan, si vede svilito dalla scelta del motore grafico-fisico proprietario già visto all’opera con Risen 3: Enhanced Edition per PlayStation 4. Legnosità di combat system ed animazioni sono i principali difetti di Elex, difetti che vanno ad inficiare il corretto godimento di un prodotto che risulterebbe, altrimenti, ben congegnato ed addirittura avvincente per via di trama e libertà di scelta proposta. Nonostante gli sforzi profusi dai ragazzi di Piranha Bytes per diversificare e variare l’approccio alle dinamiche di gameplay, sin dai primi minuti è palese la natura old-gen di Elex, caratteristica che riporta in auge tutti i difetti già riscontrati nei precedenti titoli dello studio tedesco. Trattandosi di un action-rpg in terza persona è infatti deludente vedere, nel 2017, animazioni dei movimenti inferiori persino a quelle della modalità in terza persona di Skyrim (che di certo non brillava per accuratezza realizzativa). Ad aggravare il tutto giunge un combat system, mutuato direttamente da Risen 3, che sente decisamente il peso degli anni passati e che vede nella legnosità della gestione delle dinamiche affondo-schivata/parata, il tutto condito da una barra della stamina che scende troppo velocemente e che ci vede costretti a temporeggiare durante gli attacchi, il suo punto debole principale, aggravato, inoltre, da una errata gestione delle telecamere in caso di lock del nemico, elemento che ci porterà spesso e volentieri ad un perentorio game over. Parallelamente al passato, solo una lunga fase di esperienza con il combat system, leggasi prendere legnate da ogni direzione, ci permetterà di padroneggiare la corretta temporizzazione di parate e schivate in modo da poter aver ragione dei nemici che andremo ad affrontare.

Legnosità di combat system ed animazioni sono i principali difetti di Elex

Le cose migliorano abbastanza con le armi a lunga gittata: che si tratti di archi o di dispositivi tecnologicamente avanzati, risulta appagante fiaccare le difese nemiche a distanza per poi completare il compito, con le difficoltà del caso, con il corpo a corpo. In nostro aiuto viene il Jetpack che ci permetterà di evadere, per lo meno temporaneamente, dalla battaglia e bersagliare dalla distanza il nostro avversario, permettendoci contestualmente di recuperare stamina per rientrare produttivamente nel combattimento. Ogni uccisione (o la risoluzione di una quest) ci fornirà punti esperienza che, sommati, ci permetteranno di salire di livello ed aumentare le nostre statistiche principali: il rinvenimento di Elex e di altri materiali di consumo nel mondo di gioco ci darà inoltre la possibilità di acquisire ulteriori capacità, direttamente correlate alla fazione da noi scelta. Discorso a parte merita l’IA, a volte appagante, altre volte discontinua: ci è capitato in più di una occasione, infatti, di essere assaltati da più nemici ed assistere, dopo il nostro allontanamento dall’area dello scontro, al loro allinearsi in fila indiana per inseguirci, permettendoci così di abbatterli uno dopo l’altro. Tra elementi positivi ed altri decisamente meno Elex risulta essere un calderone dove i Piranha Bytes hanno cercato di inserire più cose possibili per nascondere i difetti di un motore grafico-fisico vecchio ancor prima di nascere, raggiungendo fortune alterne, con il risultato di amalgamare il tutto su una sufficienza sì ampia ma mai pienamente convincente.

Graficamente Elex alterna, come in tutte le altre sezioni, alti e bassi direttamente ascrivibili al motore grafico-fisico utilizzato da Piranha Bytes: ad una varietà del mondo di gioco a dir poco impressionante, mondo che varia dalle lande ghiacciate, alle bidonville, alle città su palafitte, alle ipertecnologiche cittadine e a radure boschive, tutte finemente realizzate e arricchite da colpi di classe quale illuminazione volumetrica, ciclo giorno notte e ambienti dinamici (cose che, sottolineo, dovrebbero però essere lo standard in ogni produzione next-gen nel 2017), fa da contraltare una realizzazione delle animazioni che definire old-gen sarebbe generoso ed un livello poligonale dei comprimari che non fa mai gridare al miracolo. Stesso discorso per il comparto sonoro che svolge, senza infama né lode, il compitino assegnato, non risultando mai invadente ma nemmeno brillando per epicità come visto in altri esponenti del genere.

Conclusioni

Piranha Bytes torna su PC e console next-gen due anni dopo Risen 3: Enhanced Edition con Elex, un Action-RPG Sci-Fantasy in terza persona che eredita dal suo padre putativo pregi e difetti, pur spingendo avanti qualitativamente il livello delle produzioni della software house di Essen.

Dotato di una trama ben congegnata e ricca di colpi di scena, nonché innestata in un mondo di gioco che va a valorizzare ogni singola scelta fatta dal giocatore al fine di diversificare l’esperienza di gioco, Elex cade rovinosamente per via di un motore grafico-fisico palesemente old-gen in netta controtendenza rispetto alle prospettive di innovazione e libertà proposte dalla software house.

Animazioni dei personaggi legnose, una IA discontinua ed un combat system impreciso, mutuato direttamente da Risen 3: Enhanced Edition, relegano Elex in una nicchia che potrà interessare solo i fan più accaniti dei prodotti Piranha Bytes, un numero di utenti “old-school” sì significativo ma non bastante per lanciare questo Elex nell’olimpo dei giochi di ruolo, ben distante, a conti fatti, dal livello raggiunto da questa produzione.

Elex rappresenta, purtroppo, l’ennesima buona occasione sprecata dai Piranha Bytes, team che non riuscirà ad uscire da questa empasse fin quando non si deciderà a cambiare, o riscrivere da zero, il motore grafico-fisico proprietario alla base delle proprie produzioni.