Nei pochi momenti di tranquillità, è stato mostrato il familiare hacking di device (come la cassa di un negozietto ampiamente martoriato, contenente preziosissimi tappi), l’altrettanto accomodante lock-picking (arcinoto soprattutto agli amanti dell’altra celebre serie di Bethesda), e i comandi da impartire al fido (in ogni senso) Dogmeat, spedito a cercare prezioso loot tra le macerie. Tanto nel negozio, quanto nella location successiva, la fabbrica Corvega ormai in disuso, la truculenza viene perpetrata in lungo e in largo, affrontando i nemici faccia a faccia, o persino sfruttando delle fessure sul muro (altra testimonianza della rinnovata precisione), ma è nella fase successiva che i semplici raider beccati a ripulire le briciole, si trasformano in un esercito pronto a conquistare la città (salvo qualche sfarfallio dell’IA). Peccato non abbiano fatto i conti con la cavalleria…
Il finale della demo è affidato ad un momento “Titanfall” di un’epicità sconvolgente. Come avvoltoi, degli elicotteri iniziano a sorvolare Lexington e a scaricare dal cielo dei familiari ammassi di ferraglia: sono i soldati della Brotherhood of Steel, equipaggiati con l’iconica armatura e giunti a ripulire la città dall’immondizia umana che l’ha occupata negli ultimi tempi. Ha così inizio uno scambio di fuoco tra i possenti guerrieri, apparentemente dalla nostra parte (nonostante le feroci voci riguardanti il loro essere nemesi, al contrario del passato), con esplosioni (davvero convincente la realizzazione di fuoco e fumo) e smitragliate incessanti, che culminano con qualche distruzione dell’ambiente scriptata e tanti, tanti razzi. La conclusione viene affidata ad un gigantesco Behemoth, un figuro non troppo dissimile dai temibili troll di caverna de Il Signore degli Anelli, sul quale l’esercito improvvisato concentra tutto il suo piombo: il fat-boy piazzatogli dal protagonista dritto in faccia deve avergli fatto non poco male…
Pur non avendo potuto effettuare alcun test con mano, l’anima shooter di Fallout 4 sembra molto più fluida e precisa del passato, e per un più che buon motivo: la sensazione è che infatti il focus posto sulle armi sia al centro dell’approccio strategico in fase offensiva a disposizione del giocatore. Inevitabile con un sistema di crafting così promettente e completo (sulla carta), e testimoniato da assalti condotti da gruppi di nemici ben più folti rispetto a quelli del terzo capitolo, da massacrare sfruttando l’ambiente (non solo le classiche bombole di gas, ma anche delle apparentemente innocue fessure presenti nel muro, ora utili e “praticabili” per via della mira migliorata del nostro avatar), ma anche la coerenza fisica che offre la possibilità di smembrarli ed azzopparli senza bisogno di ricorrere al V.A.T.S., ma semplicemente crivellandoli con precisione (non troppo) chirurgica. Ci sarebbe piaciuto saperne di più sul crafting, magari vedere in azione qualche momento di tower defense particolarmente intricato, ma ci siamo dovuti “accontentare” di tonnellate di piombo, accompagnati da una IA già da ora convincente.
È bastato quel poco di gameplay mostrato qui a Colonia a spingerci a desiderarne di più: non vediamo l’ora di tuffarci nella wasteland desolante di Boston e dintorni, pad alla mano alle prese con quello che è forse il gioco più atteso di questo autunno. Fallout 4 è in arrivo il 10 novembre su PC, Xbox One e PS4, e nulla sarà più come prima (vita sociale inclusa).
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