28 Nov 2016

Final Fantasy XV – Recensione

Final Fantasy XV è tra noi. Negli ultimi tempi abbiamo parlato spesso di viaggi nei videogiochi, lunghe traversate per mondi fantastici alla scoperta di ciò che ci circonda e di se stessi. La tematica del viaggio nel significato più romantico del termine: un cammino da vivere attraverso dei personaggi e le loro peripezie, vivendo delle sensazioni la cui distanza da noi è annullata da un pad tra le mani. L’interazione è videogioco, e non esiste medium che ci permetta di “infrangere” le regole del tempo, come per un libro, e allo stesso tempo di rappresentare quel viaggio su uno schermo, davanti ai nostri occhi, come accade per il cinema. Il cammino diventa quindi vissuto, fittizio ma allo stesso tempo tangibile, e cammina con noi anche una volta posato il pad, come un distante ricordo.

Final Fantasy XV ne ha passate tante, e c’è stato un tempo in cui abbiamo rischiato di non giocare l’avventura di Noctis, quando ai tempi era conosciuta sotto il nome di Final Fantasy Versus XIII. Il progetto originale di Nomura non ha mai preso realmente forma, ma al passaggio di testimone al buon Hajime “Taby” Tabata il titolo si è evoluto, ha finalmente preso forma in quello che conosciamo oggi come Final Fantasy XV. È quasi surreale scrivere queste parole, ma lo abbiamo giocato: il mondo di Eos è pronto ad essere esplorato da milioni di giocatori, ma il nostro “biglietto” esclusivo ci darà l’opportunità di raccontarvi il nostro viaggio, di Noctis, Ignis, Gladio e Prompto, come una cartolina di un amico lontano. Com’è Final Fantasy XV?

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Per rispondere a questa annosa domanda, è necessario prima di tutto partire dalle fondamenta: la storia. Final Fantasy nel corso della sua evoluzione come gioco di ruolo, ha sempre dato un peso altissimo ai suoi personaggi e alle loro storie. A differenza ad esempio di serie come Dragon Quest, tutte incentrate sul gameplay e sull’esplorazione, Final Fantasy si è fatto sempre amare anche, e soprattutto, per le storie che ha raccontato: dall’avventura dello scalmanato Gidan, all’epopea di Terra contro un folle giullare, passando per la triste redenzione di Cloud o per l’amore tra Tidus e Yuna, la serie targata Square Enix (Squaresoft per i nostalgici) vive e vivrà sempre in noi per le sue storie e i suoi personaggi.

Final Fantasy XV inizia con i nostri protagonisti, Noctis, Gladio, Ignis e Prompto, che spingono la Regalia sulle strade desertiche della regione di Leide: scambi di battute continui, frecciatine e la sensazione di avere davanti i quattro amici di sempre, quelli con cui affrontare ogni problema a testa alta. Si arriva nella stazione di Hammerhead, dove la nostra Cindy si offrirà di aggiustare la bellissima macchina di Re Regis per permetterci di proseguire il nostro viaggio. Un periglioso cammino che è solo agli inizi, e che ci porterà in giro per Lucis, e il mondo, rincorrendo la nostra Luna, oracolo e promessa sposa di Noctis, come evento necessario a siglare il trattato di pace tra l’Impero di Niflheim e Insomnia, la capitale del regno.

Il viaggio di Noctis è estremamente emozionante, maturo e commovente: è la quintessenza dell’esperienza Final Fantasy

Una pace mai davvero ottenuta, e che vede i nostri quattro protagonisti completamente tagliati fuori e inerti, di fronte all’amara realtà che Insomnia è caduta, e che Luna e Regis sono dati per morti. Inizia così, Final Fantasy XV: lo avrete visto mille volte o nessuna, durante questi anni, ma ciò che è certo è che questo è davvero solo l’inizio. Il viaggio di Noctis è estremamente emozionante, maturo e commovente: è la quintessenza dell’esperienza Final Fantasy, ed è un racconto che resterà nel cuore di molti. È un cammino di crescita, un “romanzo di formazione” in chiave tutta giapponese, un viaggio condiviso con tre amici, costantemente in movimento, costantemente in interazione: i dialoghi, per quanto non sempre all’altezza, sono un vero e proprio punto di svolta in questo capitolo; Noctis, Ignis, Gladio e Prompto si scambiano costantemente opinioni, racconti, aneddoti o semplicemente frecciatine, sia durante i viaggi a piedi che a bordo della Regalia, in attesa di raggiungere nuove destinazioni. Magari alla luce di un fuoco acceso vicino all’accampamento, mentre gustano uno dei piatti cucinati da Ignis. Un road trip tra i quattro amici di una vita, che dividono il peso di un destino più grande di loro: una “fantasia basata sulla realtà” ricca di fascino e buoni sentimenti. La felicità è reale solo se condivisa, diceva qualcuno, e Noctis non può affrontare questo cammino solo sulle sue gambe, da solo.

Final Fantasy XV approccia lo storytelling e la sua natura open world con intelligenza, rendendo l’esperienza fluida e la narrazione una continua scoperta: le tantissime quest secondarie e i dialoghi speciali ci permettono di avere flashback e informazioni sui tanti personaggi secondari, permettendoci di scoprire retroscena aggiungendo spessore alla narrazione. È uno storytelling pensato per chi ama prestare attenzione, più che per chi ama guardare interminabili cutscene, e ben si sposa con la natura aperta dell’esperienza e del mondo di gioco.

Ma Final Fantasy XV dà anche ampio respiro alle sue vicende più cruciali, decidendo ad un punto ben preciso dell’avventura di virare verso un’esperienza più lineare e più incentrata su un tipo di narrazione più classica per la saga, con grandi rivelazioni ed eventi significativi che cambieranno Noctis e la sua percezione degli eventi e del suo cammino: una scelta saggia e riuscita. In questa epopea lunga, circa, 40 ore, abbiamo provato una gamma di emozioni piuttosto varia, ma tutte sempre significative. Ci saremmo aspettati che alcuni personaggi secondari fossero esplorati con più cura, e che alcuni passaggi (niente spoiler!) avessero un respiro più ampio e ragionato, ma a conti fatti va bene anche così, anzi va benissimo.

FINAL FANTASY XV EOS

Tra un dialogo e l’altro, e una corsa con la Regalia per raggiungere la prossima destinazione, o il prossimo accampamento (dove salire di livello e cucinare, magari potenziando le proprie statistiche), Final Fantasy XV approccia la progressione open world in modo abbastanza classico. Noctis, Ignis, Gladio e Prompto dovranno completare svariati obiettivi, sia obbligatori che non, e superare tanti ostacoli. Il gameplay è quindi sfrontatamente action, sebbene sia possibile selezionare una modalità “attesa” per chi cerca qualcosa di meno veloce e imprevedibile. Il tutto è infatti assegnato ad un solo tasto, con cui Noctis attaccherà continuamente, a meno di non essere colpito, sia chiaro.

All’apparenza semplicistico e “casual”, il combat system si rivela già dopo qualche ora tutto da padroneggiare: le armi selezionabili sono quattro, e spaziano dalle velocissime spade fino alle armi più pesanti, passando addirittura per alcune bocche di fuoco. Tutto sta nell’alternare, tramite croce direzionale, le quattro armi in modo da elaborare attacchi efficaci contro un determinato tipo di creatura o nemico. Importantissima in questo senso è l’interazione con i propri compagni, attraverso cui potremo effettuare aggiramenti (colpendo il nemico alle spalle), parate e attacchi incrociati con cui potremo mettere a segno colpi critici e devastanti. L’interazione quindi non è solo storytelling, ma si fa gameplay, e nel modo più riuscito possibile: pur controllando solo Noctis, dovremo prestare attenzione allo stato dei nostri compagni, aiutarli e anche collaborare per mettere a segno attacchi speciali, “alleati”, una volta che l’apposita barra si sarà riempita.

Il combat system di Final Fantasy XV è estremamente fluido, divertente e riuscito

Il combat system di Final Fantasy XV è estremamente fluido, divertente e riuscito, e nonostante possa sembrare simile ad uno dei tanti Kingdom Hearts, la realtà è invece ben diversa, con ispirazioni più marcate verso Final Fantasy Type-0, diretto non a caso proprio da Tabata. Anche le armi “phantom“, recuperabili nel corso dell’avventura, vengono utilizzate in modo intelligente: consumano gli HP di Noctis, ma permettono di mettere in atto strategie diametralmente differenti dal resto. Tra un combattimento e l’altro, e il riposo in un accampamento per mettere al sicuro quei punti esperienza, e magari sfogliare le foto che Prompto ha scattato durante la giornata, salvandole o condividendole sui social come ricordo del nostro viaggio, sarà anche importante sviluppare le caratteristiche e le possibilità dei nostri personaggi, attraverso un sistema di sferografie da sbloccare attraverso PA (Punti Abilità), ottenibili in svariati modi durante la nostra avventura per Eos.

In questo senso, Final Fantasy XV mostra un lato di sé che forse non è mai realmente trasparito in questi anni: all’apparenza totalmente semplicistico, il gameplay e lo sviluppo dei personaggi e delle loro interazioni di gruppo in battaglia sono assolutamente necessarie e utili, ma in fin dei conti è assolutamente cruciale padroneggiare il sistema di combattimento, tra parate e schivate e un’oculata gestione degli MP (utili ad effettuare le proiezioni offensive verso nemici lontani o per schivare gli attacchi), pena una prematura sconfitta. Oltre alle nostre amate statistiche quindi, Final Fantasy XV premia le skill del giocatore, i suoi riflessi e la sua capacità di reagire in pochi secondi.

Tutto ciò si riflette anche in una rinnovata gestione della Magia, vere e proprie fonti visibili in giro per il mondo da cui assorbire fuoco, ghiaccio e tuono e da condensare poi in ampolle, magari combinandole tra loro o con uno dei tanti oggetti ottenibili per creare magie dagli effetti devastanti e variegati. C’è un però, perché se da grandi poteri derivano grandi responsabilità, allora da grandi magie derivano grandi problemi. L’oculato utilizzo delle ampolle è infatti imperativo, perché gli incontrollabili effetti di un’Aleomanzia, o di una Fulgor lanciata senza troppo ragionamento potrebbero ferire e addirittura mandare fuori gioco i vostri compagni, visto che gli effetti di queste ultime non fanno discriminazioni (soprattutto sul campo di battaglia, che reagisce a seconda del tipo di magia, magari infiammandosi dopo una magia Fira). Un aspetto da non sottovalutare nell’esperienza complessiva e che funziona, c’è poco da dire, andando a mettere il punto (o la ciliegina) in un gameplay soddisfacente e realmente nuovo, e anche piuttosto coraggioso.

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Guidare durante la notte con la nostra Regalia può rivelarsi pericoloso: Ignis potrebbe rifiutarsi di portarci in giro, ma in ogni caso potremo decidere di guidare noi stessi verso mete prestabilite o all’avventura, percorrendo le lunghe autostrade o stradine della regione e scoprendo le meraviglie del mondo. La Regalia è bellissima già di suo, ma abbiamo deciso di personalizzarla dandole un look più sportivo, con una tinta blu sui cerchioni e delle decalcomanie bianche. Magari, anche se con il rischio di incontrare i temibili Daemon durante la notte (nemici forti e temibili), non è una cattiva idea mettersi in auto, ascoltando “Clash on the Big Bridge” e perché no, fermandosi in un accampamento vicino per chiudere la giornata sotto le stelle.

Final Fantasy XV è un trionfo di narrazione, grafica e gameplay

Il nostro viaggio per le terre di Eos ha regalato anche momenti del genere alla nostra esperienza: un viaggio in un mondo bellissimo, dato alla vita da un engine sicuramente problematico (il famoso Luminous Studio) ma di grande impatto. Dalle pianure desertiche di Leide alle praterie di Duscae, alla meravigliosa Altissia, la città sull’acqua, Final Fantasy XV è estremamente appariscente dal punto di vista visivo, e anche con un po’ di aliasing, e delle texture non sempre convincenti, l’effetto complessivo è davvero riuscito.

Il lavoro di ottimizzazione ha dato sicuramente i suoi frutti, e durante le nostre (molte) ore di gioco non abbiamo riscontrato bug, crash, o glitch di sorta, né tanto meno i drastici cali di frame-rate notati nelle build preview e nelle due demo: un’esperienza fluida e pulita che soffre in alcuni frangenti di un fenomeno di pop-in poco pronunciato (dettagli che appaiono sulle texture in ritardo), ma che a volte balza all’occhio. Siamo complessivamente dalle parti del bellissimo, grazie anche alla “solita” grande ispirazione artistica e di design del team Square Enix e ad un accompagnamento sonoro davvero magistrale, tanto che non vediamo l’ora di poter ascoltare la colonna sonora nelle prossime settimane. Menzione d’onore per il doppiaggio inglese, davvero azzeccato per tutti i personaggi e di grande spessore, ben recitato e dal perfetto pathos, che va a chiudere il cerchio in un quadro sostanzialmente positivo.

Conclusioni

Non bisogna mai dimenticare le proprie radici, ed è per questo che è importante essere determinati a scalare quell’albero per trovare un nuovo punto di vista, più alto e consapevole, che ci permetta di guardare più in là, nello sconfinato orizzonte. Final Fantasy XV è tutto ciò che è stato Final Fantasy, che abbiamo imparato ad amare in tutti questi anni e che amiamo ancora, ma con un twist: è anche qualcosa di nuovo, per i fan più giovani, o semplicemente per i vecchi amici che a malincuore hanno smesso di crederci.

È un trionfo di narrazione, grafica e gameplay, è un immenso mondo che non aspetta altro che essere esplorato, tra segreti, misteri e attività che vi permetteranno di godere del mondo di Eos in tantissimi modi diversi. Dalle interazioni con i propri compagni, alle moltissime quest secondarie e attività collaterali (come ad esempio la pesca, o la caccia ai mostri) e un gameplay estatico, divertente e piuttosto riuscito (tranne per la telecamera, in parte), Final Fantasy XV per noi è un fortissimo sì. Spesso si dice che non è importante la destinazione, ma il viaggio. Eppure le due cose sono strettamente collegate, e mai come in Final Fantasy XV ci sentiamo di dire che sono importantissimi entrambi, e che senza l’uno non si potrebbe apprezzare l’altro. E forse il segreto sta proprio qui.