Pensate ad un gioco di caccia, così, su due piedi. Se il primo che vi viene in mente è uno degli episodi di Monster Hunter bravi, siete più ferrati di me sull’argomento: io stavo pensando a Duck Hunt. Che poi ammettiamolo, non che Evolve sia il classico videogioco dove imbracci un fucile e vai a far strage di paperelle. Nell’ultimo nato di casa Turtle Rock Studios, in realtà, di classico c’è poco: e ok che si spara sempre e comunque, che ci sono armi così ganze che non si vedevano da parecchio e che, alla fine della fiera, anche in questo caso l’unione fa la forza quando si gioca di squadra. Mai nessuno si era spinto sin dove è arrivata 2K, che mette sul piatto della bilancia una nuova IP le cui anime competitive e cooperative non solo coesistono, ma vivono in perfetta simbiosi una con l’altra. Il che, perdonateci il gioco di parole, potrebbe già essere sufficiente a farci gridare all’evoluzione dello sparatutto: ma, Darwin insegna, non sempre le cose vanno nel migliore dei modi.
Evolve
Piattaforma: PS4, Xbox One, PC
Genere: Sparatutto in prima/terza persona
Sviluppatore: Turtle Rock Studios
Publisher: 2K
Giocatori: 1 (offline)
Online: 1-5
Lingua: Completamente in Italiano
Nella sua forma multiplayer, Evolve è uno sparatutto asimmetrico per cinque giocatori dove uno di questi, nei panni di un Mostro grosso come una palazzina, affronta una squadra agguerritissima (e, almeno in teoria, affiatata) composta dagli altri quattro nei panni dei Cacciatori. Laddove esistono soltanto tre tipologie di mostro – Golia,Kraken e Spettro – più una quarta in arrivo a breve tramite DLC, ne sono previste quattro distinte di cacciatore (composta ciascuna, per ora, da tre personaggi).
Il Golia è un lucertolone cresciuto ad anabolizzanti, la cui enorme stazza è commensurabile soltanto alla brutalità della sua forza: predilige attacchi ravvicinati sferrando cazzotti come un demonio, fattore che lo rende da un latofacilmente padroneggiabile anche dai meno esperti ma, dall’altro, un bersaglio comodo per nemici allenati. IlKraken è invece una creatura svolazzante dai lunghi tentacoli, difficile da individuare e – cosa non di poco conto – capace di sferrare attacchi energetici sulla lunga distanza, evocando pure enormi fulmini. Nulla di paragonabile al terzo Mostro, lo Spettro, una creatura dalle abilità terrificanti capace di ribaltare l’esito di un match in un batter di ciglia (specie nella sua forma più evoluta): diciamo solo che può diventare invisibile, creare un proprio clone,teletrasportarsi e afferrare al volo un qualsiasi Cacciatore senza che questi nemmeno se ne accorga. Non è il Male, ma non ci siamo nemmeno troppo lontani.
Evolve è uno sparatutto asimmetrico per 5 giocatori dove uno di questi, nei panni di un Mostro grosso come una palazzina, affronta una squadra composta dagli altri nei panni dei Cacciatori
Cambiando fronte, ad affiancare gli intramontabili Medico e Assaltatore, chiamati rispettivamente al mantenimento della salute della squadra il primo e a vomitare piombo contro ogni cosa si muova il secondo, troviamo le classi del Trapper e del Support. Il Trapper rappresenta il fulcro tattico dei Cacciatori, vista la sua abilità nello stanare le tracce dei Mostri e, soprattutto, potendo far affidamento ad una trappola scudo che rinchiude sotto una cupola elettromagnetica ogni nemico per un breve periodo di tempo. Il Support, contrariamente a quando lasca supporre il nome, non si occupa di rifornire munizioni ai compagni di team: piuttosto può chiamare un attacco missilistico su uno specifico punto della mappa e, in modo simile alla pistola medica del Medico, creare uno scudo temporaneo attorno ad un Cacciatore per renderlo immune agli attacchi.
Al netto delle specifiche modalità di gioco, che andremmo a breve ad elencare, capire quale sia il ruolo del quartetto è abbastanza semplice: stendere la creatura una volta per tutte. Lo stesso vale solo in parte per la simpatica bestiola, che potrebbe sì affrontare da subito i fastidiosi rivali cercando di sbranarli uno dopo l’altro, ma a meno di non essere “manovrata” da un giocatore ai limiti del prodigioso rischierebbe di cadere prematuramente al tappeto. Questo perché Evolve incarna un gioco del gatto e del topo in perenne mutamento, dove nelle battute iniziali a portare gli scomodi panni del roditore sono proprio il Golia, lo Spettro e ilKraken. Tocca quindi muoversi in modo stealth, nascondere le proprie tracce nei numerosi corsi d’acqua delle location di Shear (pianeta teatro delle nostre battute di caccia) senza allertare uccelli o altri scomodi rivelatori della nostra presenza e, cosa più importante, nutrirsi. Cibarsi dei corpi delle creature presenti nel pianeta permette al Mostro di curarsi e evolvere rapidamente, sino a giungere ad un terzo ed ultimo stadio – caratterizzato da skill da capogiro. E a questo punto gatto e topo si scambiano di ruolo.
Da questo concept semplice quanto brillante possiamo capire due cose. Parlando di ritmo di gioco, i primi minuti di ogni match non spingeranno mai sull’acceleratore, nonostante la frenesia del quartetto braccante di stanare la bestia il prima possibile sia evidente. Questo perché, salvo rari casi, difficilmente incontrerete una creatura allo stadio 1 pronta ad abbattere quattro energumeni (donne incluse) armati di tutto punto. Al contrario sarà un continuo fuggire, nascondersi e prender posizione, almeno fino a quando l’evoluzione avrà fatto il proprio corso. La seconda, invece, riguarda il bilanciamento della sfida: non solo gran parte del lavoro di Turtle Rock è stato riservato ad equilibrare la potenza offensiva di ciascuna forza in campo (trattandosi di un quattro contro uno, ogni parametro è stato ri-valutato di conseguenza), ma ciascun giocatore potrà stillare una classifica dei ruoli preferiti, che verrà presa in considerazione dal sistema di matchmaking per l’assegnazione nei vari incontri.
Si tratta di una scelta saggia da parte dello sviluppatore, che cerca in modo indiretto di garantire una minima soglia di qualità alle sfide online: avere un squadra un Medico inesperto o un Support “solista”, o affrontare un giocatore che mal digerisce i panni di un Mostro finirebbe per inficiare irrimediabilmente l’esperienza di gioco, trasformando il tutto in un match frustrante che si protrae inutilmente per oltre venti minuti o, nel caso opposto, in una vittoria priva di soddisfazione. Il tutto a demerito del gioco, i cui pregi verrebbero ingiustamente nascosti. Sia chiaro, questo non significa che non succederà: al contrario, nelle nostre quasi trenta ore di gioco un paio di istinti omicidi li abbiamo avuti davvero, ma riteniamo sia un problema destinato a calare man mano che l’utenza prenderà dimestichezza con le meccaniche proposte. Certo è che, Mostri a parte, in Evolve non c’è spazio alcuno per le primedonne.
I primi minuti di ogni gara non spingeranno mai sull’acceleratore, nonostante la frenesia del quartetto braccante di stanare la bestia il prima possibile sia evidente
Come avrete sicuramente intuito, Evolve non passerà certo alla storia per la sua componente narrativa, del tutto assente anche nella pallida modalità offline (che replica il più maestoso multiplayer tappando i buchi coi classici bot). Più interessante, per fortuna, è il sistema di rewarding con cui sbloccare un discreto quantitativo di extra. Ad ogni giocatore è associato un livello, destinato ad aumentare man mano che si affrontano sfide sia come Mostro che come Cacciatore. Ogni level up viene premiato con un nuovo perk (il cui effetto si fa sentire per l’intero match), che spazia dalla diminuzione del tempo di ricarica del jetpack all’aumento del danno da fuoco o delle skill specifiche di ciascuna creatura. A questi si aggiungono i perk temporanei raccolti dalle carcasse degli Albini, particolari versioni mutate della fauna di Shear nettamente più dure da abbattere: nessuno vi vieta di “perdere” tempo con questi nemici secondari, ma sappiate che potrebbe farlo il vostro avversario.
Il discorso cambia completamente quando si parla di nuovi personaggi giocabili, fermo restante che una volta inserito il disco avrete a disposizione il solo Golia contro Maggie, Markov, Hank e Val. Turtle Rock ha optato per un sistema di unlock sequenziali per ciascuna classe, che obbligano a raggiungere terzetti di obiettivi specifici (qualcosa del tipo raggiungere un punteggio con un’arma o un attacco) prima di mettere le mani sulla nuova risorsa. Non si tratta di compiti complicati sulla carta, ma abbastanza impegnativi da costringere chi gioca a lunghe sessioni di grinding spietato: intrappolare 40 volte un Golia, tanto per citare uno degli obiettivi del Trapper, potrebbe costarvi più di qualche ora di sonno. Una scelta che, per certi versi, rischia di far storcere il naso a qualcuno, specie a chi non può permettersi intere serate davanti ad una console. Dall’altro lato, nuovi personaggi con nuove skill introducono un ulteriore livello di profondità alle meccaniche di Evolve, permettendo a chi gioca di adattare la propria strategia di gara all’evenienza corrente, scegliendo di fatto l’esponente più opportuno di una classe per un tal Mostro (e viceversa).
Sul fronte contenutistico, Turtle Rock ha cercato di dare un pizzico di varietà ad un leit motiv complessivamente granitico offrendo una buona serie di modalità. Partiamo da Caccia, senza dubbio quella destinata a riscuotere maggior successo: a fianco dei finali più scontati, quelli in cui una delle due “fazioni” abbatte definitivamente l’altra, il match può essere concluso a favore del Mostro se questi, una volta raggiunto il terzo stadio di evoluzione, riesce a distruggere il relè posizionato al centro della mappa. In Nido, i Cacciatori hanno dieci minuti per distruggere dodici uova del Mostro, che chiaramente farà di tutto per proteggerle eliminando la minaccia e, se messo alle strette, potrà farne schiudere una in anticipo trovando così il supporto di una seconda creatura, gestita da IA.
Difesa ricalca il classico concept di orda, col quartetto impegnato a sopravvivere per un tempo predefinito dagli attacchi della Creatura, a sua volta chiamata a distruggere due portali e una struttura di rifornimento della navetta “nemica”. Chiude il quartetto Salvataggio, forse la più interessante delle modalità di gioco “extra-caccia” in cui i Cacciatori dovranno rianimare sei civili e condurli ad una zona sicura. In tutto questo, chiaramente, Golia e soci faranno di tutto per ostacolarne la manovra e, magari, fare qualche spuntino. Un piccolo appunto: mentre inCaccia ciascuna creatura partirà dal primo stadio evolutivo, nelle restanti modalità sarà frequente imbattersi da subito con mostri al terzo stadio: scegliere correttamente il proprio uomo, qualora si opti per i Cacciatori, diviene dunque fondamentale. C’è poi un’ultima “modalità” chiamata Estrazione, una sorta di medley delle precedentiorganizzata su cinque sfide casuali e concatenate, laddove l’esito di un match influenza quello successivomodificandone situazione climatica, fauna/flora della mappa favorendo (e sfavorendo) ambo le forze in gioco.
Turtle Rock ha cercato di dare un pizzico di varietà ad un leit motiv complessivamente granitico offrendo una buona serie di modalità
Analizzato in un contesto grafico, Evolve colpisce per un livello tecnologico convincente e piacevole, che pur senza far gridare al miracolo non sfigura affatto in questa tornata next-gen. La versione PC resta chiaramente superiore rispetto alle dirette rivali su console, ma anche il codice PS4 da noi testato ci ha convinto per pulizia, livello di dettaglio e stabilità. Ottimo il charachter design dei Mostri, realizzati in maniera ineccepibile anche se, permettetecelo, tre mostri contro dodici cacciatori sono un po’ pochini – per quanto inquietanti possano essere.Specie quando è cosa nota l’arrivo di una nuova creatura in DLC. Un po’ meno bella la telecamera in terza persona dei cugini di Godzilla, che in parecchie occasioni rende difficoltoso individuare la posizione dei bersagli. Nulla da dire sulla squadrona della morte, realizzata con dovizia anche se, in alcuni personaggi (Markov in primis)si è un po’ abbondato con i cliché. Un frame rate stabile anche nelle situazioni peggiori ci ha permesso di osservare in modo perfetto le dodici mappe proposte, brulicanti di creature più o meno pericolose, di piante carnivore, spettri e altre diavolerie capaci di dare qualche grattacapo quando la situazione si fa tosta.
Il level design di Evolve è convincente, così come il livello di interazione che lo scenario offre al passaggio dello Spettro o del Golia. Peccato solo che, nonostante la possibilità di inserire modificatori ambientali (tempeste, navicelle, particolari situazioni crepuscolari e quant’altro) le mappe presentino troppi tratti in comune, al punto che alcune di queste risultano confondibili e prive di un proprio carisma. Anche qui, purtroppo, difficile non pensare all’arrivo di contenuti extra che aggiungano nuovi scenari all’offerta iniziale, che – lo ribadiamo – è comunque molto interessante. Ma se i soli aggiustamenti estetici disponibili negli store digitali sfiorano cumulativamente il prezzo del titolo stesso, qualche dubbio è più che naturale averlo. A parte queste considerazioni, chiudiamo sottolineando l’ottima direzione artistica sonora, con un doppiaggio in lingua italiana complessivamente ben fatto, e l’efficace sistema di matchmaking per gli incontri online, un po’ dispettoso nei primi due giorni di vita ma, ora, perfettamente in grado di smistare i giocatori a dovere.
In conclusione…
Evolve non è un gioco per tutti. Può sembrare un’affermazione banale o sbrigativa, ma l’ultima fatica dei ragazzi di Turtle Rock Studios non è esattamente quel genere di gioco rivolto ad un casual gamer alla ricerca di qualcosa di diverso. L’ultima fatica dei creatori di Left 4 Dead è complessa e profonda, un titolo che esige un approccio tattico non indifferente e, cosa più importante, una cooperazione mai vista prima. L’abbiamo detto nel corso della recensione, lo ripetiamo ora: nella caccia al Golia, al Kraken o allo Spettro non c’è posto per i solisti. La squadra è un’entità, un ingranaggio che procede solo se i suoi pezzi lavorano in modo armonioso. Gettarsi a testa bassa nella mischia, sperando di racimolare qualcosa tanto dovesse andare bene quanto no, non porta da nessuna parte. Servono coordinazione, rigore, approccio: e se da un lato queste caratteristiche fanno di Evolve un paradiso naturale per gli hardcore gamer alla ricerca di pane per i propri denti, dall’altro rischiano di scoraggiare non poco i giocatori meno esperti, “puniti” indirettamente da un sistema di unlocking tra i meno permissivi in circolazione.
Fatta questa doverosa premessa, Evolve è senza dubbio un esperimento interessante e ben riuscito, capace di incollare allo schermo per ore e ore – specie se dall’altra parte del monitor o della TV si trovano un paio di amici, rigorosamente equipaggiati di cuffie. In queste circostanza, siamo di fronte ad un potenziale rivale per FPS più noti quali CoD, Titanfall e via dicendo. Peccato solo per quel “profumo” diDLC che si respira lontano un miglio e che, oggigiorno, rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang per 2K. Talmente pericoloso da poter abbattere anche un mostro come il Behemoth.
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