Colonia – Siate onesti: anche voi, almeno una volta nell’ultimo paio d’anni, vi siete fatti qualche domanda sul potenziale di Fallout 4 in Realtà Virtuale. Uno dei successi più clamorosi di Bethesda, acclamato da critica e pubblico per gameplay e narrazione: un titolo in cui tutti, almeno una volta nella nostra carriera, abbiamo finito per trascorrere più di qualche ora, mossi dalla curiosità di vedere sino a dove le prolifiche penne dei designer si sarebbero spinte nel delineare quell’universo post-atomico assurdo e pericoloso che risponde al nome di Wasteland. In occasione di gamescom 2017 abbiamo potuto godere di un veloce assaggio di Fallout 4 VR presso lo sfavillante booth di HTC Vive: inutile spendere troppe parole sulla bontà del visore, al cui riguardo ormai sono state tessute migliaia di lodi, cercando piuttosto di trasmettervi – e non senza una certa difficoltà – un riassunto delle sensazioni scaturite dalla nostra visita alle terre desolate di Fallout, in compagnia del nostro inseparabile Pip-Boy 9000 e del fedele Dogmeat.
Ritrovarsi dal nulla nel mezzo delle Wasteland, così su due piedi, è qualcosa di devastante ed impressionante allo stesso tempo: complice l’ottima risoluzione del visore made in Vive, si ha davvero l’impressione di essere nel bel mezzo di un universo disabitato e malato, vittima di un disastro nucleare senza precedenti e popolato da creature tutto tranne che amichevoli. Creature che, manco a farlo apposta, si trovavano giusto ad una decina di metri da noi – e che, stando a quanto riferitoci dal nostro “assistente”, ci avrebbero raggiunto in meno di 20 secondi se non ci fossimo inventati qualcosa.
Che cosa? Semplice: abbiamo cercato una posizione favorevole da cui avere una visuale quanto più completa del gruppetto di assalitori e, solo a quel punto, abbiamo iniziato a fare fuoco. Con il controller sinistro di Vive è possibile “muoversi”, sfruttando un meccanismo di teletrasporto non certo inedito nel panorama dei titoli VR: si mira ad uno specifico punto della mappa, si preme il trigger posteriore et voilà, lo spostamento è compiuto. Non siamo di certo di fronte alla soluzione più comoda ed intuitiva, specie in un gioco dove l’esplorazione fa da padrona come Fallout 4: avremmo preferito di gran lunga l’utilizzo di uno stick analogico (come nel caso di PS VR, ad esempio, e di molti prodotti della line up VR di Sony), ma si tratta di una soluzione comunque obbligata per i possessori dell’hardware HTC.
Portando il controller sinistro in posizione orizzontale, come se stessimo consultando un orologio, avremo accesso alle informazioni del Pip-Boy 9000, in modo da essere aggiornati sui valori delle nostre stats, sulle missioni attive e quelle disponibili: l’interfaccia funziona che è una meraviglia, e superato l’impaccio iniziale la consultazione del nostro inseparabile “braccialetto” diventa una procedura ai limiti dell’automatico. Il controller destro è invece demandato all’utilizzo delle armi da fuoco: con l’apposto touchpad di Vive abbiamo accesso alla ruota delle armi, che funziona da tradizionale selettore per decidere quale arma equipaggiare. Basta premere il trigger posteriore una volta presa la mira e godere del sangue avversario che bagna il suolo, prima di procedere con la nostra esplorazione.
Esplorazione e meccaniche combat non subiscono stravolgimenti significativi in questo porting VR, ad esclusione della già citata meccanica di teletrasporto. Chiunque abbia avuto modo di approfondire l’universo di Fallout 4 su PC o console, superato l’impaccio iniziale legato alla realtà virtuale, si ritroverà immediatamente a proprio agio – al netto di uno stupore, quello di ritrovarsi in un immenso universo decadente zeppo di minacce, davvero strepitoso.
In conclusione
Fallout 4 VR, nel complesso, rappresenta un esperimento interessante nel nuovo universo VR di casa Bethesda. La versione PC da noi provata, corroborata dall’hardware di HTC Vive, stupisce per risoluzione e pulizia di immagini, ricreando delle Wasteland verosimili a 360 grandi dove l’orizzonte sembra spingersi all’infinito e dove è davvero facile perdersi per intere ore. Difficile valutare, dopo una prova di circa 15/20 minuti, quanto un titolo longevo come Fallout 4 possa prestarsi ai dettami della Realtà Virtuale: l’affaticamento è sensibile già dopo poco, complice anche la necessità di restare in piedi per una miglior identificazione dei nostri movimenti, e il meccanismo (necessario, per carità) di teletrasporto, alla lunga, rischia di divenire leggermente fastidioso e confusionario. L’immersione, comunque, è totale: e non l’aveste ancora capito, ritrovarsi nel mezzo delle Wasteland in questo modo è un’esperienza che merita davvero di essere provata.