Nella competizione tra due colossi come FIFA e PES, chi esce per primo sul mercato setta l’asticella. Da anni lo fa il titolo di Konami, ma per quello di Electronic Arts basta andare a vedere i dati dell’anno precedente per accorgersi del divario.
Non lo nego. Lo scorso anno, dopo aver visto un PES 2019 con pochi spazi di miglioramento nonostante Adam Bhatti predicasse il contrario, pensavo di trovarmi nuovamente in un periodo di predominio per FIFA. Finalmente oggi posso contraddirmi, avendo provato FIFA 20 abbastanza per capire quale sia il mio capitolo calcistico preferito di quest’anno. Da storico fan di FIFA, sono contento e deluso allo stesso tempo e verso la fine vi spiegherò il perché.
FIFA 20 si presenta quest’anno con una espansione dei contenuti piuttosto che uno stravolgimento del gameplay. Da un certo punto di vista è buona cosa, vista la fanbase così radicata nello stile di gioco creato da Electronic Arts e la quasi certezza di trovare il solito riscontro sul mercato. Dall’altra si tratta di una situazione stagnante che non è efficace nell’attrarre i classici giocatori di PES.
Oltretutto, per tagliare la testa al toro, FIFA 20 si priva di una pedina estremamente importante per il nostro territorio. Non c’è la licenza ufficiale della Juventus, che ora si chiama Piemonte Calcio. Da interista ho comunque sentito un certo colpo nel non vedere questa squadra in versione ufficiale e presumo che per un tifoso bianconero sia anche peggio.
Si è dunque invertita la questione delle licenze, con PES che negli ultimi anni arrancava (nonostante la possibilità di redenzione grazie ai file personalizzati su PS4) e FIFA gongolante sul tetto del mondo. FIFA 20 mantiene salda la situazione in fatto di quantità di licenze, ma perdere la Juventus è senza ombra di dubbio un colpo alle fondamenta del titolo.
Forse è anche per questo che in FIFA 20 è stata inclusa una modalità “inedita”: si tratta di Volta Football, che chiaramente vuole ripercorrere le orme di FIFA Street per far tornare in auge uno stile di gioco mai dimenticato, ma che non trova riscontro nostalgico nelle nuove generazioni.
Si può giocare in mini-squadre tra 3, 4 o 5 giocatori, scegliendo varie località underground o dal look più acceso e colorato, fino ad arrivare a capannoni adibiti appositamente al calcetto. Occorre dimenticare in fretta i tatticismi e le strategie che si possono pianificare nelle partite classiche 11 vs 11, perché qui conta molto di più la prontezza di riflessi, la creatività e anche un pizzico di fortuna. Senza contare che il tiro è 100% manuale, come deve essere in queste situazioni.
La modalità Carriera sembra il miglior modo per godere di questa esperienza, eppure non è paragonabile come profondità a Il Viaggio. Oltretutto, nonostante sia possibile giocare multiplayer con altri giocatori, non è invece presente la lobby online con gli amici.
Non c’è la stessa atmosfera di FIFA Street, che di fatto era un gioco a sé: Volta Football è invece solo una specie di contorno, quel piattino di patatine arrivato per errore sul tavolo, ma comunque ben accetto.
Di fatto questa è la grande novità rispetto al capitolo precedente. FIFA 20 infatti gli è molto vicino in termini di gameplay, con qualche aggiustamento legato alla fisica della palla e al controllo dei giocatori dopo aver ricevuto un passaggio.
Non ho notato del resto un cambiamento nella velocità classica del gioco. Il giro-palla di FIFA 20 è praticamente identico a FIFA 19 per il ritmo che si può creare, eppure si sente che i giocatori possono essere più insicuri per ogni passaggio calibrato male. Occorre dunque più che mai tenere conto della posizione del corpo per effettuare un passaggio o un tiro. Meno arcade, più simulazione, va bene così.
Il concetto che non riesco ancora a capire è il divario di velocità tra portatore di palla e difensore: non importa in quale situazione vi troviate, il difensore in rimonta avrà sempre la possibilità di raggiungere l’attaccante.
A palla ferma è invece possibile notare un gradito ritorno ai primi anni 2000, quando per battere le punizioni era possibile mirare effettivamente e fare del proprio meglio. In FIFA 20 ritorna questa caratteristica, espansa dalla necessità di premere nuovamente il tasto di tiro non appena il piede tocca la palla per dare maggiore precisione. Oltretutto, l’effetto dato al pallone va manovrato in anticipo con la levetta sinistra. È insomma un valido ibrido tra lo stile retrò e le ultime introduzioni in ambito calcistico virtuale.
Entrando nella modalità offline principale, la Carriera, si possono notare alcuni miglioramenti nella gestione del rapporto coi giocatori e nel modo in cui il gioco si interfaccia con la controparte reale. Innanzitutto è ora possibile rispondere alle mail del proprio team, tra lamentele e ringraziamenti.
Il risultato è un continuo movimento della barra del morale per determinati giocatori, un po’ come si può vedere in F1 2019. Più si tratta bene un giocatore, più sarà motivato a dare il massimo durante ogni gara e meglio potrà crescere nella sua carriera.
Tutto questo si svolge appunto sia tramite PC sia nelle interviste, ora in stile televisivo, che a volte si presentano però in modo alquanto casuale. Sembra quasi che i giornalisti pongano certe domande solo perché devono chiedere qualcosa.
Il che, ora che ci penso, è anche dannatamente realistico.
Anche FIFA Ultimate Team introduce una nuova modalità, che permette di giocare amichevoli senza impattare su tutte le variabili normalmente coinvolte, come l’affaticamento, l’utilizzo, gli infortuni e via dicendo. Non è il miglior modo per progredire e non vuole nemmeno esserlo, altrimenti romperebbe il delicato intreccio di grinding e microtransazioni pensato per far stampare soldi a Electronic Arts.
Si tratta però di un paradiso per coloro che vogliono semplicemente giocare. A volte è necessario focalizzarsi su una singola cosa, la vittoria, senza dover pensare alle conseguenze portate dalla scelta di determinati giocatori. Questa modalità permette del resto di guadagnare comunque qualche soldino da spendere successivamente.
Per il resto si tratta della stessa formula vincente di questi anni, che permette a FIFA 20 di avere ancora un certo vantaggio online su eFootball PES 2020.
Ultima menzione per la modalità che più ho giocato in questi anni, la stagione online. Senza mezzi termini, è frustrante come poche cose al mondo, ma finisco sempre per tornarci. All’inizio è difficile trovare il proprio spazio perché tutti partono dalla decima divisione, pro e noob. Il problema è legato alla tossicità della community, più incline a far vedere quante skill sa usare piuttosto che a mettere la palla in rete.
Non a caso, una volta preso io possesso del pallone e fatto goal senza nemmeno toccare la levetta destra, molti di questi fenomeni ragequittano ancora prima del secondo tempo.
Devo parlare anche di grafica? Ha poco senso, visto che non riesco a trovare differenze da quella di FIFA 19.
Quest’anno mi è sembrato che FIFA 20 abbia scelto di fare il compitino piuttosto che stupire i giocatori. L’introduzione di Volta Football non è infatti in grado di dare quel plus a un gioco che perde Il Viaggio e si dimostra troppo vicino in molti campi al capitolo dell’anno precedente. È una questione di bilancio: in termini di quantità, i progressi sono minori rispetto alle perdite. FIFA 20 perde Il Viaggio, non dà sostanziali modifiche al suo gameplay e soprattutto lascia per strada la Juventus, pinnacolo attuale del calcio italiano e punta di diamante tra le licenze da avere. Per fortuna il cuore del gioco rimane quello. FIFA 20 è ancora divertente da giocare nella sua frenesia, nei fraseggi che si possono creare in mezzo al campo, nella spettacolarità delle azioni e nella capacità di riunire un manipolo di persone davanti allo schermo per ore e ore di amicizia a rischio di esplosione. Tuttavia, mai come prima mi è sembrato di avere in mano un’espansione del capitolo precedente piuttosto che una nuova iterazione. Per questo sono deluso e contento al tempo stesso: deluso per una mancanza di vera innovazione in FIFA 20, contento perché c’è un competitor che ha fatto le cose in grande e ora può colmare facilmente questa lacuna. |