Dopo la cancellazione dello Star Wars di Visceral Games (e della chiusura dello studio, ovviamente), in tanti hanno decretato la fine dei giochi single player. Ovviamente, almeno per ora, non è vero che i titoli lineari e senza microtransazioni, casse premio e comparti online siano oramai morti, ma è chiaro che c’è un problema.
A parlarne ci ha pensato Amy Henning, ex creative director di Naughty Dog, che negli ultimi anni stava proprio lavorando al gioco di Star Wars prodotto da Visceral Games. La Henning è forse riuscita ad identificare il problema di tutto ciò. La verità è però abbastanza ovvia, anche se un po’ scioccante: per la creative director infatti il problema sono i giocatori.
Secondo Amy Henning, i giocatori infatti si lamentano troppo spesso dell’assenza di giochi basati interamente su una storia in single player. Il problema è che poi questi stessi giocatori non acquistano il titolo in negozio e si limitano magari a scoprirne le caratteristiche guardando video su YouTube. Un problema che porta necessariamente i publisher a scegliere opzioni diverse per monetizzare ed è qui che entrano in gioco servizi online, microtransazioni, casse premio, pass stagionali e via discorrendo.
“Il prezzo di 60 Dollari per un gioco non può cambiare, giusto? Ci sono un sacco di notizie negative in merito alla definizione di gioco come servizio, opzioni a pagamento, ma queste cose sono oramai un trend per l’industria. Specialmente per i publisher più grandi rappresentano una sorta di risposta al problema dei costi di sviluppo”.
Concordate con le parole di Amy Henning? E se sì, state cercando anche voi di “combattere” questa situazione, come sta facendo Bethesda? Fatecelo sapere con un commento alla notizia!
Commenti