Capcom sa essere davvero crudele, giocando con il cuore dei suoi fan. Lo sanno bene tutti i fan di Dino Crisis quando di fronte al primissimo trailer di Exoprimal (disponibile da GameStop a questo link) hanno intravisto un personaggio simile a Regina, protagonista dei primi capitoli dell’ormai dimenticata serie survival horror.
Da quel momento in poi non è stato facile superare la stimmate che gravava sul gioco, da cui in molti hanno volutamente distolto lo sguardo in risposta al “tradimento” vissuto da parte dell’attivissima software house giapponese. Non ha aiutato poi molto il modo in cui Capcom ci ha fatto avvicinare al gioco, mantenendo un grande mistero su contenuti e modalità e limitandosi a trasmettere il messaggio che in questo gioco avremmo usato i robot per abbattere secchiate (letteralmente) di dinosauri. Un cortocircuito creativo mica da ridere, non facile da assimilare.
Beta dopo beta, la situazione non cambiava e l’immagine che si poteva creare del titolo andava a consolidarsi verso quella di un gioco dalla premessa simpatica ma non sufficientemente valido e intrigante come ci si potesse aspettare – perché succede così molto spesso in rete, dove i giudizi prematuri rimbalzano con forza fino a diventare percezione comune.
Un primo passo in positivo poi lo si è vissuto con l’annuncio di Exoprimal come titolo che sarebbe stato disponibile al lancio nella libreria dei titoli di Xbox Game Pass, aumentando in modo vertiginoso la potenziale userbase che avrebbe testato con mano la bontà della produzione, considerando i suoi limiti e il suo potenziale. Eccoci dunque, a iniziare un viaggio attraverso questo bizzarro Jurassic Park tecnologico dove le IA hanno il controllo sui viaggi nel tempo e gli universi paralleli.
Un appunto da chiarire subito: questa non sarà una recensione definitiva di Exoprimal, ma una prima valutazione in progress che andrà a completarsi nel momento in cui verranno rese disponibili le nuove modalità PvE per il gioco. Attualmente, infatti, il titolo dispone di una sola modalità che, per quanto sia studiata per offrire una rotazione di sfide e prove PvPvE costante, lascia ben poco controllo in mano al giocatore.
Sapendo però che il 28 luglio, a sole due settimane di distanza dal lancio del gioco, sarà disponibile gratuitamente la modalità Savage Gauntlet, ci è parso corretto attendere l’arrivo dei nuovi contenuti per esprimere un giudizio definitivo sulla proposta commerciale di Capcom che – va sottolineato- andrà ad espandersi ulteriormente con nuovi contenuti gratuiti nei prossimi mesi.
Un viaggio attraverso un bizzarro Jurassic Park tecnologico dove le IA hanno il controllo sui viaggi nel tempo e gli universi paralleli
Ma andiamo a quello che effettivamente è presente nel pacchetto di lancio del 14 luglio e che, ricordiamo, al di fuori di Xbox Game Pass è venduto quasi a prezzo pieno se confrontato ai titoli di nuova generazione. A conti fatti, un giocatore che avvia Exoprimal viene accolto da un discreto quantitativo di contenuti sotto forma di storia, dialoghi, dettagli, informazioni e persino un tutorial. Tutto sembra funzionare correttamente, tutto sembra in linea con la qualità offerta recentemente da Capcom.
Anche in termini grafici, tutto sembra funzionare al meglio. Dopotutto stiamo parlando di un gioco sviluppato su RE Engine e provato in questo caso su una console next-gen (Xbox Series X), quindi ci troviamo davanti ad un più che soddisfacente livello di dettaglio nei modelli dei personaggi, a buonissime animazioni, una pulizia video in linea con le aspettative e – indispensabile per il genere – un granitico framerate a 60 fps.
L’impatto iniziale quindi è buono, positivo. Facciamo conoscenza dei vari personaggi come Lorenzo, il capo del gruppo di cui facciamo parte (che lui ama chiamare Hammerheads, nome non troppo apprezzato dai suoi sottoposti); lasciando spazio poi alla focosa Majesty, la combattente che nei trailer ci ricordava Regina; e all’insicuro ma estremamente capace tecnico Alders. MVP totale è l’androide che accompagna la squadra come supporto, Sandy, tanto precisa e affidabile quanto imprevedibile in alcune situazioni, dove mostra tratti quasi umani.
Meno di un’ora di gioco e vengono stese le basi della storia: ci troviamo nel 2043, stiamo seguendo delle strane anomalie in prossimità della disastrata isola di Bikitoa e, improvvisamente, il nostro personaggio viene risucchiato in una serie di battaglie che si svolgono tre anni prima, nel 2040, che vendono squadre di piloti di exocorazze fronteggiare dinosauri (?) e altri piloti per ottenere i migliori risultati sotto gli occhi di Leviathan, la misteriosa IA che sembra aver preso letteralmente il controllo di un pezzo di spazio tempo collocato attorno all’isola.
Ok, ok, messa così suona davvero fuori di testa ed incomprensibile, ma fidatevi: in un certo senso funziona. Non stiamo parlando della classica idea talmente brutta da fare il giro e diventare bella, quanto piuttosto di uno scenario che è stato affrontato con tale convinzione che alla fine si va ad accettare quello che ci viene posto davanti perché si entra con tutte le scarpe nel folle immaginario dell’IA impazzita che organizza festini a base di umani in corazza e dinosauri.
Se a livello “creativo” possiamo dire che basta un po’ di leggerezza per entrare nel mood, a livello invece di design del gioco c’è da lavorare un po’ di più per conquistare i giocatori. Exoprimal, infatti, si gioca una scommessa davvero enorme presentandosi al lancio con la sola modalità Dino Survival, attraverso cui passa ogni minima fase di sviluppo dell’esperienza.
Niente modalità single player, niente missioni speciali per imparare a giocare (come già detto, solo un breve tutorial e un campo di allenamento libero) e obbligo di affrontare una modalità che è espressamente PvEvP, cosa che non incontra i favori di alcuni giocatori che magari speravano di affrontare il gioco solo ed esclusivamente in modalità PvE.
I giocatori però non possono influenzare in alcun modo come verrà strutturata questa sfida e quali tra la manciata di situazioni di gioco verranno scelte
Ma come si svolge effettivamente un match di Exoprimal? L’inizio è sempre il medesimo: accedendo al matchmaking, una volta trovati i partecipanti, Leivathan convoca 10 giocatori divisi in due squadre da 5, che si sfideranno per completare degli obiettivi (tendenzialmente PvE) nel minor tempo possibile, così da accedere alla fase finale PvP (con delle eccezioni) avendo un certo vantaggio.
I giocatori però non possono influenzare in alcun modo come verrà strutturata questa sfida e quali tra la manciata di situazioni di gioco verranno scelte. Si può giusto scegliere, al momento di lanciarsi nel matchmaking, se la propria preferenza vada a un finale PvP, PvE o se si intende lasciare la scelta al caso.
Una volta entrati in missione, Exoprimal chiarisce ai partecipanti il tipo di sfida che verrà affrontata, il che solitamente (almeno all’inizio) prevede di dirigersi velocemente in un punto della mappa, sterminare un tot di dinosauri o difendere un’area per un tot di tempo e procedere a quello successivo, sperando al contempo di fare meglio della squadra rivale. Questa viene visualizzata sotto forma di ologrammi rossastri, così da poter tenere traccia dei loro progressi – anche se il buon Leviathan non si risparmia l’aggiornamento su chi stia facendo meglio dopo ogni sezione.
Alla fine del percorso “comune” entra in gioco la sfida finale, che può variare tra alcune tipologie che comprendono (come detto in precedenza) il PvP diretto, il PvEvP o il PvE. Si può passare dalla conquista e difesa delle basi in PvP, da mantenere per un determinato tempo; al trasporto del carico (stile Overwatch) fino a destinazione sbaragliando dinosauri per poi incontrare la squadra rivale; oppure dalla più “comune” sfida ad orde in cui bisogna respingere tutti gli attacchi dei rettili prima dei rivali. Ci sono anche prove più curiose, come quella in cui è necessario caricare un potente martello per abbattere un numero preciso di barriere prima degli avversari – con cui contendersi la demolizione dell’ultima. E in futuro, chissà che altro.
Inizialmente l’impressione è di ripetere sempre le stesse dinamiche, in modo a tratti noioso, ma Exoprimal prova fin dai primi istanti a mescolare le carte in tavola. Le mappe sono poche, è vero, ma i percorsi cambiano sempre e spesso si prendono bivi e direzioni inattese considerando le partite precedenti. A livello di lore è comprensibile, perché l’IA malvagia gioca letteralmente con le nostre vite, ma dal punto di vista ludico l’assenza di forme di personalizzazione delle partite è quasi ingiustificabile, e si spera che più avanti possano essere integrate nell’esperienza opzioni per modellare gli scontri con le sequenze di eventi preferiti. Che stiano aspettando di far completare la trama a tutti prima di cedere alla dissonanza ludonarrativa?
È vero, di partita in partita si sbloccano nuove aree, nuovi nemici e si acquisiscono potenziamenti (i moduli) per le nostre exocorazze, ma questo sviluppo può allontanare facilmente tanti giocatori e premiare, invece, solo quelli che per mille motivi avranno la voglia di rimanere per vedere “cosa c’è dopo”. E per scoprirlo bisogna giocare, sbloccare le cutscene, visionare gli indizi nel database, ricostruire gli eventi e via dicendo, cosa che permette di progredire con la trama e attivare eventi speciali, o semplicemente permettere l’accesso a nuove aree e nuovi nemici. Tra l’altro, inizialmente i dinosauri saranno “fedeli” all’immaginario privo di piume, ma successivamente la mente di Leviathan darà vita a creature quasi soprannaturali.
In tutto questo le vere star sono le exocorazze, armature che funzionano letteralmente come i personaggi di un hero shooter alla Overwatch, dividendosi tra DPS, support e tank. E capita molto spesso di citare il titolo Blizzard giocando a Exoprimal, perché molte delle idee per le classi sono pescate dal fenomeno multiplayer dello scorso decennio, così come per alcune modalità. Nelle prime fasi sarà molto facile fare riferimento ai ruoli utilizzando nomi come Lucio, Genji o Bastion.
Non è un male però, perché il titolo Capcom costruisce ulteriormente sopra queste basi, permettendo ai giocatori di cambiare in qualsiasi momento classe al costo di un breve istante di vulnerabilità, in cui il giocatore è privo di armatura, per essere invece subito pronti nel nuovo ruolo.
Tra le opzioni c’è anche la possibilità di utilizzare un dinosauro in prima persona e attaccare direttamente gli avversari
Questo permette di essere estremamente flessibili durante le partite, andando a compensare immediatamente le eventuali mancanze nelle proprie fila all’avvio della gara e perfino cambiando i ruoli di sfida in sfida, andando a riconoscere quale exocorazza sia più o meno necessaria in quel preciso momento. Sconfiggendo i dinosauri è anche possibile ottenere scudi, piattaforme e altre strutture di supporto come cure e canoni da piazzare in battaglia. Padroneggiare tattiche e stili di gioco diversificati e adattabili a più situazioni possibile è quindi fondamentale.
Certo, non tutti i giocatori possono essere jacks of all trades e magari preferiranno concentrarsi su una singola classe, ma è molto facile che tra i membri della propria squadra ci sia sempre qualcuno più adatto al cambio di ruolo di altri, lasciando la possibilità a chi è meno adattabile di rimanere nella propria comfort zone – sebbene il gioco di suo spinga a sperimentare e a cambiare. Anche perché tra le opzioni c’è la possibilità di utilizzare un dinosauro in prima persona e attaccare direttamente gli avversari… ci sono parecchie cose da imparare!
Questo perché il “vero” sistema di progressione di Exoprimal è legato all’unlock di nuovi contenuti e potenziamenti, che possono fare grande differenza tra chi indossa la stessa corazza, così come di skin aggiuntive per corazze e armi o personalizzazioni che si ottengono dalle periodiche lootbox (non acquistabili, per fortuna). Una volta raggiunto il massimo grado di una delle classi conviene sceglierne un’altra e ricominciare per non rallentare l’ottenimento di nuovi elementi di gioco, assecondando così la volontà degli sviluppatori.
Il problema è che come in tutti i giochi di questo tipo gli unlock gratuiti in molti casi sfiorano l’inutilità, rappresentando più che altro una checklist di collezionabili, e spesso la sensazione sarà quella di progredire molto lentamente o non progredire affatto, se non per la storia che – fortunatamente – aiuta a tenere vivo l’interesse. Neanche il consueto pass e nemmeno la sua versione premium aiutano molto, anche se qualche skin esclusiva degna di nota fa capolino ogni tanto, rallegrando la situazione.
Inizialmente i dinosauri saranno “fedeli” all’immaginario privo di piume, ma successivamente la mente di Leviathan darà vita a creature quasi soprannaturali
Chi è abituato a queste dinamiche e al gioco con i rando online se lo mangerà a colazione Exoprimal, andando a scoprire come funziona ogni exocorazza a fondo, scoprendo i punti deboli di ogni nemico e iniziando così ad eliminare ogni minaccia sotto i propri colpi. Vi auguriamo di incontrare queste persone online, e di averle in squadra ovviamente, perché fanno spesso la differenza.
Per un giocatore più convenzionale, che è incuriosito ma non sa se rischiarsela, il consiglio invece è di trovarsi un team di amici e fare gruppo prima di lanciarsi nel matchmaking. Sarà una banalità, ma il divertimento offerto dal gioco cresce esponenzialmente, anche perché si scopriranno insieme i vari contenuti, che vanno a espandersi sotto i nostri occhi e dei nostri amici. L’inizio, a dire il vero, è molto pesante, soprattutto in caso di sconfitta, ma vale la pena insistere: sarà un paragone assurdo, ma nella crescita progressiva delle proprie abilità come giocatore ci ho visto qualcosa di Splatoon.
Exoprimal parte all’apparenza con il piede sbagliato per via dell’ingente costo d’ingresso e la singola modalità, associata a un sistema di progressione che fatica ad offrire al giocatore ricompense realmente adeguate per i suoi sforzi. Non è impossibile trovare esperienze free-to-play in grado di offrire contenuti paragonabili, e questo sarà un punto di riflessione per tutti gli utenti che vorranno giocarlo su PlayStation o su Steam. Nella sua “versione” disponibile su Xbox Game Pass invece, il nuovo titolo multiplayer Capcom mostra il potenziale per essere una bomba, offrendo un mondo folle ma divertente, uno stile accattivante e una tecnica solida, il tutto condito dalla bontà dei gameplay tipica della mamma di Street Fighter e un bacino di giocatori enorme considerando tutti i potenziali utenti di casa Microsoft. Non si può però far finta che la totale impossibilità di controllare come si svolge la singola (una sola!) modalità di gioco renda Exoprimal un titolo molto difficile da digerire, a tratti addirittura sconsigliabile. Ma la qualità di base c’è, la scintilla del coinvolgimento è viva e insieme agli amici ci si diverte un mondo. Per questo prima di fornire un giudizio definitivo attendiamo il 28 luglio, quando sarà disponibile la modalità PvE, per capire se davvero questo gioco nella sua finestra di lancio possa essere in grado di offrire al proprio pubblico un’esperienza sufficientemente completa e godibile, al netto dei suoi limiti. |
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