A bordo di una navicella spaziale, ci avviciniamo alla Junipero, una stazione orbitante da cui non giungono segnali di vita: dopo aver effettuato l’attracco ci troviamo a confrontarci con la scomparsa di tutto l’equipaggio, guidati esclusivamente dalla voce di una fantomatica sopravvissuta che ci porterà a scoprire, enigma dopo enigma, il mistero che si cela dietro la scomparsa di tutto il personale di bordo.
Questa la premessa narrativa alla base di Filament, un interessante puzzle game a telecamera isometrica mobile sviluppato da Beard Envy, uno studio indie composto di appena tre persone. Un prodotto che, a dispetto di budget e limitatezza del progetto, riesce senza alcuna remora ad impensierire mostri del settore come The Spectrum Retreat e The Witness. La peregrinazione sulla Junipero ci porterà a ricostruire gli eventi che hanno portato alla scomparsa dell’equipaggio tutto: per far ciò dovremo farci strada nei vari settori della navicella, aprendo porte o ri-collegando l’alimentazione a settori altrimenti inesplorabili, mediante la risoluzione di puzzle ambientali gradualmente sempre più difficili.
Saremo dunque portati a trovare la strada tra un punto di partenza e uno di arrivo, avvolgendo un filamento, un filo di Arianna al contrario, attorno ad ostacoli-recettori che verranno “attivati” con il semplice contatto del filo. Sbrogliare il bandolo della matassa e aprirci la via verso l’uscita dal livello, ci permetterà di completare le singole sezioni, composte da un minimo di tre ad un massimo di sei puzzle, ed ottenere sempre maggiori dettagli sulle vicende avvenute sul vascello interspaziale, quando l’accesso ad ulteriori segmenti di gioco. Il completamento, inoltre, delle singole sezioni, ci darà la possibilità di ottenere la soluzione di alcuni tracciati extra che, debitamente applicati in alcune sottosezioni in-game, ci permetteranno di ottenere informazioni più dettagliate (ma non indispensabili per il completamento della main quest) sui misteriosi accadimenti tuttora in atto sulla Junipero.
I puzzle ambientali saranno gradualmente sempre più difficili
Detta così, Filament potrebbe rivelarsi un gioco noioso o, per lo meno, ripetitivo: fermo restando che, per via della sua natura da puzzle game vada endemicamente ad infilarsi in una nicchia accessibile solo agli appassionati del genere, la produzione Beard Envy riesce a tenere alto il livello di sfida aumentando gradualmente la difficoltà e proponendo, nel momento in cui si è giunti alla consapevolezza del funzionamento e della risoluzione degli enigmi, delle variazioni sul tema. Dovremo dunque confrontarci con colonne “negative” che annulleranno le nostre mosse, resistori colorati che ci costringeranno a fare i conti con la disposizione degli ostacoli e pilastri mobili che ci porteranno a temporizzare le nostre mosse per riuscire ad uscire vincitori dal dedalo di turno, ritrovandoci, di fatto, risucchiati nelle trappole ordine dai ragazzi di Beard Envy nei nostri confronti. Che si sia o meno appassionati di puzzle game, Filament, tanto per via di meccaniche di gameplay piacevoli e raramente frustranti, quanto per una trama complessa ed avvincente, riuscirà a catturarvi, al pari di quanto fatto, pur con le dovute differenze, da Return of the Obra Dinn.
Mentre però nel titolo di Lucas Pope ci trovavamo davanti ad una grafica che ci portava di diritto agli albori del PC Gaming, tra schermi monocromatici e minimalismo artistico, con Filament siamo di fronte ad un prodotto che fa della pulizia e della semplicità grafica la sua bandiera.
A sezioni esplorative caratterizzate da tonalità vivide e calde, si opporranno i freddi cromatismi dei “puzzle moment”, interrotti anche loro da repentini cambiamenti artistici che renderanno pieni di sfavillanti colori gli ambienti più asettici e claustrofobici della Junipero.
Unico neo di questa produzione, una colonna sonora che, per quanto bella ed evocativa, risulta essere monocorde e ripetitiva, alla lunga.
Filament entra di soppiatto, ma con il fare del primo della classe, nel genere dei Puzzle game, facendo compagnia a colossi come “Return of the Obra Dinn” e “The Spectrum Retreat”, dall’alto della sua complessa semplicità. Enigmi sempre avvincenti ed una curva di apprendimento ben dosata e mai frustrante rendono Filament un must play per tutti gli appassionati del genere, che troveranno pane per il loro denti in un prodotto realizzato da sole tre persone. |
Commenti