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News 07 Dic 2015

Elite: Dangerous Horizons – Anteprima

I

Immaginate un simulatore spaziale dove ogni puntino luminoso che si staglia sullo sfondo è, in realtà, un posto da raggiungere. Pensate ad un gioco che vi permette di viaggiare in una galassia con oltre 500 miliardi di stelle da visitare e sistemi esplorare. Ebbene, Elite: Dangerous è il titolo che ha reso possibile tutto questo ben prima rispetto ai tanto attesi No Man’s Sky e Star Citizen. Nato come quarto capitolo di una serie storica, Elite: Dangerous vi porta a bordo di un’astronave calata in un ambiente open world in scala che riproduce nei limiti del plausibile la nostra casa nel cosmo, la via Lattea.

Sin dalla data di lancio che risale a circa un anno fa, Elite: Dangerous è sbarcato dapprima su PC per poi approdare con ritardo su OS X e Xbox One, così da aumentare drasticamente l’utenza e sfamare la voglia spasmodica di simulatori spaziali tornata alla ribalta negli ultimi anni. Gli sviluppatori, ben consci del dover stare al passo con le richieste di una community molto attiva, hanno rilasciato periodicamente degli aggiornamenti gratuiti corposi che hanno introdotto tantissime novità interessanti: “Wings”, detta anche 1.2, facilitò il gioco cooperativo, mentre la più pesante “Powerplay” – versione 1.3 – diede ai fedeli uno spessore narrativo molto più profondo ed un motivo per schierarsi con una delle enormi corporazioni detenenti il potere galattico. Ultima, ma non ultima, la versione 1.4 “CQC” ha portato i giocatori a scontrarsi nelle arene close-quarter-combat, aumentando così il senso di competitività che in un titolo così raffinato e che basa tutto sulla maestria dei piloti è quasi un obbligo. Contando sull’affezione della propria fan base, Elite: Dangerous si è distinto per il suo saper mantenere l’hype sempre attivo su un gioco ormai uscito da 11 mesi, grazie proprio a questi aggiornamenti riusciti e tenicamente impegnativi.

Ora che la Stagione 1 si appresta a terminare, il nuovo lungo programma della Stagione 2 sta per cominciare con l’annunciatissima espansione a pagamento Elite: Dangerous – Horizons, la quale porterà un’enorme quantità di materiale nuovo nella vita dei piloti galattici nuovi e vecchi. Coloro che si approcceranno ad Horizons si troveranno avanti ad un gioco rinnovato, quasi fosse un Elite: Dangerous 2.0 e le tre parole chiave rispetto alle quali ruota tutta l’esperienza di Horizons sono: “planet landing” sui pianeti rocciosi, “crafting” di materiali e “64-bit” client.

Elite: Dangerous Horizon - Cobra MK IV

Avendo avuto l’opportunità di mettere le mani in anticipo sulla beta, ci siamo immersi in atmosfere rarefatte su pianeti remoti, tra buchi neri e stelle a neutroni, solo per potervi dare le nostre impressioni sul titanico aggiornamento di Horizons e bisogna dire fin da subito che i Frontier hanno fatto le cose proprio in grande. Mettendoci al comando della nostra Asp – avevamo, naturalmente, dei salvataggi pregressi essendo piloti di lunga data – da 6 milioni e mezzo di crediti e modificata con equipaggiamenti di altrettanto valore, ci siamo buttati immediatamente alla conquista del pianeta più vicino, Reorte. Il miglioramento del mid-distance rendering dei pianeti, una delle novità tecniche di Hoziron, è visibile fin da subito in quanto la palla rocciosa alla quale ci stavamo avvicinando risultava dettagliata ad una distanza maggiore rispetto a quanto accadeva nella versione base di Elite: Dangerous. Interrogando il nav computer upgradato per elencarci i dettagli planetari scopriamo che il pianeta presenta 3 basi sulla sua superficie, di cui una in low secutiry e due appartenenti a delle corporazioni minerarie. Tentando la sorte nel nostro primo approccio, ci dirigiamo verso la stazione a bassa sicurezza.

Avvicinandoci al pianeta, la nostra nave equipaggiata con dei motori per il volo orbitale, i quali saranno disponibili all’acquisto nelle stazioni all’uscita ufficiale del titolo, passa in orbital cruise, il nuovo tipo di velocità FSD per l’approccio alle masse celesti. La velocità orbitale è nettamente ridotta rispetto a quella offerta dal frame-shift drive e ci consente di approcciarci al terreno con molta più tranquillità. Notiamo che l’HUD si modifica sensibilmente per darci le indicazioni necessarie per l’entrata nell’orbita: impostando valori oscillanti tra +5° e -65° a seconda della forza d’attrazione del pianeta, la gravità non farà a pezzi la nostra nave e l’atterraggio risulterà relativamente morbido grazie alla nuova manovra di “glide” che ci permette di scivolare lungo l’orizzonte a velocità molto elevate. Se tutto va bene, si passerà al volo sub-orbitale una volta che sarete entrati a pieno titolo su ciò che viene considerato superficie. Se sarete maldestri, invece, il gliding non avrà effetto, uscirete di colpo dal volo orbitale e rischierete di perdere il controllo della vostra nave. Infatti, il nostro primo approccio non è stato ciò che si dice “tranquillo”, tant’è che ci siamo schiantati su una montagna con una facilità imbarazzante. Fortunatamente, i settaggi della beta ci hanno consentito di riacquistare con facilità l’armamentario e di riprovarci nuovamente, questa volta con successo.

Elite: Dangerous Horizon - SRV Cockpit

L’impatto iniziale con il mondo roccioso è emozionante e mozzafiato. Considerare come il sistema di generazione procedurale dei mondi abbia creato un simile paesaggio alieno ci fa pensare che la magia, effettivamente, esiste e che la possiamo toccare con mano. Il rendering dettaglia il pianeta sotto di noi al nostro passaggio, anche se qualche fenomeno di pop-up ci fa storcere il naso per qualche millisecondo. Pian piano, la base si delinea tra le montagne ed a 7km di distanza mandiamo la nostra richiesta di atterraggio. Una volta posata la nave, abbiamo potuto dare un’occhiata alle novità in merito alla sezione “Missioni”, poiché con Horizons i pianeti non saranno fini a loro stessi, ma saranno pieni di attività da compiere. Su ogni corpo celeste roccioso potrete ottenere missioni specifiche, normali o rare, andare a caccia di reperti o di materiali da raccogliere, trovare nuovi points-of-interest o semplicemente esplorare il mondo per scorpire qualche nuova base misteriosa e nascosta. E come fare per muoversi attraverso un ambiente ostile?

Naturalmente, avremo a disposizione il nostro veicolo per l’esplorazione planetaria, l’SRV, che dall’aspetto ci ricorda vagamente il Pathfinder lanciato su Marte tanto tempo fa, solo che stavolta saremo noi alla guida del veicolo e non degli scienziati a milioni di kilometri di distanza. L’SRV potrà essere lanciato dall’hangar della nostra nave sia dopo aver attraccato in un porto che dopo un atterraggio libero sulla superficie del pianeta, ovunque vogliamo. L’SRV è dotato di un eco-radar che scova a distanza i luoghi di interesse verso i quali possiamo avventurarci. Una nota davvero fastidiosa che abbiamo il dovere di sottolineare è la difficile manovrabilità del mezzo che ci ha ricordato – e non poco – le traumatiche esperienze col Mako di Mass Effect. Ad ogni modo, per farvi sentire più sicuri, il veicolo è dotato del proprio personale armamento che userete qualora verrete attaccati da fazioni ostili o da piloti senza scrupoli.

Elite: Dangerous Horizons è quell’aggiornamento che stupisce e non ci aspettavamo di meno.

In certe zone raggiungibili con l’SRV potrete trovare dei materiali da raccogliere: se pensate che il gioco non valga la candela, sappiate che i materiali recuperati con l’SRV non saranno semplici paccottiglie da rivendere al primo porto spaziale, ma rientrano a pieno titolo nella seconda novità introdotta da Horizons: il crafting. Solo sui pianeti sarà possibile ottenere i “Materials”, nuova categoria di oggetti introdotta dall’espensione, e grazie ad essi potremo creare delle cose interessanti a bordo della nostra nave. Dalle iniezioni di FSD che aumentano considerevolmente il jump range tra una stella e l’altra, alle munizioni al plasma che fanno +100% di danno, passando per gli autoriparatori della corazza: ogni materiale rinvenuto sarà preziosissimo e potrà darvi dei bonus potentissimi per facilitare la vostra esperienza nel cosmo. Il sistema di crafting, attualmente, non presenta molte “ricette”, ma quelle poche disponibili sono davvero rilevanti e in più la facilità con la quale potrete creare gli oggetti è elevata. Basterà, infatti, un piccolo click sul pannello delle sintesi per trasformare materiali apparentemente inutili in qualcosa di fondamentale.

La mole di dati processati al secondo da Elite: Dangerous Horizons è inimmaginabile ed è per questo che Frontier ha rilasciato un client 64-bit per questa sua espansione, vista l’importanza di una migliore gestione della memoria che un titolo del genere necessita. Avendo provato la beta su un Lenovo Y50-70 con una GTX 860M a 2GB di Ram GDDR5, non abbiamo riscontrato grossi cali di framerate a livelli di dettaglio Ultra.

Elite: Dangerous Horizon - SRV

I pro di Horizons sono sicuramente tanti: veder concretizzate le delizie promesse da altri titoli ancora lontani dalla propria release rende Horizons il principino tra i simulatori spaziali del momento, se non altro perché l’espansione rende tangibili i nostri sogni di conquista dello spazio sconosciuto. I contro, se di contro si può parlare, riguardano un po’ il limite dell’esplorazione ai soli pianeti rocciosi e la governabilità dell’SRV, cose che ci aspettiamo sicuramente di veder migliorate o ampliate nei prossimi aggiornamenti della Stagione 2. Elite: Dangerous Horizons è quell’aggiornamento che stupisce e non ci aspettavamo di meno. I Frontier continuano a saper fare un lavoro magistrale per quanto concerne i simulatori spaziali e se fin dalla beta il risultato è sostanzialmente positivo, salvo qualche macchia, possiamo prevedere che al lancio Horizons potrebbe rappresentare quell’espansione da avere a tutti i costi per coloro che hanno fatto di Elite: Dangerous la propria seconda vita.


 

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