Speciale 09 Nov 2020

Final Fantasy XVI – Cosa ci aspettiamo?

Final Fantasy XVI non se lo aspettava nessuno, sicuramente non in questa forma, né che spuntasse dal nulla proprio adesso. Eppure, durante l’ultima conferenza di Sony dedicata a PlayStation 5 è arrivata la presentazione ufficiale, con un trailer incredibile, che getta le basi per uno dei titoli più interessanti nel futuro della console. Per un fan della serie Square Enix come il sottoscritto, l’annuncio è arrivato come un pugno fortissimo nello stomaco. L’entusiasmo era alle stelle, così come le aspettative per questo nuovo viaggio nella fantasia finale.

Il team dietro il titolo è di tutto rispetto, forse il migliore che Square Enix abbia mai avuto. Naoki Yoshida in qualità di producer e Hiroshi Takai alla direzione. Un duo che a molti di voi non dirà nulla, ma che i fan più assidui ricorderanno come i due director di Final Fantasy XIV. Naoki Yoshida è una figura amatissima dal pubblico, grazie all’incredibile lavoro svolto per l’MMO di Square Enix, che ha raggiunto picchi qualitativi tali da essere spesso considerato il miglior Final Fantasy degli ultimi anni.

Con persone così capaci a tenere le redini del progetto, è chiaro che le aspettative siano alte. Grazie alle nuove informazioni rilasciate tramite il sito ufficiale poi, possiamo iniziare a comporre il puzzle e ragionare su cosa possiamo aspettarci da Final Fantasy XVI. Il focus per il momento è sul mondo di gioco e i suoi personaggi, ma c’è tanto di cui discutere.

Il team ha promesso miglioramenti tecnici, ma il livello di espressività dei volti è già pregevole

Ambientato nel mondo di Valisthea, Final Fantasy XVI fa notare fin da subito un certo riferimento al canone più classico della serie. Il mondo è dominato dai cristalli madre, che in questa iterazione sono vere e proprie montagne, catene montuose che sovrastano e circondano le terre di Valisthea. Come ogni civiltà nella storia dell’uomo, si sono sviluppati regni e società intorno ai cristalli, sfruttabili per produrre etere così da utilizzare la magia.

Un po’ come in Final Fantasy XV, ritorna la tematica della piaga, un male di origini sconosciute che minaccia il mondo e rende instabile il rapporto tra i regni. Ogni cristallo ha un Eikon, un’invocazione che viene sfruttata dalla nazione attraverso gli Araldi, esseri umani che incarnano il potere di un Eikon al loro interno.

Pur ricalcando alcuni topos della serie, c’è una precisa volontà di ribaltarne l’immaginario per proporre qualcosa di nuovo ed entusiasmante

La direzione artistica è molto simile a Final Fantasy XIV, il che è solo un bene

Già da questa panoramica, Final Fantasy XVI si dimostra molto affine a Final Fantasy XIV. Pur ricalcando alcuni topos della serie, c’è una precisa volontà di ribaltarne l’immaginario per proporre qualcosa di nuovo ed entusiasmante. Naoki Yoshida non ha mai nascosto il suo desiderio di sovvertire i canoni di Final Fantasy, cosa che la linea di dialogo nel trailer fa trasparire senza tante storie: “L’eredità dei cristalli ha plasmato la nostra storia troppo a lungo”.

In questo senso, fa ben sperare la cura con cui è stato delineato il mondo di gioco. La mappa di Valisthea scandisce già ora le diverse collocazioni delle nazioni e dei regni, così come il loro background politico e religioso. Il Gran Ducato di Rosaria è quello che ospita i nostri protagonisti, ma è davvero affascinante poter già ora tratteggiare i conflitti di potere o i rapporti con gli altri regni.

C’è il regno di Waloed, il cui Eikon è probabilmente Odin, che suggerisce la presenza di orchi e uomini-bestia nel mondo di Valisthea. Final Fantasy XVI sembra porsi in modo piuttosto esplicito come un high fantasy puro, ripercorrendo in parte la strada tracciata dalla immortale Ivalice. L’idea che la sua storia, pur suggerendo una narrazione estremamente personaggio-centrica, possa in qualche modo essere politica è molto affascinante.

Clive viene mostrato sia da giovane che dopo qualche anno, cosa comporterà questa doppia timeline?

Già nel trailer di annuncio abbiamo visto una battaglia piuttosto sofferta, probabilmente tra il Regno di Ferro e il Gran Ducato di Rosaria. Uno scontro che potrebbe essere l’incipit della storia di Clive e Joshua, i due fratelli protagonisti. Nel trailer si è visto tanto, ma la cosa più interessante è il sangue. Mai nella storia di Final Fantasy c’è stata una rappresentazione così cruenta di uno scontro, figurarsi una decapitazione con tanto di schizzata di sangue.

La volontà del team Business Unit 3 di Yoshida è chiara, e quel PEGI 18 che aleggia nel materiali promozionali sembra confermarlo. Una storia cruenta e dalle tinte oscure, che vada oltre il classico binomio bene contro male a cui la serie ci ha abituati. Del resto, se Final Fantasy XIV può suggerirci qualcosa, è che il team è bravissimo nel costruire narrative complesse e una lore ricca e interessante.

Cosa aspettarsi invece dal sistema da combattimento? Difficile dirlo, quel che si è visto è molto poco, ma sembra suggerire un’impronta action molto forte. Del resto il battle director è Ryota Suzuki, che ha lavorato precedentemente a Devil May Cry V. Quest’ultimo è un titolo spiccatamente action, ma con una forte componente tecnica nel gameplay. Questo non significa necessariamente che Final Fantasy XVI sarà un action alla DMC, ma piuttosto un action-rpg profondo e strutturato. A mio avviso, potrebbe abbracciare anche dei tecnicismi che vadano un po’ oltre la sua natura ruolistica.

Insomma, ritorneremo a esplorare Final Fantasy XVI nel 2021, quando il team sarà pronto a rilasciare nuove informazioni. Ci sarà sicuramente modo per approfondire nel dettaglio ogni suo aspetto, ma nel frattempo questo primo assaggio della nuova visione di Yoshida e Square Enix mi ha ingolosito non poco.

Finalmente possiamo tornare a parlare di un Final Fantasy con ardore, senza pregiudizi, dopo anni di silenzi come per Final Fantasy XV, e senza le enormi aspettative di Final Fantasy VII. Un nuovo inizio, che bello.

Il titolo arriverà in esclusiva su PS5, restate aggiornati sui preordini su Gamestop.it

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