Final Fantasy VII Remake è tornato a far parlare di sé, in quel di giugno, non solo grazie all’aggiornamento PS5 gratuito ma soprattutto al contenuto esclusivo Episode INTERmission: si tratta di un DLC della durata di sei ore circa (se giocato in maniera superficiale e senza perdersi troppo negli incarichi secondari), che mette in scena il personaggio di Yuffie Kisaragi in una storia parallela a quella di Cloud e compagni, prima della caduta del piatto sul Settore 7.
Ancora una volta, dunque, il remake riscrive la trama rispetto a come ce la si ricorda dall’originale, scegliendo di introdurre il personaggio di Yuffie ben prima nel corso degli eventi: una scelta che abbiamo molto apprezzato, considerata l’inconsistenza del personaggio a suo tempo, nonostante facesse parte di una fazione (Wutai) fortemente coinvolta nell’eterno conflitto contro la Shinra. In Episode INTERmission ci viene presentata come un agente segreto wutaiano, in missione per recuperare la nuova Ultramateria sviluppata dall’azienda. Ad accompagnarla nel suo viaggio, Sonon Kusakabe, allievo del padre di Yuffie e spalla piuttosto convincente nel controbilanciare la stravaganza della giovane ninja.
Le premesse narrative ci hanno dunque convinto nel complesso, tuttavia peccano qui e lì quando si tratta di caratterizzazione. Prima della pubblicazione del DLC, il pubblico era preoccupato soprattutto dalla presenza di Nero e Weiss, due membri di Deepground introdotti la prima volta in Dirge of Cerberus (il capitolo fra i meno amati della serie): il timore era di vedere introdotte situazioni che già in passato avevano fatto sollevare più di un sopracciglio, invece dobbiamo ammettere che, pur avendo ancora qualche perplessità in merito, l’introduzione dello scenario Deepground è andata abbastanza liscia e soprattutto non ha rubato troppo tempo a schermo – giusto le battute finali del secondo capitolo.
Come anticipato, siamo meno convinti della messa in scena di Sonon, in particolare, e del suo rapporto con Yuffie. Le potenzialità per creare qualcosa di molto interessante ci sono e si vedono, vengono però messe da parte per via della durata del DLC: un tempo, cinque o sei ore, che troviamo giusto in generale ma troppo compresso se si vuole introdurre un personaggio a tutto tondo come sarebbe potuto essere Sonon.
Non si tratta di un semplice comprimario messo lì giusto per sperimentare un sistema di combattimento che andremo a descrivervi fra poco: Sonon ha una sua storia legata al passato conflitto tra Wutai e la Shinra, e vede in Yuffie non tanto il suo boss quanto una persona che gli ricorda un affetto perduto e, soprattutto, ha un presenza scenica che si sarebbe potuto valorizzare molto di più. Siamo di fronte a un uomo consumato dal desiderio di vendetta, capace di rimettere Yuffie sui giusti binari e al contempo di lasciarsi andare a una rabbia che è la compagna a dover mitigare: una continua ricerca dell’equilibrio tra desiderio personale e fedeltà alla missione assegnatagli che avrebbe meritato di essere espanso di più.
Episode INTERmission rende finalmente giustizia al personaggio di Yuffie
Purtroppo, la necessità di raccontare un intermezzo ben orchestrato all’interno della storia principale ha prevalso sulla complessità soprattutto di Sonon e del suo rapporto con Yuffie. Nulla da dire invece riguardo a quest’ultima, i cui tratti bizzarri vengono esasperati per restare fedele al personaggio originale ma, al contempo, vengono bilanciati da una serietà e una determinazione molto apprezzabili. È soprattutto ascoltando i dialoghi nel corso del gioco che si comprendono tante cose su di lei e sul suo rapporto con il padre Godo, un aspetto che apprezziamo proprio come abbiamo fatto con Final Fantasy VII Remake e il suo approfondimento dei personaggi tramite chiacchiere “casuali”.
Per quanto riguarda il resto dei personaggi coinvolti nella narrazione, Scarlet ci viene restituita benissimo nel suo odioso atteggiamento di superiorità, mentre i membri dell’Avalanche (quella vera, non la cellula impazzita fondata da Barret) non ne escono a testa altissima: ancora una volta, poteva essere l’occasione per raccontare dei rapporti che intercorrono tra questa organizzazione e il governo wutaiano, nell’obiettivo di abbattere la Shinra, ma la loro presenza è limitata e non riesce a dimostrarsi d’impatto. Fanno capire la volontà di fermare la Shinra con tutti i mezzi possibili ma evitando di portare la distruzione e il caos di Barret, tuttavia non si spingono mai oltre quello, rendendo difficile capire la loro estensione e soprattutto l’alleanza con Wutai – che a questo punto speriamo venga strutturata meglio nei capitoli principali futuri.
Tirando le somme, la narrazione è discreta, si bilancia tra parti più riuscite e altre meno, riuscendo nel compito di ridare lustro a un personaggio come Yuffie e anticipare le motivazioni che la spingeranno a unirsi a Cloud e compagni più avanti. Anzi, a onor del vero le vengono proprio date delle ragioni questa volta, cosa che nell’originale mancava completamente essendo lei un personaggio opzionale; a questo punto siamo curiosi di capire come verrà introdotto Vincent Valentine.
Passando al sistema di combattimento, si mantiene ancora una volta su livelli altissimi risultando il migliore realizzato finora da Square Enix per la serie. Yuffie sfrutta il suo canonico shuriken, attaccando sia da vicino sia dalla distanza e sfruttando anche le arti ninjutsu per infliggere danni elementali. La capacità di cambiare le proprietà degli attacchi a distanza, accordandosi alle debolezze dei nemici per mandarli più rapidamente in Stremo, la rende molto più pericolosa di quanto ci si potesse aspettare. Questa versatilità, unita alla velocità di concatenazione degli attacchi e alla possibilità di deflettere i colpi nemici per trarne poi vantaggio, fa brillare un sistema di combattimento di per sé già perfettamente riuscito.
Per quanto riguarda Sonon, a differenza dei compagni di Cloud in Final Fantasy VII Remake non è possibile controllarlo direttamente. Si può però impartirgli ordini e, soprattutto, farlo agire in Sinergia con Yuffie: in questo modo i due attaccheranno senza sosta lo stesso nemico, rendendogli molto difficile controbattere, e inoltre gli attacchi speciali di Yuffie risulteranno più potenti perché eseguiti in coppia con lui.
Sebbene a difficoltà Normale Episode INTERmission non renda necessario un costante bilanciamento tra l’azione singola e quella sinergica, giocato a Difficile ci si trova di fronte a un arricchimento di un sistema di combattimento ben pensato, soprattutto quando si affrontano determinati boss. Molto interessante anche il fatto che, qualora Yuffie dovesse essere messa k.o., Sonon sacrifichi tutti i suoi punti vita per farla rinascere. Complessivamente siamo soddisfatti del gameplay e, anzi, non ci dispiacerebbe vedere la Sinergia implementata anche nella seconda parte del remake: questo DLC potrebbe essere stato un valido banco di provare per testare eventuali meccaniche future. Menzione speciale per l’evocazione Ramuh, il cui supporto è sempre gradito e si presenta in ottima forma nell’incenerire i nemici con le sue saette grazie a una resa estetica molto curata.
Il sistema di combattimento viene ulteriormente arricchito con una meccanica che speriamo di rivedere in futuro
Prima di chiudere, dedichiamo spazio anche al minigioco di Fort Condor: si tratta di uno strategico in tempo reale con l’obiettivo di distruggere la base principale nemica, oppure essere in vantaggio con la quantità di basi distrutte allo scadere del tempo. Regolato da una barra ATB per quanto riguarda lo schieramento delle unità sul campo, l’abbiamo trovato un divertente passatempo che occupa il giusto spazio all’interno del primo capitolo, impegnativo quanto basta per intrattenerci. Esistono diverse varianti del gioco, ciascuna con le proprie peculiarità e più o meno utile a seconda dell’avversario: è possibile cambiare le singole unità all’interno di una variante, per meglio adattare il tutto al nostro stile di gioco, tenendo in considerazione i punti ATB a disposizione e soprattutto le unità schierate dall’avversario. Fort Condor si basa infatti sul classico sistema carta-forbice-sasso, per cui è opportuno mettere in campo le giuste truppe, prima di ritrovarsi con elementi inutili. Minigioco divertente nella sua rivisitazione dell’originale Fort Condor, che non si prende troppo spazio e diventa persino assuefacente quando si prende la mano: promosso a pieni voti.
Concludiamo questa recensione con un plauso alla grafica, che finalmente rende giustizia alla bellissima ricostruzione di Midgar grazie all’upgrade PS5: texture, luci, risoluzione, tutto ha subito una miglioria che fa sembrare Final Fantasy VII Remake un altro gioco rispetto alla versione PS4 ed Episode INTERmission un’ulteriore conferma dell’impegno nel restituirci l’immaginario di Final Fantasy VII al suo massimo splendore.
Final Fantasy VII Remake: Episode INTERmission è un DLC complessivamente ben riuscito, capace di dare giustizia al personaggio di Yuffie (che ora ha delle valide ragioni per unirsi a Cloud e compagni in futuro), arricchire ancora di più un sistema di combattimento già di altissimo livello e persino rendere piacevole quel Fort Condor che a suo tempo era fra le parti più noiose del gioco originale. Purtroppo la sua durata va a penalizzare la narrazione, troppo frettolosa soprattutto per quanto riguarda Sonon, la sua caratterizzazione e il rapporto con Yuffie. Tolto questo inciampo, ne esce un contenuto aggiuntivo consigliato – soprattutto per le scene dopo i titoli di coda, che daranno molto da chiacchierare in attesa della seconda parte. |