Avere a che fare con un medium come quello videoludico porta per forza di cose a scendere a patti con le nostre emozioni. Ci sono infatti titoli che rimarranno impressi nella nostra memoria, per un motivo o per un altro, e poco importa se siamo dei grandi appassionati o semplicemente uno dei tanti giocatori occasionali: se scatta la scintilla, non si può tornare indietro. Final Fantasy X è per il sottoscritto, tutto ciò che amo dei videogiochi, la capacità di raccontare una storia in modo unico, con un linguaggio visivo impossibile da trovare altrove.
Ma questo capitolo in particolare, insieme al suo seguito, divisero il pubblico dell’amata serie di Square Enix. Nonostante tutto, resta uno dei più amati, tanto da spingere la compagnia a proporne un’edizione rimasterizzata su Playstation 3 e Playstation Vita. Per completezza, è in arrivo anche su Playstation 4, con qualche marginale differenza. Siamo tornati su Spira, di nuovo, per proporvi la nostra recensione!
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Molti di voi avranno già vissuto l’avventura di Tidus e Yuna, magari molteplici volte, ma ripercorriamolo in breve, analizzandone pregi e difetti per chi non si è mai tuffato nel mondo di Spira prima d’ora. Questa Remastered contiene non solo Final Fantasy X, ma anche X-2, seguito ufficiale e sicuramente il più debole tra i due. Dove infatti riusciva ed emozionava il decimo capitolo era nella narrazione, che seppur basata su una sceneggiatura spesso bizzarra toccava le corde giuste e raccontava con amore il pellegrinaggio di Tidus, Yuna e del loro gruppo di compagni. Il viaggio di Yuna in giro per il mondo, con il fine ultimo di ricevere l’Eidolon finale e scacciare Sin, entità divina mandata su Spira come monito per i peccati compiuti dall’uomo.
Il viaggio dei due protagonisti è un continuo crescendo, e la crescita dei due personaggi, insieme alla parentesi amorosa, è probabilmente uno degli aspetti più riusciti dell’opera, che all’epoca scelse di proporre un gameplay lineare per offrire una narrazione quanto più cinematografica possibile. Fu il primo Final Fantasy ad essere doppiato, per dirne una.
Eppure, al di la di questo, il titolo si pone rispetto ad altri esponenti del brand in modo piuttosto classico. Il sistema di combattimento è a turni, veri, con la possibilità di evocare Eidolon o di effettuare attacchi speciali tramite l’apposita barra “Turbo!”. Nonostante abbia fatto discutere, soprattutto al tempo, Final Fantasy X è senza dubbio uno dei capitoli più amati, tanto da spingere Square Enix a proporre un’edizione in alta definizione, infatti.
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Lo stesso non lo si può dire per il suo seguito, Final Fantasy X-2, che oggi come allora viene elogiato solamente per il suo battle system. A differenza del predecessore, gli sviluppatori hanno proposto combattimenti a turni, con barra atb, e la possibilità delle nostre protagoniste, Yuna, Rikku e Paine, di cambiare di abito e di conseguenza i ruoli e le abilità individuali. Reattivo e, soprattutto, divertente ancora oggi. Uno dei grandi pregi di questo mal voluto seguito, tanto da aver ispirato Lightning Returns, che attinge a piene mani da quest’idea.
Scema invece la narrazione, che offre si una rinnovata atmosfera a Spira e ai suoi personaggi, ma che si pone in modo poco coerente e spesso sconclusionato. La poesia, e il perfetto equilibrio raggiunto dal decimo capitolo in questo senso rendono X-2 difficile da digerire, soprattutto per chi ha davvero lasciato il cuore nel mondo di Spira e nelle avventure che hanno vissuto i nostri protagonisti nel primo pellegrinaggio. Questa edizione però offre una serie di contenuti interessanti, che la rendono di fatto definitiva per il pubblico occidentale: entrambi i titoli sono infatti in versione International, con il X che offre una serie di sfide end-game assenti nell’edizione originale, e il X-2 che offre il “Last Mission” un vero e proprio gioco nel gioco, strutturato come un dungeon crawler in visuale isometrica e ambientato dopo gli eventi del seguito.
Il pezzo più importante del puzzle è però un’audio-drama, un vero e proprio racconto narrato, accompagnato da artwork animati, ambientato qualche tempo dopo i due capitoli, che ha fatto scalpore sia per i contenuti sia per l’eventuale presenza di un 3 capitolo. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa ne fare speculazioni, ma per quanto interessante possa essere, Square Enix conferma la strana volontà di proporre, alle volte, tessuti narrativi forzati di cui avremmo fatto volentieri a meno. Parliamo sempre di un contenuto aggiuntivo, sia chiaro, ma la sua utilità e qualità è del tutto dubbia.
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Ma come si comporta un titolo che ha superato abbondantemente i 10 anni sui televisori attuali? Bene, dopotutto. Il lavoro svolto in fase di restauro è di pregevole fattura, nonostante la base sia sempre la stessa, e permette di godere della magnificenza artistica delle ambientazioni (soprattutto il X) sulla tecnologia attuale. Entrambi si comportano egregiamente, con il supporto dei 1080p ed un restauro speciale legato ai volti dei personaggi, ma a vincere tra di sue è sicuramente il secondo capitolo, che già al tempo di Playstation 2 proponeva un livello di dettagli per i personaggi davvero notevole.
Come avrete inteso, questa versione Playstation 4 non presenta sostanziali novità rispetto a quanto già visto su PS3 e PS Vita: il supporto ai trofei e il cross-save sono rimasti al loro posto, con la nuova possibilità di condividere screenshot tramite il tasto share e di cambiare la colonna sonora tra quella riarrangiata e l’originale (ma solo per il X). E che colonna sonora, tra l’altro, firmata nientemeno che da Nobuo Uematsu.
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In conclusione…
A distanza di un anno, e nonostante il passaggio su Playstation 4, Final Fantasy X/X-2 HD Remaster si conferma come un’edizione imprescindibile per gli appassionati della saga di Square Enix, oltre che come un’ottima occasione per chi non li ha mai giocati di rimediare con estrema facilità. Al di là della qualità individuale dei singoli giochi e delle molteplici ore di gioco che vi daranno, questa edizione riesce a dare lustro a due titoli del passato in modo egregio, con un ottimo lavoro di restauro che non va però a distruggere o modificare in modo significativo quanto visto più di 10 anni fa.
Mancano sostanziali novità su Playstation 4, oltre alla possibilità di cambiare la colonna sonora tra l’originale e la riarrangiata, ma non è da intendersi necessariamente come un difetto. Moltissimi possessori della nuova ammiraglia non dovrebbero lasciarsi scappare l’occasione di vivere uno degli episodi più belli di Final Fantasy, siano essi fan sfegatati o non. Non esiste punizione per i videogiocatori che peccano di ignoranza, ma le Remaster, almeno quelle che hanno senso di esistere, sono un ottimo modo per espiare le proprie colpe (videoludiche).
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