Colonia– Fist of the North Star: Lost Paradise ci ha accolto alla gamescom un po’ in sordina, privo dei grandi allestimenti riservati ad altri giochi e anzi nascosto dietro un pannello mostrante poco più del nome del gioco. Ovviamente mantenere le postazioni riparate è d’obbligo, perché il rating di Kenshiro è 18+ (poco importa se negli anni ’90 lo guardavano i bambini di 8 anni) e vi possiamo assicurare che è tutto guadagnato.
Teste che esplodono, bande di criminali, violenza ad ogni angolo aspettano chi vorrà accompagnare il grande Ken nella città di Eden e nella Wasteland che la circonda, tra missioni secondarie, corse pazze, minigiochi e tanti, ma tanti combattimenti all’ultimo sangue.
L’eroe della nostra infanzia è tornato: ecco come abbiamo trovato Ken il fantastico guerriero, i pugni suoi più forti e la stella dell’Orsa Maggiore nel nostro primo hands-on di Fist of the North Star: Lost Paradise.
Lasciati liberi di girovagare per la città, abbiamo avuto modo di testare le micidiali tecniche di combattimento della scuola di Hokuto su gruppi di guastafeste che si sono rivelati incredibilmente tosti, probabilmente a causa della build implementata nella demo, votata soprattutto a mostrare le mirabolanti tecniche speciali di Ken. Il personaggio è infatti provvisto di un sistema di crescita basato su quattro parametri: Corpo, Mente, Abilità e Destino, che forniscono bonus diversi per esempio a punti vita e attacco, alla barra delle 7 stelle o, appunto, forniscono al personaggio tecniche mortali con cui devastare e letteralmente esplodere gli avversari.
Menare le mani con l’albero Abilità a palla risulta altamente spettacolare e divertente, con le animazioni delle mosse speciali che non lasceranno delusi i più violenti fan di Ken il Guerriero. Divertenti e vari si rivelano anche i minigiochi: da una parte si trovano cose più classiche come l’Arena in cui affrontare nemici sempre più potenti, dall’altra si nota lo zampino di Yakuza Studio con giochi gestionali in cui bisogna soddisfare i clienti di un nightclub assegnando loro le giuste hostess, e metterli al loro posto quando non si comportano da gentiluomini, e rythm game esilaranti durante i quali il Dr. Kenshiro darà un po’ della sua medicina ai pazienti di una clinica a suon di musica. Insomma, non c’è davvero da annoiarsi a Eden!
Per quanto Ken sia lesto a menar le mani, non lo è altrettanto nel pararsi o nello schivare, e la cosa può rivelarsi abbastanza frustrante quando si combatte con un gran numero di nemici. Inoltre bande di attaccabrighe lo aspettano ad ogni angolo, rischiando di interrompere il giocatore quando magari vorrebbe solo lanciarsi verso la missione principale.
La gita nelle Wasteland è stata invece meno piacevole, a causa della pessima manovrabilità del veicolo, che pare viva di vita propria e ha un’indole piuttosto ribelle. Anche qui però troverete tutti i corridori folli che volete da prendere a sonori schiaffi, giusto per non perdere l’abitudine e per spezzare le sessioni di guida.
Fist of the North Star: Lost Paradise ci è parso avere tutti i punti al posto giusto: animazioni fantastiche, violenza gratuita, minigiochi divertenti e persino un sistema di progressione del personaggio che sembra interessante (ma ci riserviamo di giudicarlo meglio quando potremo metterlo alla prova con più calma). Chi ama menare le mani non si ritroverà deluso, mentre poco possiamo dire purtroppo per chi cerca una storia degna di Kenshiro. L’esperienza di team Yakuza in questo senso sarà abbastanza?