21 Giu 2019

F1 2019 – Recensione

Ci vuole parecchia fiducia in se stessi per anticipare di due mesi l’ormai solita data di lancio del proprio gioco. Così come ci vuole fiducia per mettere un’intera settimana di tempo tra la pubblicazione delle varie recensioni e l’effettiva uscita del titolo. Codemasters, con F1 2019, se lo può permettere.

È forse il capitolo più atteso di questi anni, sia per una stretta correlazione coi nuovi padroni della Formula 1, sia per la presenza di un’altra categoria dello stesso sport, ovvero la Formula 2. Senza nulla togliere all’apice del motorsport, sono ben lieto di affermare che la Formula 2 in F1 2019 è ancora più divertente e proprio come me l’ero immaginata guardandola in TV.

Ma è davvero tutto rose e fiori in F1 2019?

Di primo acchito la risposta è sì. Non appena entrato nel gioco, mi sono trovato davanti a un menu completamente rinnovato, vicino a quello che Electronic Arts ormai presenta da tempo per FIFA e anche a quello che Milestone ha scelto per MotoGP 19. Come per la controparte a due ruote, anche qui la fruibilità è massima.

A dire il vero, ancora prima di quello mi è stato chiesto di creare un profilo giocatore con un editor già più dettagliato rispetto ai capitoli precedenti, ma soprattutto approfondito dalla possibilità di personalizzare casco, tuta, guanti e anche livrea della mia vettura nel multiplayer.

Le opzioni sono molteplici e in grado finalmente di dare profondità e originalità al comparto online: purtroppo non ho potuto gareggiare contro altri utenti per mera mancanza di persone, ma lo farò intensamente da oggi in quanto faccio parte di una lega e per questo il multiplayer è essenziale per me.

Ogni giocatore ha del resto una sua superlicenza e va capito come si possa “schedare” ognuno in base alle performance e soprattutto al comportamento. Nessuno vuole giocare contro i divebomber di curva 1 a Monza.

La modalità regina di F1 2019 è però l’ormai rinomata carriera, che continua nel suo corso evolutivo introducendo una caratteristica davvero interessante. Per ricevere le offerte dei team di Formula 1 bisogna infatti passare prima qualche gara in Formula 2, il campionato cadetto in grado di estrarre il meglio dai piloti neofiti.

A dirla tutta, questa è una introduzione che si può anche saltare per cominciare la classica carriera come in F1 2018, ma fidatevi se vi dico che non vorrete assolutamente farlo. La Formula 2 è la grande sorpresa di questo capitolo e ve ne parlerò a breve.

F1 2019 gioca anche attorno a un nuovo modo di gestire le rivalità durante la carriera. Il paragone più vicino è probabilmente quello legato alla serie di Pokémon, dove c’è il personaggio amichevole e quel rivale che proprio non ne vuole sapere di essere sconfitto. Fin dalla Formula 2, la carriera si articola dunque anche in cutscene per creare una sorta di storia in cui immedesimarsi, grazie anche al fatto che sia necessario scegliere una academy per proseguire.

Al di fuori della modalità principale, per buttarsi subito nell’azione c’è come al solito Grand Prix, diviso tra F1, epoca classica e F2. Creare un weekend di gara è molto semplice, così come personalizzare le varie impostazioni e decidere quali sessioni attivare e quali no. Oltre a essere un ottimo modo di allenarsi, è anche l’occasione per salire su qualche vettura d’epoca o su quelle di Formula 2.

La Formula 2 è la grande sorpresa di questo capitolo

Mi soffermo dunque su questa categoria per dire che è davvero una bomba. Le Formula 2 sono dannatamente selvagge e imprevedibili, a prescindere dal fatto che siano più lente delle vetture di fascia superiore. Il loro sound è riprodotto alla perfezione e la guidabilità è proprio come me la immaginavo guardando Luca Ghiotto risalire in classifica sorpasso dopo sorpasso.

Per gli amanti del force feedback, il mio consiglio è di non andarci troppo pesante. La Formula 1 è infatti molto più docile e morbida sullo sterzo, mentre la Formula 2 è più dura e grezza in qualsiasi situazione.

In entrambi i casi ho anche notato una differente gestione dell’accelerazione rispetto ai capitoli precedenti. È un cambiamento che si può sentire sia sulla griglia di partenza, sia in trazione in uscita di curva. F1 2018 era molto magnanimo coi piloti, a causa di una progressione lineare dell’accelerazione che rendeva quasi prevedibili determinati errori e slittamenti.

In F1 2019 sembra che si sia quel turbolag che tanto viene denigrato nei motori dotati di turbo, ma che di fatto esiste e che avevo sentito finora soltanto giocando ad Assetto Corsa. Darà del filo da torcere alle persone abituate a un acceleratore “arcade”, mentre piacerà parecchio a quelli che sanno a cosa serve frenare e accelerare contemporaneamente.

Insomma, proprio nel momento in cui pensavo di aver raggiunto la trazione ottimale ricevevo invece una botta di potenza in grado di farmi perdere piacevolmente il controllo.

I progressi in termini di grafica sono risultati evidenti dai video rilasciati durante le scorse settimane, ma colpiscono purtroppo solo determinati momenti all’interno dell’esperienza. La qualità globale è infatti solo leggermente migliore rispetto al capitolo precedente quando si corre all’asciutto e in pieno giorno. I dettagli che colpiscono maggiormente sono i riflessi sullo chassis e la struttura delle gomme, che si deteriorano esteticamente in un modo molto più vicino alla realtà.

Le cose cambiano invece quando si accendono i riflettori sui tracciati notturni: l’utilizzo delle luci e dei riflessi tra Bahrain, Singapore e Abu Dhabi è un passo enorme in avanti rispetto a F1 2018. L’atmosfera è ricreata decisamente bene, tanto che in fase di recensione mi sono soffermato proprio su gare lontane dalla luce diurna.

F1 2019 è fantastico, costruito parallelamente alla disciplina sportiva reale

Pensavo che i video visti in queste settimane fossero provenienti solo da PC con schede grafiche da urlo, invece anche su PS4 Pro il risultato finale è davvero buono. Con la pioggia poi, è come correre in mezzo a un misto tra cascate e vaporizzatori in stile parco divertimenti.

Completa il tutto una nuova gestione dell’audio che migliora ulteriormente i progressi effettuati con F1 2018. I suoni sono più pieni e profondi, le scalate regalano quel fischio caratteristico e soprattutto nella Formula 2 gli scoppiettii degli scarichi sono davvero soddisfacenti.

Conclusioni

Per dare una valutazione completa è sicuramente necessario aspettare che il multiplayer si popoli. La presenza di eventi online già una settimana prima del lancio, un po’ come anche per la serie DiRT, fa ben sperare. Quello provato in fase di recensione era composto infatti da prove libere e qualifiche, per poi terminare due giorni dopo con la gara.

La lotta online con altre persone è però la vera discriminante per questo capitolo. Tralasciando il multiplayer, F1 2019 è quel titolo che crea una nuova base su cui migliorare ancora di più in termini di contenuti e profondità.

È fantastico, costruito parallelamente alla disciplina sportiva reale e vicino anche a quella virtuale degli esport. È dinamico grazie alla presenza della Formula 2 e di nuove monoposto classiche aggiunte al garage. È su misura per il giocatore grazie alla personalizzazione anche delle livree.

Manca solo una cosa, quella dannata realtà virtuale. La chiedo da anni insieme ad altri giocatori, eppure non sembra essere arrivato ancora il momento. Per adesso, comunque, è sempre una gioia.