Le operazioni di rimasterizzazione sono una pratica comune nei videogiochi. Da un lato permettono alle aziende di sfruttare le proprie IP e rivenderle a nuove generazioni di giocatori, o agli appassionati, su piattaforme contemporanee.
Dall’altro, volendo fare i romantici, permette di preservare opere che sarebbero altrimenti inaccessibili. Non sempre questi due aspetti coincidono e, soprattutto con Square Enix e il suo Final Fantasy (avete già prenotato Final Fantasy XVI, vero?), negli anni abbiamo visto restauri e riproposizioni decisamente fuori fuoco.
Final Fantasy, superata l’epoca dei remake per Game Boy Advance e Nintendo DS, ha visto la sua storica libreria approdare su mobile, con delle nuove versioni che snaturavano l’aspetto delle opere originali. Da allora, fortunatamente, qualcosa è cambiato. Nel 2021 è arrivata la Final Fantasy Pixel Remaster, con l’obiettivo di riproporre i titoli originali preservandone l’estetica e la pixel art che li caratterizzava.
Dopo due anni dall’uscita PC e mobile, finalmente Final Fantasy Pixel Remaster arriva su Playstation 4 e Switch. Una versione console a lungo attesa, richiesta a gran voce dalla community. Del resto, Final Fantasy non vive solo del suo settimo capitolo (che potete recuperare qui), tanto importante quanto ingombrante.
Prima di lui c’è un vero e proprio mondo, fatto di sei classici che scandiscono sei momenti fondamentali per la serie. La Pixel Remaster contiene infatti dal I al VI capitolo di Final Fantasy, rimasterizzati nelle loro versioni originali per NES e Super Nintendo.
Purtroppo, basandosi sulle versioni originali, le Pixel Remaster perdono tutti i contenuti extra contenuti dei remake per Game Boy Advance e PSP. Si tratta spesso di dungeon opzionali o contenuti end-game extra, ma nondimeno si tratta di un’occasione sprecata da parte di Square Enix. Nella loro volontà di restaurare e preservare la visione originale di questi titoli, Square Enix non ha considerato la possibilità che queste Pixel Remaster potessero diventare il modo definitivo per giocare questi titoli. Il loro valore enciclopedico è indubbio, vista la cura riposta nell’inserire in ogni capitolo una sezione Galleria, dedicata a bozzetti e artwork propri di ogni capitolo.
Sfogliare gli artwork di Yoshitaka Amano all’interno dei giochi è prezioso, così come la possibilità di poter riascoltare la colonna sonora originale, e riarrangiata, attraverso il riproduttore musicale nel menù principale. Queste Final Fantasy Pixel Remaster infatti, portano con sé diverse novità: una completa ricostruzione grafica per sfondi e personaggi, questi ad opera di Kazuko Shibuya, l’artista originale della vecchia guardia di Square Soft; e una colonna sonora riarrangiata, supervisionata nientemeno che da Nobuo Uematsu.
Il risultato di queste due novità è piuttosto notevole, perché la qualità del restauro, soprattutto per i primi capitoli, è letteralmente trasformativa. Siamo di fronte ad un’operazione tecnica e artistica che riesce a conciliare il rispetto per la visione originale e la fruizione su piattaforme decisamente più all’avanguardia di un NES o un Super Nintendo.
Certo, non aspettatevi la qualità di un remake in HD-2D, come lo abbiamo visto per Live a Live o il prossimo remake di Dragon Quest III. Si tratta però di un compromesso vincente, che scaccia via il lavoro sgradevole delle versioni mobile e PC di qualche anno fa.
Le versioni console hanno delle aggiunte ulteriori, basate sui feedback ricevuti al lancio su PC e mobile. In primis, Square Enix ha lavorato ad un nuovo font di pixel, che si avvicinasse a quanto visto nei titoli originali. Potrebbe sembrare una questione di poco conto, ma in effetti il nuovo font era davvero poco riuscito. Poco leggibile e privo di qualsivoglia coerenza estetica, era l’ennesima dimostrazione che per riproporre certi classici non basta applicare un bel filtro e tirare i remi in barca.
Stavolta il risultato è davvero piacevole, ed è perfettamente coerente con l’estetica di ognuno dei sei capitoli presenti nella Pixel Remaster. È inoltre possibile scegliere tra la colonna sonora originale e quella riarrangiata, segno di una visione più enciclopedica da parte di Square Enix. Non si agisce più per sostituzione, ma per per preservare la storia di Final Fantasy anche oltre la semplice logica commerciale.
Molto interessanti i nuovi modificatori inseriti, dedicati ai moltiplicatori di Guil ed esperienza, che permettono di gestire il flusso di gioco come si preferisce. Volete affrontare una sfida più ardua? I modificatori vi permettono di dimezzare o annullare l’esperienza o i guil ricevuti, ma anche di raddoppiarli o quadruplicarli in caso vogliate godervi l’avventura senza tanto penare.
Giocando questa Final Fantasy Pixel Remaster, viene naturale fare i conti con il passato e guardare al presente con una certa gratitudine. Final Fantasy è diventato ciò che è oggi, nel bene e nel male, per la capacità di rischiare delle persone che vi lavorarono. La prima fantasia finale era il canto del cigno di un’azienda sull’orlo della bancarotta, salvata dai suoi personali guerrieri della luce. Niente cristalli o magie, ma la forza creativa di artisti e programmatori che hanno lavorato incessantemente per dare al mondo la loro creatura. La Final Fantasy Pixel Remaster è un’operazione riuscita, ed ha un valore importantissimo. Non solo perché tutti i giochi sono impreziositi da una giocabilità migliorata e da una pixel art splendida e rispettosa del suo passato. Ma anche perché traccia un percorso dal grande valore storico, permettendo di saggiare l’evoluzione di questa amatissima serie. Dai quattro guerrieri della luce, alle sperimentazioni con i sistemi di classi, alle prime grandi storie raccontate in questo eclettico universo antologico. Final Fantasy Pixel Remaster è una raccolta decisamente riuscita, pur con le sue inevitabili mancanze. |
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