È una giornata piovosa, a Milano. Mi ritrovo, insieme a molti altri colleghi, davanti ai cancelli della Fonderia Napoleonica, pronto per un evento decisamente fuori dal comune: giocare per ore a Final Fantasy XVI (potete prenotarlo qui al volo!), con la possibilità di parlare con parte del team che ha creato il gioco: Naoki Yoshida (Producer), Hiroshi Minagawa (Art Director) e Michael-Christopher Koji Fox (Localization Director). Per un fan di lunga data come me, si tratta di un avvenimento così raro e importante da essere quasi onirico. E in effetti, di cose belle ne ho viste parecchie, quel giorno. Prima di iniziare, è d’uopo dirvi che per l’intervista vi rimando a un altro articolo, mentre se volete sapere di più sulle mie sei ore in compagnia del nuovissimo Final Fantasy XVI, beh, non vi resta che continuare a leggere.
Voglio innanzitutto parlare dell’ispirazione che ha portato a questo Final Fantasy, perché è importante comprendere la genesi di questo sedicesimo capitolo per avere una chiave di lettura adatta ai suoi contenuti. Naoki Yoshida e Hiroshi Minagawa avevano in mente un’ambientazione e un tono specifico per questo Final Fantasy XVI, qualcosa che si avvicinasse in tutto e per tutto ai grandi fantasy medievali moderni come il Signore degli Anelli e Game of Thrones. Non per nulla Yoshida ha comprato il cofanetto della famosa serie TV di HBO e ne ha caldamente consigliato la visione all’intero team di Final Fantasy XVI. Il risultato, manco a dirlo, è un prodotto dai toni cupi, più crudo e “realistico” pur rimanendo totalmente nell’immaginario fantastico. Un titolo diversissimo dai Final Fantasy che conosciamo, drammaticamente divergente, tanto da essere considerato, per qualcuno, al limite dell’eresia.
E invece, personalmente, è stato amore a prima vista.
Final Fantasy XVI introduce diversi primati: è il primo capitolo ad essere votato totalmente al combattimento in stile action ed è il primo capitolo ad essere scritto e interpretato per primo in lingua inglese. Il giapponese è stato quindi “spodestato” dalla lingua anglofona come primo idioma per Final Fantasy XVI, segnando un radicale cambiamento nella narrazione. Cambiare lingua madre non influenza un gioco, direte voi. E invece no: avere attori, motion capture, espressioni facciali e testi redatti prima in inglese significa avere un’intera produzione molto più orientata verso l’occidente. I dialoghi di Clive, il nostro protagonista, sono interpretati dall’attore teatrale (e televisivo) Ben Starr, che ne ha caratterizzato e influenzato lo sviluppo in maniera non indifferente. E pad alla mano il cambiamento è palpabile. Persino Final Fantasy VII, uno dei giochi forse più cupi della serie, impallidisce e sembra più “infantile” rispetto ai tono narrativo di Final Fantasy XVI.
Pad alla mano, il cambiamento è palpabile
E il suo protagonista, Clive Rosfield, riflette tutto questo. Lo incarna, quasi. Ma partiamo dall’inizio: Clive è il figlio maggiore dell’Arciduca di Rosaria e fratello maggiore di Joshua, un bambino dall’indole innocente, dal fisico cagionevole ma destinato a un compito gravoso. Questo perché nonostante sia il primogenito, Clive non ha ereditato il potere dell’Eikon del Fuoco, la Fenice, dal sangue di suo padre; il ruolo di Dominante (ovvero colui in grado di trasformarsi nell’essere arcano) è passato a suo fratello minore, Joshua. Per trovare uno scopo nella sua vita, Clive diventa uno Scudo di Rosaria, incaricato di proteggere Joshua; inoltre il nostro (anti)eroe è benedetto dalla Fenice, il che gli consente di utilizzare parte delle sue fiamme, o almeno così sembra. Alcuni eventi tragici legati alla comparsa di un secondo Eikon di fuoco, l’oscuro Ifrit, portano Clive a intraprendere una ricerca basata sulla vendetta. All’inizio della storia di Final Fantasy XVI, Clive ha 15 anni.
Non voglio andare nello specifico riguardo gli eventi che vedrete in Final Fantasy XVI, un po’ per evitarvi spoiler (come richiesto da Yoshida-san) un po’ perché penso che questo gioco dia il meglio di sé meno cose saprete a riguardo. Comunque sia, Clive è un personaggio complesso che affronterà diverse sfide emotive e morali nel corso del gioco. La sua connessione con gli Eikon e la sua lotta per trovare il suo posto nel mondo lo rendono un protagonista affascinante e tormentato. Nella sua costante e inestinguibile sete di giustizia e vendetta, Clive dovrà affrontare le proprie debolezze, mettere alla prova le proprie convinzioni e affrontare i pericoli che si frappongono tra lui e il suo obiettivo. C’è poi da considerare il suo legame con l’Eikon oscuro, Ifrit, il quale aggiunge un elemento di mistero e “potenza” alla sua storia. Dato il suo rapporto con l’Eikon di fuoco, Clive è sottoposto a costante pressione: deve gestire non solo i suoi poteri, ma anche il peso delle responsabilità che questa connessione comporta. La lotta interna tra il desiderio di vendetta e il desiderio di proteggere coloro che ama sembra condurre Clive a confrontarsi con le sue paure più profonde e a scoprire verità sconvolgenti sul mondo in cui vive. Ma queste sono solo le mie impressioni dopo sei ore di gioco.
Clive è un protagonista affascinante e tormentato
La storia personale di Clive si intreccia con le grandi battaglie che coinvolgono prima il suo regno e poi gli Eikon, portandolo a esplorare luoghi incantevoli e a incontrare personaggi memorabili lungo il suo cammino. Per quanto mi è dato sapere, Final Fantasy XVI promette di offrire un’avventura epica in cui Clive Rosfield si troverà al centro di un conflitto che plasmerà il destino del suo mondo, ma che non sarà limitato solo al mondo materiale: il conflitto sarà anche interno, e il nostro protagonista sarà messo alla prova da eventi che lo definiranno come persona. Sarà interessante seguire il suo percorso di crescita, le sue scelte e le conseguenze che avranno sia sulla sua vita personale che sulle vicende che lo circondano. Detto questo, concludo questo mio excursus sulla narrazione di Final Fantasy XVI, ma devo dirlo: era da moltissimo tempo che il comparto narrativo di un Final Fantasy non mi prendeva così tanto.
Passiamo adesso all’elefante nella stanza, ovvero il sistema di combattimento di Final Fantasy XVI. Ammetto di avere avuto molti dubbi, guardando solo i trailer usciti fino ad ora. All’apparenza mi sembrava fin troppo carico di elementi a schermo, con un’azione alla Devil May Cry che, nella mia testa, stonava con la serie di Final Fantasy. Devo ammetterlo, mi sbagliavo. E di molto, anche. Innanzitutto, c’è un motivo perché il sistema di combattimento ci ricorda le mirabolanti azioni di Dante: il combat director di Final Fantasy XVI è Ryota Suzuki, il quale ha lavorato per Capcom sull’apprezzato Devil May Cry 5. Pad alla mano, ho avuto subito una sensazione di libertà, unita a una promettente speranza di trovarmi davanti una nuova esperienza, forse più frenetica ma sempre tattica e coinvolgente. Basato su un sistema ibrido che unisce moltissimi elementi action a scelte strategiche, il combat system di Final Fantasy XVI è immediatamente coinvolgente.
Il combat system di Final Fantasy XVI è immediatamente coinvolgente
I giocatori e le giocatrici si troveranno immersi in battaglie dinamiche e ricche di azione: oltre agli attacchi base Clive è stato benedetto dalla Fenice, pertanto potrà contare su attacchi basati sulla magia del fuoco. Essendo in grado di controllare direttamente il protagonista, potremo sfruttare le sue abilità uniche, oltre a poter coordinare le azioni dei suoi alleati. Il sistema di combattimento si basa sull’utilizzo di armi, magie e abilità speciali, offrendo una vasta gamma di opzioni tattiche per affrontare gli avversari. Inoltre, c’è da considerare (l’ingombrante) presenza degli Eikon, potenti creature controllate da alleati e avversari. Clive può appellarsi alla loro forza, e questo va ad aggiungere un elemento ancora più dinamico e visivamente spettacolare alle battaglie. La fluidità e la velocità delle azioni, unite a un sistema di controllo intuitivo, consentono ai giocatori e alle giocatrici di sperimentare combattimenti entusiasmanti e di adattarsi alle diverse situazioni che si presenteranno lungo il loro cammino. Con un mix di strategia, tempismo e abilità, il sistema di combattimento di Final Fantasy XVI promette di essere un punto forte del gioco, offrendo emozionanti sfide e gratificanti momenti di vittoria (davvero!).
Spendo qualche parola per le ambientazioni di Final Fantasy XVI, che ho trovato sono sorprendenti e ricche di dettagli. Le radici del gioco, profondamente ancorate al panorama medievale occidentale, riescono a cedere il passo alla fantasia sfrenata tipica della serie, offrendo un mondo vasto e immersivo da esplorare. Dal regale ducato di Rosaria alle terre selvagge e inospitali teatro di conflitti e guerre, ogni luogo sembra avere una sua identità unica. Nelle sei ore di gioco ho visto castelli, desolate pianure, lussureggianti foreste e persino una caverna naturale trasformata in quartiere generale per un manipolo di ribelli, con tanto di taverna interna. Pare che nella versione finale potremo visitare città, foreste incantate, montagne imponenti e deserti aridi. Ad ogni modo, l’attenzione ai dettagli nella progettazione delle ambientazioni, accompagnata da una colonna sonora coinvolgente e suggestiva, ha creato un’atmosfera magica e coinvolgente che cattura facilmente l’immaginazione di chi gioca. La mia voglia di continuare a giocare a Final Fantasy XVI è aumentata drammaticamente.
Concludo questa mia piccola anteprima parlandovi un po’ di emozioni, che alla fine sono quelle che contano quando si mettono le mani su di un titolo di questa portata. In attesa dell’uscita di Final Fantasy XVI a giugno, le mie aspettative si sono decisamente alzate. Il gioco promette di essere un’esperienza indimenticabile per i/le fan della serie, ma non solo. I temi, così vicini alle opere fantasy moderne, sono perfette per i nuovi giocatori o le nuove giocatrici. La trama sembra essere avvincente, i personaggi carismatici e le ambientazioni ben curate catturano e fanno venire voglia di addentrarsi di più nella storia di Clive. Ma questi solo alcuni degli elementi che suscitano più entusiasmo: il sistema di combattimento, per quanto non ortodosso e divergente dai classici canoni della serie, sembra innovativo e promette un gameplay avvincente e ricco di sfide. Final Fantasy XVI sembra destinato a stupire e a regalare ai giocatori e alle giocatrici un’epica avventura dark fantasy. L’attesa per giugno sembra infinita, ma sono sicuro che il gioco varrà ogni istante di attesa.
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