Karim Benzema ha appena segnato la rete decisiva contro la Juventus nella finale di Champions League al Wanda Metropolitano. No, non vediamo nel futuro: è solamente il culmine di una delle tante sfide che abbiamo giocato durante una prova con FIFA 19, il nuovo titolo della serie EA Sports che si è fatto provare nei giorni scorsi a Milano.
La prima uscita pubblica di FIFA 19 risale, ovviamente, all’E3 2018. Durante i giochi della kermesse di Los Angeles, Electronic Arts ha tolto il velo al nuovo simulatore calcistico, che arriverà nei negozi il prossimo 28 settembre. Le novità, quest’anno, sono davvero tantissime. E ve le racconteremo durante questi giorni: oggi ci occupiamo del gameplay e della nuova, imperdibile licenza di peso, ovvero quella della Coppa dalle Grandi Orecchie, che tutti i club ambiscono a vincere.
La Champions League è infatti la licenza più importante che da quest’anno la serie di Electronic Arts può vantare nel suo catalogo. Finito il matrimonio con il diretto concorrente, il publisher e sviluppatore di Redwood ha messo immediatamente le mani sopra la licenza, permettendosi così di aggiungere a FIFA 19 un elemento davvero importante: il realismo televisivo. E le parole dei producer, d’altronde, riflettono perfettamente queste intenzioni. Per loro, la licenza UEFA non è una qualsiasi, ma è anche l’obiettivo di colmare una mancanza piuttosto importante nella serie e che merita di essere sfruttata al meglio.
Al di là dei loghi ufficiali dunque, dell’iconico inno e delle coreografie, la UEFA Champions League in FIFA 19 è semplicemente la pura essenza di quella televisiva. A partire dalle cutscene pre-partita, che sembrano davvero essere tratte da una diretta di Sky o Mediaset. L’obiettivo, perfettamente riuscito, è quello di ricreare la stessa, identica atmosfera che i tifosi vivono ogni due settimane da settembre fino a maggio. Il tutto è possibile grazie alla potenza del Frostbite, che negli studi di EA Sports stanno imparando a conoscere decisamente bene. E questo ci porta di conseguenza a parlare del comparto tecnico del gioco.
FIFA 19 non è solamente una mera evoluzione di FIFA 18. Anche in questo caso i cambiamenti a livello visivo si notano eccome. Merito appunto dell’engine di casa DICE, che ora viene adottato da tutti gli studi di Electronic Arts, che permette una resa degli ambienti come campo e stadio decisamente realistica. Le maglie dei giocatori, inoltre, si muovono sempre in maniera realistica fin dall’ingresso in campo, assottigliando sempre di più il confine tra immagine televisiva e videogioco. Questo, ovviamente, finché non si mette mano al pad e si comincia a correre per 90 minuti.
Ad un occhio non allenato e soprattutto esterno, i cambiamenti nei simulatori sportivi possono essere praticamente nulli da un’edizione all’altra, ovvero di anno in anno. Non è ovviamente il caso e l’edizione di quest’anno di FIFA segna ancora uno smarcamento importante dall’edizione dell’anno scorso. A cominciare dall’introduzione delle battaglie per il pallone: in FIFA 19, per la prima volta nella serie, sarà possibile assistere agli sconti per arrivare primi sul pallone. Nessuno tirerà mai indietro la gamba e questo porta ovviamente a rimpalli imprevisti e situazioni non prevedibili. Non c’è stato modo di verificarlo in prima persona, ma non è neanche escluso che un eventuale tentativo per raggiungere il pallone non possa tradursi in un infortunio di gioco dovuto ad uno scontro.
Al di là dei loghi ufficiali, dell’iconico inno e delle coreografie, la UEFA Champions League in FIFA 19 è semplicemente la pura essenza di quella televisiva
Un altro elemento importante di FIFA 19 è sicuramente l’Active Touch System. Il nuovo sistema di controllo modifica non solo il modo in cui si ricevono i palloni, ma anche il come essi vengano raggiunti. I 22 uomini in campo, infatti, possono ora afferrare il pallone in tanti altri modi: utilizzando il petto (per poi controllare la sfera in aria), tuffarsi di testa per evitare un eventuale intercettamento da parte di un avversario e molto altro. Sono stati aggiunti anche i colpi al volo e la possibilità di schiacciare il pallone a terra per superare gli avversari con il classico sombrero oppure il portiere con una finta davvero innovativa. Migliorati anche i tiri, che ora possono godere di una nuova meccanica (completamente opzionale), basata sul tempismo e sulla precisione: premendo due volte il tasto del tiro seguendo il tempismo di una barra posizionata sopra la testa del giocatore, il nostro uomo può eseguire un tiro nettamente migliore. E nettamente peggiore, ovviamente, se si sbaglia l’esecuzione.
Anche il sistema di tattiche è stato svecchiato: ora è possibile agire direttamente su ogni aspetto del gioco, dalla difesa all’attacco, fino a quanti giocatori è possibile portare in area di rigore durante i calci d’angolo. Un esempio? Se decidiamo di impostare il nostro gioco sul possesso (come ad esempio il classico tiki taka di matrice spagnola), vediamo i nostri compagni avvicinarsi e facilitarci il passaggio. Allo stesso modo, in fase difensiva, se impostiamo un profilo aggressivo i nostri giocatori pressano molto di più i portatori di palla, meno se invece decidiamo di adattare una tattica più “leggera”.
Al di là di tutte queste novità, il feeling pad alla mano con FIFA 19 è praticamente identico agli anni scorsi. Tutte queste novità infatti non stravolgono completamente il gioco, ma lo rendono semplicemente migliore rispetto all’edizione precedente. Dall’atmosfera fino al sistema di gioco, l’idea è che EA Sports stia migliorando man mano il suo titolo di punta, mantenendo però alcuni elementi chiave che negli anni hanno reso FIFA il gioco di calcio in grado di far innamorare tantissimi utenti. I primi 45 minuti sono sicuramente un successo: per i restanti, ci risentiamo in fase di recensione, dove avremo finalmente il verdetto definitivo.