Firewall: Zero Hour – Anteprima gamescom 18

Colonia – Se siete appassionati di realtà virtuale, avete un talento naturale per il gioco di squadra e amate gli sparatutto in prima persona, allora Firewall: Zero Hour è il titolo che fa per voi e soprattutto è proprio dietro l’angolo, con una data di pubblicazione prevista per il 28 agosto. In occasione della gamescom abbiamo passato tre quarti d’ora allo stand VR di Sony, impegnati in serrati scontri a fuoco tra la nostra squadra e quella avversaria, ma prima di gettarci nel vivo di questa anteprima, facciamo un riassunto di cosa sia Firewall: Zero Hour. Si tratta di uno sparatutto in prima persona tattico basato sul gioco di squadra, esclusivo PSVR. Nel gioco si sceglie uno fra dodici diversi committenti, si forma una squadra di massimo quattro giocatori nella modalità di gioco principale Contratti e si combatte contro un’altra squadra da quattro. Esistono anche modalità di allenamento in solitaria e co-op. Il gameplay è lento e metodico, simile a Rainbow Six Siege o lo sparatutto esclusivo in VR per PC, Onward. Non ci sono respawn durante le partite e gli obiettivi sono più complessi del semplice “eliminare l’altra squadra”, questo appunto per incoraggiare il lavoro di squadra e la strategia. In Firewall: Zero Hour ci sono essenzialmente due modalità di gioco: Allenamento e Contratti.

Quest’ultimo vede un team di attaccanti e uno di difensori sfidarsi per prevalere l’uno sull’altro. Gli obiettivi del team di attacco sono individuare e sottrarre informazioni riservate mediante l’hacking di un firewall e il recupero di informazioni da un laptop. Uccidere tutti i Difensori ma non completare l’obiettivo si tradurrà in una sconfitta. L’obiettivo della squadra di difesa è ovviamente impedire questo, proteggendo il laptop e/o uccidendo gli avversari.

Prima di arrivare così lontano, tuttavia, c’è un equipaggiamento da scegliere. Le opzioni a disposizione sono limitate, possiamo scegliere tra fucile d’assalto classico di fanteria standard, fucile a pompa per i giocatori più aggressivi e mitraglietta leggera per chi invece si occupa del supporto – il tutto assieme a un’arma secondaria, generalmente una pistola. In quanto tali, questi equipaggiamenti includono anche risorse secondarie come granate fumogene, granate a frammentazione e altri strumenti utili. A livello superficiale non c’è davvero nulla che possa considerarsi innovativo per i giocatori, persino in ambito VR: eppure Firewall: Zero Hour si distingue per l’innegabile divertimento che riesce a portare con sé una volta avviato.

Come qualsiasi altra modalità di collaborazione e coordinamento multigiocatore basata sulla squadra, l’intera esperienza fa un buon uso del microfono PlayStation VR – sebbene di tutti e quattro i giocatori il nostro microfono era l’unico a fare un po’ le bizze, ma interagendo con una squadra che parlava solo tedesco il problema non si poneva in partenza. Un’ottima caratteristica è l’inclusione di una mappa montata sul polso, che permette di vedere la posizione della squadra e anche i nemici a tiro dei nostri fucili. Un’aggiunta che ha aiutato il team difensivo a coordinarsi per meglio fronteggiare l’assalto avversario. In Firewall: Zero Hour non esiste respawn, possiamo essere rianimati dai compagni finché il nostro indicatore non raggiunge lo zero, altrimenti saremo solo costretti ad assitere. Questo tuttavia non ci impedisce di essere d’aiuto, poiché possiamo dare uno sguardo all’incontro attraverso le telecamere di sorveglianza e continuare a supportare il nostro team anche senza essere “fisicamente” con loro.

La demo è durata abbastanza a lungo per mostrare ogni round più di una volta e tutti hanno impiegato, contando anche il tempo nella lobby, circa 10 minuti ciascuno – sebbene i tempi dipendano ovviamente da una serie di fattori – mantenendo il gameplay breve, carico e intenso. Lo studio ha precedentemente affermato di voler creare un’esperienza più lenta e strategica. Seppur vero, Firewall Zero Hour non si è mai sentito così lento, forse per il coinvolgimento che i pochi minuti entro i quali si deve svolgere la missione riescono a trasmettere. Tuttavia a livello di contenuti è un po’ poco sperare di affidarsi a una sola modalità di gioco (non teniamo in considerazione l’allenamento): First Contact Entertainment deve ancora svelare quanto grande sarà l’intera esperienza, ma alcuni screenshot sembrano suggerire un’espansione del gameplay di base.

Qeusta prova è stata un ottimo esempio di come First Contact sia migliorato rispetto al suo primo titolo VR, raffinando l’esperienza per renderla appetibile ai giocatori più portati per il gioco tattico ma al contempo evitando di appesantirla e allontanare chi invece preferisce una partita più leggera, divertente, in compagnia di amici. Probabilmente il livello di immersione non sarebbe lo stesso se il gioco fosse stato sviluppato per supportare solo il DualShock 4, mentre l‘implementazione del PlayStation Aim ci fa sentire dei veri mercenari in azione. Firewall: Zero Hour è una mossa audace e non vediamo l’ora di scoprire in che modo lo studio deciderà di supportarlo dopo il lancio.