Di storie con principesse da salvare e amori perduti ne abbiamo vissute tante nei videogiochi. Di streghe spaziotemporali e bambini sperduti? Solo una volta. Final Fantasy ha sempre avuto, nella sua evoluzione, uno storytelling ambizioso (a volte anche troppo) che ha raccontato i suoi personaggi non solo in relazione tra loro, ma anche in relazione al mondo circostante. Se Cloud doveva fare i conti con una vera e propria malattia del mondo e con un folle individuo accecato dall’odio, Squall e Rinoa hanno dovuto porre fine alla follia umana (e alla sofferenza) della strega Artemisia. Gidan, invece, vive in un mondo fantasy colorato e sgargiante, dal gusto barocco estremamente peculiare.
È una vera e propria fantasia quella di Final Fantasy IX, partorita dalla mente di Hironobu Sakaguchi prima del suo addio a Squaresoft e al brand che aveva creato. Nella città di Alexandria si respira la classica atmosfera da fiaba, quella di un libro impolverato nella libreria dei vostri genitori o dei vostri nonni, con animali antropomorfi e un regno da salvare. Si scaccia via la polvere e ci si getta in storie senza tempo, con cavalieri maldestri ma di buon cuore, una regina malvagia e un ladro, Gidan, che aiuta la principessa Garnet a sfuggire dalla sua casa, terrorizzata dalla follia che sua madre ha scatenato sul regno. Ma Garnet dietro quel cappuccio con cui si nasconde agli occhi indiscreti delle guardie e del fedele Steiner, ha una lunghissima chioma bruna che non passa di certo inosservata agli occhi del nostro protagonista, uno sciupafemmine (almeno di fama) rapito dalla regale bellezza di questa fanciulla. E allora la fiaba diventa anche un racconto romantico: ma Final Fantasy IX non è solo questo, e come ogni grande storia che si rispetti ha un tema di fondo, centrale, che la rende tale.
In Final Fantasy IX si parla di esistere, nel modo più umano e limpido possibile: cosa significa esistere, come si può essere uno in mezzo a molti, ed essere unici. Nella delicata vicenda del mago nero Vivi, forse uno dei personaggi più intensi che questo capitolo ci ha regalato; fino alla struggente storia d’amore di Freya: “Essere dimenticati è peggio che morire”. Final Fantasy IX viene spesso dimenticato nelle grandi storie che la serie di Square Enix ci ha regalato in questi trent’anni, eppure è uno dei capitoli più riusciti in tal senso: un bellissimo racconto di ricerca personale di personaggi splendidi, in cerca di uno scopo e di una ragione per “esistere” davvero. Ha una sceneggiatura splendida, ed una struttura narrativa che spazia continuamente da un personaggio all’altro, per farci vivere i loro panni, i loro punti di vista e, in modo delizioso, dando un ritmo unico agli eventi.
Final Fantasy IX era, ed è tuttora, un capolavoro
L’approdo di Final Fantasy IX su Playstation 4 è quindi una grandissima opportunità per giocare (o rigiocare) questa meravigliosa avventura. Che a nostro avviso è anche invecchiata splendidamente, visto lo stile deformed e la direzione artistica semplicemente deliziosa, che abbandona il realismo dell’ottavo capitolo per creare qualcosa di assolutamente incantevole. Il gameplay, con l’ATB, è quello proprio dei capitoli classici, con uno sviluppo delle abilità e dei personaggi affidato all’equipaggiamento e ai livelli. È un Final Fantasy di altri tempi, ma quella polvere di cui parlavamo prima Square Enix l’ha (in parte) pulita davvero.
Pur essendo un titolo della prima Playstation, e, questo, un porting basato sulle versioni mobile e Steam, il lavoro di pulizia svolto è piuttosto efficace, tanto da non farlo sfigurare su uno schermo full HD. Le linee sono più pulite, e i filtri funzionano anche quando parliamo dei video FMV, bellissimi e d’effetto anche oggi. Il problema, come al solito, sono i 4:3, anche se in questo particolare caso le bande nere sono sostituite da una soluzione più elegante e meno fastidiosa alla vista. Le principali differenze con le precedenti versioni sono ravvisabili nei trofei: “Officina”, “Magia Nera”, “Magia Bianca”, “In Volo”; “Borseggiatore”, “Un aiuto concreto”, “Asso del casinò”, “La miglior Difesa”, “A-Team” e “Quote rosa” non ci sono; come anche i dodici trofei delle invocazioni e i quattro legati ai quattro Kaos. In ogni caso, la corsa al platino, vi assicuriamo, non è una passeggiata di salute. Cacciatori di trofei, siete stati avvisati!
Nonostante il prezzo di listino a nostro avviso un po’ troppo alto (20.99€), la versione PS4 di Final Fantasy IX è assolutamente uno dei modi migliori per vivere questa straordinaria avventura, in compagnia di alcuni tra i personaggi più belli mai creati (e raccontati) in questa serie trentennale. Le novità non sono poi molte, mentre il restyle grafico, per quanto limitato, è servito a migliorare un titolo figlio di una console oramai vecchissima. La presenza di alcuni aiuti, come i danni apeiron o la velocità 3x, nonché di un vero e proprio god mode (ideale per chi volesse vivere la storia senza preoccuparsi di livelli o battaglie) rende il titolo più accessibile per i giocatori non più abituati a questo genere di jrpg. Ma in generale, vi stiamo dicendo tutto questo semplicemente perché, in qualunque modo vogliate giocarlo, l’importante è semplicemente farlo. Final Fantasy IX era, ed è tuttora, un capolavoro. |