Dopo avervi parlato ampiamente di The Assignment, primo dei due DLC di The Evil Within dedicato alla side story della bella Juli Kidman, siamo finalmente pronti ad unire gli ultimi puntini della diabolica sceneggiatura di Mikami con The Consequence. Che l’idea di Tango Gameworks di espandere l’universo originale del titolo con una visione laterale degli eventi fosse a dir poco interessante ce n’eravamo già accorti alcune settimane fa, quando dopo aver fatto la conoscenza della famigerata Mobius ci siamo ritrovati catapultati negli orrori dello STEM alla ricerca disperata di Leslie Whiters: l’intricato microcosmo ideato dallo sviluppatore giapponese terminava infatti nel capitolo principale con più dubbi che certezze, culminando con un climax vertiginoso in un finale tanto esasperato quanto criptico. Ecco spiegato dunque il motivo del nostro interesse verso la suddetta coppia di DLC, disponibili ciascuno al prezzo di 9.99€. Non che da uno come Shinji Mikami si possano aspettare risposte chiare e definitive: ma anche solo intravedere quel labile confine tra realtà ed incubo, tutto sommato, è un buon inizio.
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Come facile intuire, The Consequence non prende troppe distanze dal solco tracciato dal precedente The Assignment, riproponendo l’interessante gameplay stealth-oriented che ha caratterizzato le prime tre ore in compagnia di Juli. Gli stilemi del survival horror più tradizionali (che abbiamo apprezzato nei panni del detective Castellanos nel titolo portante) vengono messi temporaneamente da parte, in favore di un playthrough più oculato e ragionato, che vieta categoricamente – salvo una breve sezione armati di pistola – ogni forma di attacco frontale. Muoversi in silenzio sfruttando ogni forma di copertura l’ambiente abbia da offrire si conferma nuovamente la priorità, laddove essere identificati da un nemico è sinonimo di morte pressoché certa. Ancora una volta, parte delle sequenze che affronteremo è immersa nell’oscurità quasi più totale, fattore che da un lato agevola il nostro sgattaiolare al di fuori di sguardi indesiderati ma che, dall’altro, può rendere spesso difficoltoso individuare un nemico appostato. Nemico che, nella gran parte dei casi, si muove reiterativamente su percorsi regolari: studiarne dunque i movimenti da una posizione sicura può rappresentare la chiave di volta per superare indenni questi frangenti, evitando la minaccia o abbattendola sfruttando le frequenti trappole disponibili. Anche se, inutile sottolinearlo, le occasioni in cui passeremo a miglior vita senza aver capito il da farsi non mancheranno certo.
Rispetto al citato “primo tempo”, l’azione di The Consequence si snoda su un set di location più nutrito, che alterna claustrofobiche sezioni interne mosse da luci pallide e tremolanti ad altre esterne, dove i detriti della città si perdono a vista d’occhio e dove, non dimenticatelo, la luce del giorno non è affatto garanzia di sicurezza. Seppur la sensazione di déjà-vu (soprattutto di queste ultime) sia abbastanza eloquente, ancora una volta il team di sviluppo riesce a veicolare una sana ansia nelle vene del giocatore: a nessuno sarebbe dispiaciuto affrontare un percorso parallelo inesplorato nei panni di Juli, ma il sagace sistema di inquadrature si conferma abile nel sobillare inquietudine nonostante il fattore sorpresa tenda un po’ a calare.
Se della trama di questo secondo DLC preferiamo non parlare, visto il rischio (per non dire la certezza) di rovinarne alcuni colpi di scena interessanti con spoiler inevitabili, vale la pena spendere qualche riga sul comparto tecnologico del titolo che, pur non siglando passi in avanti sostanziali rispetto a The Evil Within, si conferma nuovamente pregevole. Sulle famigerate bande nere si è discusso già troppo: noi le troviamo particolarmente intriganti, nonostante la limitazione parziale dell’orizzonte visivo. Di lodevole caratura invece il charachter design, che porta a video vecchie conoscenze mostruose e qualche new entry semplicemente memorabile. La modellazione delle creature e di Juli è ben al di sopra degli standard di soddisfazione, nonostante l’utilizzo del film grain (quel filtro sporco ricco di artefatti che caratterizza la cinematografia d’altri tempi) nasconda con astuzia alcune piccole imperfezioni: si tratta tuttavia di nei secondari, resi ancora meno evidenti da un’ottima caratterizzazione degli ambienti e da un sapiente ricorso ad effetti particellari e volumetrici. Nulla che non si sia comunque già potuto apprezzare mesi addietro, affermeranno i più maliziosi: ma riuscire a mantenere un tale livello di aberrazione e terrore dall’inizio alla fine dell’avventura non è certo pregio da poco.
Sul versante sonoro la situazione non peggiora di certo. Il doppiaggio in lingua italiana è all’altezza, con voci azzeccate e in linea con carattere e carisma della rispettiva controparte. Trattandosi di un survival horror dichiaratamente efferato, particolare enfasi è stata riposta nella realizzazione di quegli effetti audio caratteristici del genere: lamenti, urla, lacerazioni in perfetto stile Grand Guignol e quant’altro di udibile possa gravitare attorno a mutilazioni o decapitazioni è riprodotto con cura e “audiorealismo”. Il tutto, ovviamente, condito da rumorini inquietanti e crepitii in lontananza, capaci di turbare la tranquillità anche degli aficionados di Mikami.
Chiudiamo l’analisi di The Consequence analizzando un fattore non sempre scontato quando si parla di DLC: il replay value. Completare i due capitoli che compongono quest’avventura non porterà via più di tre ore, destinate tuttavia a sfiorare anche le cinque qualora il vostro obiettivo fosse quello di raccogliere tutti i collezionabili disponibili. Un’opzione che, a ben vedere, ci sentiamo di consigliare caldamente, visto che gran parte dei dossier nascosti dal team di sviluppo gettano ulteriore luce su dettagli succulenti e trascurabili soltanto all’apparenza. La versione PS4 da noi testata offre una decina di trofei (il platino non è presente per ovvi motivi), che per essere collezionati in toto richiederanno anche di completare l’avventura nella terrificante modalità Kurayami – nella quale Juli potrà fare affidamento esclusivamente sulla sua torcia. Immancabile, infine, è la Nuova Partita+, con la quale rivivere la conclusione di questo terrificante viaggio nello STEM al femminile senza però rinunciare a quanto faticosamente guadagnato al giro precedente.
In conclusione …
Se da un lato non possiamo nascondere un pizzico di sana curiosità sul contenuto del terzo e ultimo DLC di The Evil Within, quel The Executioner incentrato sull’enorme creatura dalla “testa a cassaforte”, dall’altro non possiamo ritenerci delusi dalle gesta di Juli Kidman. Così come The Assignment, The Consequence offre una divagazione 100% survival al leit motiv dell’ultima creatura di Mikami, dove l’attacco non è contemplato e l’unica maniera di salvare la pelle, alla fine della fiera, è nasconderla dalla vista dei nemici. Certo, limitare il ventaglio di opzioni possibili è una scelta di design particolarmente sadica, specie quando in uno stanzino di pochi metri quadri ci sono abbastanza mostri da ridurci in brandelli in una manciata di secondi. Ma l’esperimento di Tango Gameworks funziona comunque in modo esemplare, dimostrandosi estremamente prodigo nel regalare momenti di autentico terrore e sezioni dove l’ansia è talmente palpabile da bloccare il respiro.
Promozione dunque meritata anche per The Consequence, che ribadisce per la seconda volta come survival horror e stealth, se mescolati con le giuste proporzioni, possono andare armoniosamente a braccetto. Resta un po’ di amaro in bocca per una longevità non proprio da primo della classe, a fronte di un esborso (in ambo i casi) che sfiora i 10€: più che lecito domandarsi se la scelta di suddividere la fugace epopea di Juli Kidman in una struttura episodica sia stata dettata dalla volontà di tenere il giocatore col fiato sospeso il più a lungo possibile o, piuttosto, da considerazioni meramente economiche. Ma questo sarà soltanto uno tra i dubbi (narrativi, questa volta) che accompagneranno il nostro commiato dall’agente Kidman: perché ogni storia del terrore non sarebbe davvero terrificante se non lasciasse qualche questione in sospeso. E se a raccontare quella storia è Shinji Mikami, il confine tra realtà e incubo potrebbe essere più labile del previsto.
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