La delusione è inevitabile, soprattutto considerando il buon nome della serie, la cronica latitanza di esponenti dello stesso genere in salsa realtà virtuale, l’assoluta bontà delle meccaniche che gestiscono il gameplay. Anche il primo impatto è incoraggiante, sia quando ci si ritrova sul campo di allenamento, coccolati come si è da un tutorial piuttosto esaustivo, sia una volta raggiunta il piacevole hub del gioco, la reception virtuale di un resort a tema, con tanto di segretaria entusiasta nel darvi qualche buon consiglio per avere la meglio una volta sul green.
Eppure, come vedremo a breve, Everybody’s Golf VR è esente da colpe proprio fintantoché si considera esclusivamente l’aspetto ludico, curatissimo in ogni suo ambito, vagamente realistico, soddisfacente a patto di prenderci un po’ la mano.
Come accadeva molti anni fa con Wii Sports e Wiimote, il centro nevralgico attorno cui si sviluppa la creatura di Clap Hanz è il Move, controller che si trasforma all’occorrenza in mazza da golf, nonostante sia possibile, ma non consigliabile, affidarsi allo stesso Dualshock 4. Non ci sono indicatori, né barre da riempire. Forza e direzione impresse alla pallina sono interamente gestite dal gesto delle braccia con cui colpirete la pallina virtuale, indirizzandola così, si spera, sempre più verso la buca.
La scelta del ferro influenza la gittata massima, come ovvio che sia, ma indirizzare correttamente il colpo toccherà alla vostra sensibilità, qualità che si sviluppa non senza un intensivo allenamento. Per quanto Everybody’s Golf VR proponga un’esperienza marcatamente arcade, nel pieno rispetto delle basi concettuali della saga a cui appartiene, molto più di quanto non accadesse con i suoi predecessori, sarà inevitabile un breve periodo di adattamento, partite dove accumulerete risultati deludenti, fatalmente influenzate da pessimi tiri, in cui vedrete la pallina seguire traiettorie improbabili e assolutamente indesiderate.
A furia di boogie, di raccogliere la palla infondo al bunker o di vederla sparire nell’erba alta, lentamente, ma progressivamente, ci si fa il così detto manico. Inizierete così ad apprezzare un gameplay relativamente simulativo, sfaccettato, attento ai dettagli. Con l’esperienza accumulata, ci si accorge di quanto sia fondamentale un ferreo controllo del polso, una postura corretta, considerare forza e direzione del vento prima di colpire la pallina.
Come anticipato, tutto funziona alla grande finché si resta confinati nel green e ci si lascia cullare dal piacevole art design che sprizza vivacità e serenità da ogni poligono e texture.
La sensazione è quella, sconsolante, di avere a che fare con una gustosa demo
Non appena si fanno i conti con i desolanti menù del gioco, purtroppo, ci si accorge tristemente della pochezza dell’offerta della produzione Sony. Oltre al tutorial e ai tre campi previsti, non esiste letteralmente nient’altro, una carenza di contenuti che vi porterà già dopo appena sei ore di gioco ad aver visto ogni contenuto messo a disposizione.
Purtroppo, anche il completamento delle buche proposte lascia in bocca un retrogusto amaro. La sfida proposta, difatti, è a senso unico, votata al miglioramento dei propri risultati, vista l’assenza di avversari controllati dalla CPU, espediente sempre gradito per dare un minimo di brio alla competizione.
La sensazione, insomma, è quella, sconsolante, di avere a che fare con una gustosa demo, una versione next-gen e in realtà virtuale di Wii Sports, software che tuttavia, lo ricordiamo, era distribuito gratuitamente insieme alla nota console della Grande N.
Everybody’s Golf VR ha enormi potenzialità, purtroppo largamente vanificate da una sconfortante penuria di contenuti. Se sul fronte del gameplay tutto funziona alla grande, considerando anche che dal punto di vista grafico abbiamo a che fare con un prodotto assolutamente ben confezionato, è sconfortante accorgersi che non esiste nemmeno una modalità single player degna di questo nome. I tre campi messi a disposizione si completano nell’arco di cinque, sei ore al massimo, contemplando anche il training necessario per prendere dimestichezza con il sistema di controllo. Un titolo, insomma, adatto solo ai fan sfegatati del golf, elettrizzati anche solo all’idea di poter calcare il green in prima persona. Solo non lamentatevi se vi accorgerete che la gara dura davvero poco. |
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