18 Giu 2016

Farpoint – Anteprima E3 2016

Los Angeles – La critica più aspra mossa alla realtà virtuale, fin dai suoi primi momenti nei siti di informazione videoludica, è stata l’assenza di titoli esclusivi, fatti appositamente per essere vissuti con un visore in testa e l’attenzione interamente rivolta alla vita digitale. Non si parla solo di PlayStation VR, ma anche dei suoi concorrenti, presentati con anticipo e comunque non esenti da critiche per la mancanza di giochi.

Siamo tuttavia arrivati a metà del 2016 e la situazione sta diventando sempre più rosea: Oculus Rift e HTC Vive già fanno sognare i giocatori con titoli esclusivi o giochi adattati alla realtà virtuale, i cui risultati sembrano decisamente buoni. Anche PlayStation VR è messo piuttosto bene, con circa 50 titoli in arrivo entro il suo lancio, programmato per il 13 Ottobre 2016. In qualche mese, i visori VR hanno ribaltato la situazione e sono spesso riusciti a cambiare il pensiero dei giocatori più scettici.

Ciò che si vede ora è un buon gruppo di giochi dedicati alla realtà virtuale, di cui PlayStation si fa paladina per quanto riguarda le console. La natività del dispositivo su PS4 permette infatti di avere la massima elasticità e versatilità, due fattori che interessano soprattutto i giocatori che non vogliono stare ad impegnarsi troppo con impostazioni varie e desiderano lanciarsi direttamente nell’azione.

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Il miglior modo che PlayStation ha per entrare nella realtà virtuale è dare ai giocatori esperienze in prima persona che in passato venivano solamente immaginate dai più visionari. Una tale fantasia trova ora realtà in Farpoint, vera esperienza sparatutto in prima persona su PlayStation VR: la nostra prova ha confermato ancora una volta che la realtà virtuale non può essere semplicemente vista in un trailer, poiché la vera essenza del gioco si carpisce solo col visore in testa. Anche guardando lo schermo sovrastante alla postazione non si può comprendere la sensazione di essere buttati in un ambiente totalmente inospitale e popolato da amichevolissimi ragni alieni.

Farpoint, per adesso, è proprio (e solo) questo: uno sparatutto in prima persona che ci porta su un pianeta simile a Marte, dove ci attende un’avventura esplorativa e combattiva, guidati dalla voce di una nostra probabile collega. Già qui il paragone con Firewatch è quasi immediato, ma lo stile del gioco, l’interazione con gli oggetti e l’ambientazione sono completamente diversi: dal trailer visto nella conferenza PlayStation si può già apprezzare una piccola parte della sparatoria, ma Farpoint non si limita solo a questo.

Appena indossato il visore, la curiosità ci spinge infatti a guardarci attorno e capire meglio dove diamine siamo stati mandati. Il rosso regna quasi sovrano nell’ambientazione, fatta di rocce, sabbia e grotte in cui qualche nostro precedente collega spaziale deve essere per forza entrato. Gli ologrammi sono infatti un modo per capire la storia del posto in cui siamo, e vederli in VR è un’esperienza totalmente diversa rispetto a quella su un semplice schermo.

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Sembra una cosa da poco, ma anche il semplice fatto di vedere sotto di noi il nostro corpo e di poter studiare a perfezione l’arma nelle nostre mani sono fattori importanti: per giocare si usa il nuovissimo PlayStation VR Aim Controller, un dispositivo interamente ricostruito e in grado di simulare l’azione di un fucile, con tutti i tasti già presenti in un normale DualShock 4. Niente device esterni dunque, visto che anche i due analogici sono già integrati nello chassis, in posizioni molto confortevoli ed accessibili: per coloro che hanno una buona dimestichezza con gli analogici, la direzione di movimento del giocatore non dovrebbe essere un grosso problema, a prescindere da come si impugni l’arma, ma i primi utilizzatori potrebbero talvolta confondersi.

Il dubbio che circondava Farpoint erano infatti i binari, ma durante la prova abbiamo potuto constatare che non esistono: il giocatore è infatti libero di muoversi a piacimento nell’area di gioco, esplorare i cunicoli tra le rocce e guardare l’infinità dei dirupi, magari con qualche tremolio delle gambe. Farpoint è infatti un gioco da vivere stando in piedi, possibilmente in una posizione non esattamente a piedi pari, in modo da non avere eventuali giramenti di testa. Durante il movimento, infatti, capita che si perda l’equilibrio in quanto non si ha la sensazione del proprio corpo, ma non c’è stata la minima sensazione di motion sickness: ricordiamo che i malori, durante un’esperienza di realtà virtuale, sono totalmente soggettivi ed imprevedibili, in quanto dipendono maggiormente dalla sensibilità della persona che prova il gioco. È comunque consigliabile non sottostare a sessioni troppo prolungate, anche se siete autentici terminator del gaming.

Per quanto riguarda il gameplay in sé, Farpoint non è per ora molto diverso da un qualsiasi sparatutto: la sua specialità è l’essere un’esperienza in realtà virtuale, ma gli aspetti del combattimento non rappresentano nulla di così innovativo per il mero genere FPS. Se fosse infatti sul classico schermo Full HD, Farpoint cadrebbe quasi nel ridicolo per la mancanza di spessore e varietà di gioco. Tuttavia, Farpoint rappresenta il capostipite del genere su PlayStation VR. Le armi possono essere cambiate con altre in giro per la mappa, semplicemente mimando l’azione di deposito del controller; ci sono anche granate e razzi, selezionabili con gli appositi tasti sul PS VR Aim Controller. Ciò che però contraddistingue l’esperienza in VR è la mira in sé, poiché finalmente scompare ogni tipo di auto-aim, rimpiazzato dall’effettiva mira Iron Sight o dai classici Red Dot.

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Prendendo come esempio gli FPS classici, la mira attraverso il mirino è sempre stata automatica, con un allineamento istantaneo della canna del fucile. Con la VR, invece, è il giocatore che deve per forza allineare le due tacche di mira, proprio come nella realtà: nell’uso di un fucile a pompa, ciò passa quasi in secondo piano, visto l’ampio raggio d’azione dell’arma, ma con un classico fucile d’assalto è necessario mirare correttamente per colpire i nemici, composti da un branco di alieni insettoidi. Ci sono i piccoletti quasi innocui, perfetti per impratichirsi col fucile, quelli esplosivi, mediamente pericolosi, ed infine i più imprevedibili, in grado di nascondersi sotto terra ed assalirci in gran sorpresa. Alla fine della demo ci siamo poi trovati davanti al ragno più grosso e cattivo, alto quanto una casa e poco disponibile al dialogo: niente combattimento epico né fuga a gambe levate, bensì un solo, potente ruggito dritto tra i nostri occhi, proprio come nel trailer, prima di vederci privati del visore PlayStation VR.

Farpoint rappresenta il capostipite degli FPS su PlayStation VR.

Per quanto Farpoint sia ancora un progetto giovane ed in sviluppo, fare parte dei primi titoli in arrivo su PlayStation VR significa scrivere anche un minimo pezzo di storia. L’azione FPS trascende il suo livello e va oltre, portando il giocatore non solo davanti ai propri nemici e all’ambientazione, ma letteralmente in mezzo a tutto ciò.

Oltre a questo, la demo provata all’E3 2016 era incentrata solamente sul gameplay in sé, senza far trasparire tutta la storia che potrebbe celarsi dietro. Il trailer mostrato durante la conferenza PlayStation ha rivelato qualche spunto della trama, ma quasi nulla è trapelato dalla prova, eccezion fatta per un breve colloquio tra ologrammi. Senza storia, del resto, Farpoint rischia di cadere nella banalità di un gioco sparaspara in realtà virtuale, quindi è più che lecito pretendere che la nostra presenza su un pianeta così inospitale abbia il suo effettivo senso.


E3 - 2016 - Anteprime