Fairy Tail
30 Lug 2020

Fairy Tail – Recensione

La fortuna di ogni buon otaku giapponese è quella di poter acquistare, a cadenza settimanale, una copia della rivista Weekly Shōnen Magazine, specializzata nella serializzazione di alcuni dei manga più famosi come Great Teacher Onizuka (GTO), The Seven Deadly Sins e Fairy Tail.

Già, proprio Fairy Tail, l’opera del sensei Hiro Mashima che potremmo tranquillamente definire come uno dei manga più riusciti degli anni 2000. Un racconto basato sulla magia e sulle gilde che concettualmente si sposa perfettamente con il genere J-RPG dei videogiochi ma che mai ha visto luce nel mercato occidentale.

A prendersi questa “responsabilità” ci pensa Gust, il team di sviluppo che ha dato i natali all’iconica quanto popolare serie di Atelier, proponendoci il primo gioco di ruolo di Fairy Tail per PS4, Nintendo Switch e PC (disponibile da GameStopZing online e in negozio), impreziosito dalla supervisione del maestro Hiro Mashima.

Dopo ben due rinvii alle spalle, il viaggio nel regno di Fiore non si è rivelato all’altezza delle aspettative per la nostra gilda: potremmo definirlo come un minestrone con qualche ingrediente interessante, insipido al palato e a tratti un po’ indigesto.

Fairy Tail

Qualche anno fa non era così difficile, facendo semplicemente zapping con il proprio telecomando, intercettare abilmente qualche episodio di Fairy Tail. L’anime in questione parte dall’incontro del protagonista Natsu con l’esordiente invocatrice degli spiriti stellari Lucy intenta a unirsi alla gilda di, ma guarda un po’, Fairy Tail.

Sappiate che tutto questo nel videogioco non verrà minimamente narrato proiettandoci direttamente nella battaglia contro master Hades di Grimoire Heart sull’isola di Tenrou, passando per i Grandi Giochi di Magia fino alla minaccia della gilda oscura di Tartaros. Come avrete notato il titolo salta a piè pari circa 150 episodi dell’anime e di conseguenza molti degli eventi più interessanti come Oración Seis ed Edolas, solo per citarne un paio.

Una scelta coraggiosa ma sostanzialmente anche ragionata dato che dagli eventi dell’anno X792 la gilda di Fairy Tail dovrà ritrovare il prestigio e la gloria che le appartenevano un tempo. Bisogna altresì riconoscere che, da questo momento in poi, la storia prende una direzione precisa sciogliendo i nodi a delle questioni ancora irrisolte.

La storia di Fairy Tail non riesce a restituire lo stesso feeling dell’anime

Come abbiamo detto Fairy Tail è un GdR a turni vecchia scuola basato (quasi) esclusivamente su attacchi magici e invocazioni di supporto, in cui è fondamentale tenere d’occhio non solo gli HP rimanenti ma soprattutto gli MP: azzerare uno dei due comporterà un inevitabile game over. Gli avversari dal canto loro sono disposti strategicamente su un campo di battaglia 3×3, con la possibilità di cambiare posizione nel corso dello scontro.

Ogni attacco magico ha un’area d’azione e uno schema prestabilito di copertura: l’abilità del giocatore consiste nell’ottimizzare nel migliore dei modi i vari attacchi per mandare al tappeto i cattivoni nel più breve tempo possibile. Ovviamente come ogni RPG gli avversari saranno più o meno resistenti a determinati attacchi elementali e potrebbero subire dei malus a seconda della magia scagliata.

Se la battaglia si fa più dura del previsto si può ricorrere all’Extreme Magic: una serie di attacchi combinati di ogni membro della squadra che nella maggior parte dei casi si concludono con una finish speciale (come il Fairy Glitter di Cana Alberona). Ingegnoso anche l’uso del risveglio, una trasformazione attivabile dopo aver subito un numero ingente di colpi (la Dragon Force nel caso di Natsu), che non solo restituisce un certo ammontare di punti salute e magia, ma permette di potenziare tutti gli attacchi. Una caratteristica su cui gli sviluppatori hanno focalizzato una parte del sistema di combattimento sono gli Unison Raid: un ispirato attacco magico combinato da eseguire in coppia.

Un combat system tutto sommato interessante su carta, caratterizzato da quell’aspetto strategico che lo renderebbe più stratificato, peccato che non sia tutto oro quel che luccica. Ogni battaglia non ci ha mai messo veramente alle strette e tutte le caratteristiche di cui vi abbiamo parlato non riescono a dare il meglio di loro stesse. Cerchiamo di essere più precisi: il gioco è facile, facilissimo (anche impostando la massima difficoltà) e basta una piccolissima esperienza negli RPG per ritrovarsi dinnanzi a un sistema di combattimento noioso ed estremamente lungo, anche nelle boss battle.

Purtroppo non è l’unico aspetto che, alle porte della next gen, ci ha lasciato l’amaro in bocca. Il manga di Fairy Tail è rinomato per essere uno shōnen a incontri coreografici di magia, condito da un’ironia fuori dagli schemi che strappa più di un sorriso. Dimenticate tutto questo: a parte la fedeltà degli attacchi, il fascino dell’opera di Mashima non si respira ed è limitato a dialoghi infiniti e situazioni forzate soprattutto nelle missioni secondarie.

Infatti le richieste dei cittadini nella bacheca, divise per rango in base alla difficoltà, non offriranno nulla che non si traduca con un combattimento contro dei mostri (circa una decina in tutto il gioco), e recupero di oggetti in punti già segnalati nelle varie zone, rendendo il tutto ancora più facile e impedendo al giocatore di “struggersi” per completare la richiesta.

Fairy Tail purtroppo non ci ha convinto in quasi tutti gli aspetti

Tuttavia la gilda potrà essere potenziata nel corso di tutta l’avventura per ottenere vantaggi, dietro il corrispettivo di denaro e trovando un oggetto specifico. Questo aspetto è gestito un po’ “alla carlona”: non si è mai visto che dei bicchieri siano abbandonati e in bella vista sulla riva di un fiume. Forse un rilascio casuale da qualche villain di una determinata zona avrebbe avuto più senso. Anche la creazione delle lacrime, pietre speciali per ottenere bonus in battaglia, non ci ha convinto completamente e risulta poco incisiva.

La ricostruzione di Magnolia e di tutto il regno di Fiore è grossolana: a partire dalle città prive di dettagli, con problemi di illuminazione, con texture elaborate forse con troppa superficialità e abitanti (solo sette) ripetuti infinitamente in ogni angolo. Gli spostamenti nelle varie aree presentano degli evidenti cali di framerate e problemi con diverse hitbox. Non siamo inoltre riusciti a spiegarci l’implementazione del salto dato che non serve a nulla ai fini del gioco.

Fairy Tail può essere completato in circa 35 ore di gioco, dato fortemente in crescita qualora si vogliano completare tutte le missioni secondarie e post-game. La scelta del cel-shading nel character design è convincente, anche se le animazioni non ci sono sembrate molto realistiche.

Quello che ci ha deluso più di tutto è la storia principale che non riesce a restituire lo stesso feeling dell’anime, a parte quelle pochissime cutscene degne di nota. Molti dei personaggi chiave sono stati volutamente estromessi, altri compaiono solo come immagine (talvolta privi di parlato) e molti eventi sono stati adattati in base alle esigenze del gioco. È evidente che Fairy Tail soffra di un budget assolutamente limitato, e già dal day one il gioco godrà di piccoli aggiustamenti con patch correttive, ma forse era meglio concentrarsi su pochi aspetti e cercare di massimizzarli per ottenere un prodotto quantomeno discreto.

Conclusioni

Fairy Tail purtroppo non ci ha convinto in quasi tutti gli aspetti e la storia della campagna principale non solo non è raccontata benissimo, ma a tratti è anche frustrante e troppo prolissa. Così come le missioni secondarie che mancano di mordente e creatività: purtroppo non basta creare situazioni di dialogo tra personaggi per rendere il giocato più interessante.

Il titolo di Gust propone un combat system interessante e a tratti ingegnoso, peccato che non riesca a mettere mai seriamente alle strette anche facendo a meno di prestare attenzione ai vantaggi strategici.

Negli ultimi tempi molti dei tie-in videoludici tratti da anime di successo non riescono a risplendere, pretendendo di fare il passo più lungo della gamba: se si fosse puntato su un Action/RPG, molto più adatto agli scontri 1vs1, ci saremmo trovati dinnanzi a un gioco di Fairy Tail molto più godibile.