News 22 Gen 2018

Forse c’è un colpevole per la “morte” dei giochi single player

Dopo la cancellazione dello Star Wars di Visceral Games (e della chiusura dello studio, ovviamente), in tanti hanno decretato la fine dei giochi single player. Ovviamente, almeno per ora, non è vero che i titoli lineari e senza microtransazioni, casse premio e comparti online siano oramai morti, ma è chiaro che c’è un problema.

A parlarne ci ha pensato Amy Henning, ex creative director di Naughty Dog, che negli ultimi anni stava proprio lavorando al gioco di Star Wars prodotto da Visceral Games. La Henning è forse riuscita ad identificare il problema di tutto ciò. La verità è però abbastanza ovvia, anche se un po’ scioccante: per la creative director infatti il problema sono i giocatori.

Secondo Amy Henning, i giocatori infatti si lamentano troppo spesso dell’assenza di giochi basati interamente su una storia in single player. Il problema è che poi questi stessi giocatori non acquistano il titolo in negozio e si limitano magari a scoprirne le caratteristiche guardando video su YouTube. Un problema che porta necessariamente i publisher a scegliere opzioni diverse per monetizzare ed è qui che entrano in gioco servizi online, microtransazioni, casse premio, pass stagionali e via discorrendo.

“Il prezzo di 60 Dollari per un gioco non può cambiare, giusto? Ci sono un sacco di notizie negative in merito alla definizione di gioco come servizio, opzioni a pagamento, ma queste cose sono oramai un trend per l’industria. Specialmente per i publisher più grandi rappresentano una sorta di risposta al problema dei costi di sviluppo”.

Concordate con le parole di Amy Henning? E se sì, state cercando anche voi di “combattere” questa situazione, come sta facendo Bethesda? Fatecelo sapere con un commento alla notizia!


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