L’universo intero si regge sul dualismo. C’è lo Yin e c’è lo Yang, c’è chi vede il mondo in 16 milioni di colori e chi invece si accontenta di una scala di grigi, c’è chi ai tempi amava i Duran Duran e chi avrebbe rinunciato ad un arto per uno degli Spandau Ballet. Anche il mondo dei videogiochi non è immune a questa dicotomia, che trova proprio nel mese di settembre la sua massima manifestazione. Sì perchè settembre è il mese del calcio, non solo di quello giocato sull’erba degli stadi ma anche, e soprattutto, di quello vissuto in buona compagnia sul divano del proprio salotto. Settembre è, come tradizione ormai vuole, il mese dei due pilastri del calcio videoludico moderno: FIFA e PES.
I due gladiatori usciranno a breve nell’arena console e PC per affrontarsi con una declinazione che come ogni anno cerca di siglare un grado di realismo sempre più stupefacente. Vista la recente uscita delle demo non potevamo lasciarci scappare l’occasione di dare il nostro parere a caldo, in attesa delle imminenti review. All’angolo rosso, dunque, l’eterno sfidante di questa generazione ormai al tramonto, il nuovo PES secondo Kei Masuda; a quello blu, il campione in carica di casa Electronic Arts, il ben noto FIFA. Ma badate a non trarre conclusioni affrettate: la partita non è finita sino al triplice fischio dell’arbitro.
I Menu
Un buon gioco si riconosce anche da un buon menu, e su questo FIFA è maestro da anni, ancora da quando l’intro di FIFA 98 era affidato a Song 2 dei Blur. Sotto questo punto di vista Konami merita una tiratina d’orecchie, visto che transazioni, colonne sonore o altri effetti non intaccano minimamente il livello di appagamento dei menu made in EA. Che, tanto per dire, non solo si è limitata a rendere il tutto più bello e “cool” delle precedenti edizioni, ma ha pensato di rinnovare completamente la propria interfaccia, puntando sì all’eleganza ma soprattutto alla praticità.
Le formazioni
Proseguiamo la nostra analisi comparativa presentando gli schieramenti in campo delle compagini Konami e EA. PES 14 dispone di un undici di tutto rispetto, composto da cinque squadre di club (Bayern Monaco, Santos, Manchester United, Boca Juniors e i cileni del Colo-Colo) e sei nazionali, rispettivamente Inghilterra, Germania, Spagna, Francia, Portogallo e Italia. Due i teatri delle battaglie, rispettivamente l’Allianz Arena o l’immancabile Konami Stadium. Risponde FIFA con una formazione più ridotta, composta da alcuni dei club più titolati del calcio internazionale: Barcellona, Milan, Tottenham, Manchester City, Paris Saint Germain, Borussia Dortmund, Boca Juniors e New York Red Bulls. Inoltre, è possibile utilizzare una delle squadre di Fifa Ultimate Team all’interno del leggendario Camp Nou di Barcellona, una delle arene più evocative di questo sport non disponibile, per motivi di licenza, nel titolo Konami.
Set-up
Bene, abbiamo scelto la nostra squadra e relativa avversaria: cos’altro possiamo fare, prima di giocare? Rispetto alle annate precedenti, le nuove demo permettono una maggior personalizzazione dei parametri di gioco, regalando un’istantanea più vivida di quello che sarà il prodotto finito. Per ciascuna partita sui verdi campo di PES, la cui durata per tempo è di 5 minuti insindacabili, potremo decidere il piano tattico della squadra, il numero di sostituzioni (da 0 a 6) e la difficoltà (Principiante, Amatore, Regolare, Professionista, Top Player e Super Star), a fianco di parametri più “temporali” quali orario della partita (giorno/notte) e stagione (estate/inverno – ricordate che in PES 14 la pioggia non sarà contemplata). FIFA risponde a tono, e se da un lato offre al giocatore partite più brevi (3 minuti per tempo), dall’altro permette di modificarne le condizioni climatiche (sereno, nuvoloso e piovoso): a memoria, una feature inedita per una semplice demo. Sarà infine possibile scegliere difficoltà (Amatore, Semi-Pro, Pro, World Class e Leggenda) e velocità di gioco (normale, lenta e veloce), tipo di inquadratura e gestire la strategia di gara.
Gameplay
Leviamoci subito dalla scarpa uno dei sassolini più cruciali della faccenda. Già da parecchi mesi molto è stato scritto sul miglioramento delle meccaniche di gioco di uno e dell’altro titolo. Aggiornamenti del motore fisico, nuovi sistemi per il controllo della palla o per la gestione dei contrasti: cose sentite e risentite più volte, a cui finalmente possiamo dare una risposta non certo definitiva (pur sempre di demo stiamo parlando) ma già ragionevolmente delineata. Partiamo da PES. Una delle prime cose a saltare agli occhi è la palla, divenuta finalmente un’entità indipendente dal giocatore.
Se nelle precedenti incarnazioni del titolo era possibile dribblare, girarsi, scattare e far finte senza che il pallone si staccasse dai nostri piedi di un solo centimetro, in PES 14 bisogna tenere a mente sia dove e come vogliamo muoverci, sia il comportamento del pallone prima e dopo il nostro intervento. Il sistema di azione e reazione implementato dal TrueBall Tech sembra funzionare bene sin da questa demo, e va perfettamente a braccetto con un set di animazioni fluide e realistiche e una gestione delle collisioni esemplare. Merito del Motion Animation Stability System (o più semplicemente M.A.S.S.), grazie al quale si traduce su schermo l’interazione del giocatore col pallone (stoppandolo con varie parti del corpo, ad esempio, proteggendolo o giostrandolo coi compagni di squadra) o nel corpo a corpo con gli avversari (specie nelle spallate o nella gestione degli altri superiori per recuperare l’equilibrio perso), eliminando ogni possibile pre-determinazione.
Se proprio questo “anti-determinismo” rappresenta la chiave di lettura dell’operato di Masuda e soci, la parola d’ordine in FIFA 14 sembra essere protezione. Il Protect the Ball di EA rappresenta un’aggiunta di tutto rilievo che, se padroneggiata a dovere, può divenire l’ago della bilancia nell’equilibrio dei match. Usarlo con confidenza richiede un “periodo di prova” tutto tranne che trascurabile, ma una volta digerito già dalla demo permette al giocatore di essere più incisivo sia negli affondi sfruttando repentini cambi di direzione, sia di resistere alle incursioni dei difensori avversari.
Per attivarlo basta premere il trigger sinistro (che quindi non sarà più impegnato per le giocate acrobatiche, delegate al solo stick destro): l’incedere del giocatore ne uscirà rallentato, ma questo ridimensionamento del ritmo giova non poco al gameplay. Altro fattore che i veterani di FIFA noteranno è il peso dei giocatori: gli uomini sul campo rispondono meglio alle leggi della normale fisica, non sono degli automi dalla corsa con resistenza infinita e, specie per i pedigree meno nobili, avranno molte difficoltà nel creare giocate più complesse. L’inerzia c’è e si vede tutta, insomma, anche se duole notare come i giocatori più quotati riescano ancora a sfrecciare in fascia come nemmeno Bolt saprebbe fare (un problema che affligge anche PES, ma che qui appare talvolta più evidente). Dove FIFA appare superiore al diretto avversario è nel parco animazioni, sia in termini quantitativi sia qualitativi: il nuovo engine di casa EA unito al sistema Precision Movement estende a dismisura il già invidiabile set di mosse del precedente capitolo, garantendo una notevole varietà di gioco a fianco di una maggior verosimiglianza per scontri e rovinose cadute.
Intelligenza artificiale
Per quanto riguarda il capitolo AI, dalle due demo è emerso un quadro parziale che può essere riassunto assegnando un punto a PES per la tenace intelligenza avversaria e uno a FIFA per la migliore armonia del proprio team. Parlando del titolo Konami, quanto migliore è la compagine di fronte a noi tanto appare più realistico il suo modo di giocare, con una maggior varietà nelle azioni offensive (che non si limiteranno al solo sfiancamento sulle fasce, ma anche a passaggi fulminei in un fazzoletto di terra alla ricerca di varchi) e una grinta difensiva al limite dell’esasperazione, con tre/quattro giocatori che si fiondano come indemoniati sul portatore di palla. Migliore, parlando invece di FIFA, è la reazione della squadra alle nostre giocate: sia chiaro, questo non significa certo diventare gli Oliver Hutton della New Team di turno, ma basta poco per accorgersi della miglior strutturazione dei contropiedi (i nostri compagni non si limitano a correre verso la porta, ma cercano la posizione più vantaggiosa per un disimpegno pre-tiro) e delle sovrapposizioni. A dar invece fastidio, e questo vale per entrambi i contendenti, è la gestione altalenante dei portieri, che alternano parate sensazionali a “uscite a farfalla” degne dei miglior Vai Col Lisio (in special modo quando si parla di cross nell’area piccola). Speriamo di non dover imprecare verso il nostro numero 1 anche nelle versioni definitive.
Grafica
Chiudiamo questa lunga disamina con un piccolo appunto sul comparto grafico, non certo un giudizio inoppugnabile trattandosi di codice non ancora definitivo. Se abbiamo iniziato bacchettando PES per i menù, questa volta invece è difficile non premiarlo per un impianto tecnologico davvero eccellente. Non che FIFA non sia in grado di difendersi, per carità (la fluidità dell’azione di gioco, ad esempio, è ottimale), ma il salto più alto, in termini oggettivi, è stato fatto dal team di Masuda. La potenza del Fox Engine permette infatti di realizzare modelli perfetti e volti dal dettaglio impressionante, praticamente identici alla rispettiva controparte originale. Cara EA, non provare a dire che basta allargare la telecamera e tutta questa differenza non si vede, sarebbe un tentativo poco onorevole!
Verdetto finale
Giunti a questo punto vorrete sapere chi esce a testa alta da quest’amichevole di lusso. Stando ai valori espressi dalle demo, il risultato più giusto è un pareggio. I miglioramenti di PES sono innegabili, e senza scomodare i layer tecnologici investono aspetti critici già da parecchie edizioni, gameplay e controllo della palla in primis. PES 14 sigla un taglio netto col passato, mettendo sul piatto della bilancia molta più sostanza e qualità di quanto abbiamo visto in precedenza. FIFA, dal canto proprio, offre dei cambiamenti meno appariscenti ma ugualmente profondi e incisivi nell’economia di gioco. Il parco animazioni rinnovato, la protezione della palla e la gestione dell’inerzia danno un nuovo livello di realismo all’esperienza: peccato per quelle imperfezioni citate prima (portieri sbarazzini e giocatori VIP imprendibili in fascia), che non avremmo voluto vedere nemmeno nella demo. Ma alla resa dei conti manca solo una manciata di settimane: e tanto EA quanto Konami potrebbero ancora stupirci.
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