Di Final Fantasy XV abbiamo avuto modo di parlarne intensamente: un capitolo che ha diviso pubblico e critica, ma che è riuscito a ritagliarsi un successo incredibile. Episode Gladiolus si propone come il primo contenuto scaricabile dedicato ai tre compagni di viaggio di Noctis, ed è anche il primo a rappresentare una voglia, da parte del team di Hajime Tabata, di tappare dei buchi narrativi e di espandere la nostra percezione del mondo di Eos e dei suoi personaggi.
Non è un mistero che Gladio, il nerboruto Scudo del Re, sia uno dei personaggi più deboli dal punto di vista della caratterizzazione e della scrittura, e questo contenuto diventa quindi un’occasione fondamentale per dare non solo dignità al personaggio, ma per spostare il nostro sguardo sul suo rapporto con Cor “L’Immortale”, un personaggio tristemente inesplorato nell’avventura principale. Episode Gladiolus è anche un’occasione per proporre un gameplay differente rispetto al titolo originale, ma esploriamone i pregi e i difetti un passo alla volta.
Una tenda, un fuoco e quattro amici di sempre: Episode Gladiolus inizia con l’iconico campeggio dei nostri protagonisti, sotto le stelle a gustare le prelibatezze (con tre P maiuscole) di Ignis. Come le migliori estati ci hanno insegnato, il silenzio della notte e il calore del fuoco sono un’ottima scusa per raccontarsi delle storie. Così fa Gladio, che si lascia andare al racconto di quando, a Capo Caem, lasciò il gruppo per andare a sbrigare delle generiche questioni personali. Tutto purché generiche, le questioni erano più personali del previsto, perché in compagnia di Cor il nostro muscoloso amico si imbarcherà in un viaggio di scoperta personale, alla ricerca del leggendario Gilgamesh, per sottoporsi alle sue prove e acquistare la forza necessaria a proteggere il suo Re.
“Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore”, nonostante la premessa non sia epica come l’Inferno di Dante, il cammino di Gladio lo porterà nelle profondità di Eos, un inquietante e affascinante canyon nelle cui profondità risiede un guerriero leggendario, il cui nome e le cui origini si sono perdute nel tempo e nelle ere. Peccato che, al netto di un certo divertimento offerto dal “nuovo” gameplay, Episode Gladiolus si riveli un viaggio fin troppo breve e, a tratti, inutile. Nell’oretta circa che abbiamo impiegato per completarlo (a difficoltà standard), l’esperienza si è rivelata affascinante anche e soprattutto per i dialoghi tra Gladio e Cor, e per il fascino indiscutibile che una figura come Gilgamesh ha nell’immaginario della saga di Final Fantasy. I dialoghi tra i due personaggi, davanti ad una calda e ristoratrice ciotola di Cup Noodles, non riescono comunque ad elevare questa breve esperienza a qualcosa di più.
Episode Gladiolus è un viaggio fin troppo breve e, a tratti, inutile
Anche il nuovo approccio al gameplay, più vicino ad un hack’n’slash che ad un gioco di ruolo, propone un approccio più cafone dell’originale, spaziando tra attacchi in combo a parate perfette e, grazie ad uno specifico indicatore, ad attacchi micidiali che potranno essere attivati con il tasto triangolo. Divertente farsi strada tra i nemici con il gigantesco spadone, usare le colonne consunte e sentirsi un po’ come dei piccoli e sfigati Kratos, ma il divertimento e l’entusiasmo lascia presto spazio ad una sensazione di premere tasti a ripetizione e poco altro. Manca in sostanza quella profondità che avrebbe potuto rendere questa breve esperienza sicuramente più stimolante.
Parliamo di un contenuto che, comunque, viene venduto a circa 5 euro al di fuori del season pass, e che insieme alla modalità principale propone delle alternative, come la modalità a tempo “All’ultimo sangue” che trasforma l’avventura in un time attack a punti. Nell’economia generale di Episode Gladiolus, queste piccolezze aggiungono ben poco, in sostanza.
Nonostante un certo entusiasmo iniziale e non nascondiamo, una certa aspettativa, Episode Gladiolus come primo contenuto scaricabile si conferma piuttosto deludente. Delude perché c’è davvero poca carne al fuoco, e ciò che abbiamo tra le mani è poca cosa anche a livello narrativo, trasformando il viaggio di ricerca personale di Gladio in un pretesto, più che in qualcosa dal significato profondo e reale. Eppure, c’è del buono, con alcuni interessanti dialoghi tra Gladio e Cor, e la figura di Gilgamesh che conferma anche in questa apparizione la sua carica carismatica. Estremamente affascinanti anche i due nuovi brani composti, per l’occasione, da Keiichi Okabe, compositore di NieR:Automata. Se volete di più dalla vostra esperienza con Final Fantasy XV, questo è un buon modo per farlo, tutti gli altri potrebbero invece restarne con l’amaro in bocca. |