25 Set 2018

Forza Horizon 4 – Recensione

A cadenza annuale, il cosmo boxaro vede comparire nella lineup delle sue console di punta l’iterazione di turno del franchise Forza che, da semplice outsider nella perenne lotta con il brand avversario Gran Turismo, è diventato, complice anche qualche passo falso della controparte made in Poliphony Digital, il punto di riferimento dei racing game di stampo simulativo su console (strizzando però l’occhio ad una impostazione di guida palesemente arcade).

Rispettando dunque la tradizione per cui, ad anni alterni, al franchise storico Forza Motorsport vediamo affiancato il newcomer “Forza Horizon”, ci troviamo ora a mettere le mani su Forza Horizon 4, quarta iterazione di questo episodio “collaterale”, giunto però ad avere una importanza ed una fanbase tutta sua, che nulla ha da invidiare al diretto capostipite.

Dopo averlo provato a fondo nei giorni scorsi (principalmente in modalità offline: torneremo sul multiplayer in un secondo momento, nde), ci sentiamo di dirvi senza troppi fronzoli che rappresenta una svolta nel segno della maturità, per attestare anche il franchise secondario sui medesimi livelli di eccellenza tecnico-qualitativa oramai facilmente riconducibili ed ascrivibili alla costola “Motorsport” del brand.

Nel segno di questa continuità e sotto continua osservazione da parte di un pubblico mai come ora desideroso di qualcosa di nuovo, eccoci dunque giunti alla recensione di Forza Horizon 4: si passa dunque, per l’ennesima volta, dalle “classiche” gare su pista ad una concezione racing open world, raffinata e completata in ogni suo aspetto rispetto al diretto predecessore: la strada non è più il limite, ma un punto di partenza per l’esplorazione di un mondo di gioco mai così vivo, pulsante ed interessante. Partiamo, dunque, ovviamente a tutto gas!

Con il passare degli anni (e con la contestuale progressione degli episodi) i ragazzi di Playground Games sono passati dall’essere una software house esordiente, sorpresa della passata generazione di macchine da gioco, ad uno studio capace di sfornare AAA con cadenza periodica e con la ancor più rara capacità di non perdere un colpo migliorando, episodio dopo episodio, il proprio franchise di punta. Una cura che li ha portati a gestire sapientemente ogni loro opera, perfezionandole e arricchendole gradualmente con nuove feature, studiate e perfezionate una per una, così da non rischiare di fornire esperienze di gioco difettate o approssimative.

Questo per dire che Forza Horizon 4, seguendo l’iter di eccellenza evolutiva cui il team ci ha abituato, rappresenta il perfezionamento ed il completamento di quanto intravisto nel precedente episodio del franchise, prendendo spunto ed ispirazioni dalle implementazioni tecnologiche viste in Forza Motorsport 7 (firmato Turn 10). L’ottica di progresso costante, marchio di fabbrica dello studio inglese, è facilmente ravvisabile in questo ultimo episodio che, per via di ciò, ci accoglie facendoci sentire subito a casa, basandosi su un sistema di controllo oramai più che rodato ma stupendoci, nel senso più puro di riempirci di meraviglia, per via degli innumerevoli dettagli, alcuni tecnici, alcuni meramente estetici, che ci si parano davanti sin dal primo impatto con il neonato Forza Horizon 4.

Perfezione tecnico-stilistica a portata di controller (o volante)

Come migliorare, dunque, un prodotto come Forza Horizon 3, di suo quasi perfetto? Semplice: ri-scrivendo da zero i cardini del franchise in questione. L’Horizon Festival, infatti, in Forza Horizon 4, prende vita non più come granitico evento usato alla stregua di un pretesto per sfrecciare da parte a parte del mondo di gioco, divenendo, invece, un appuntamento costante, durevole e mutevole nel tempo, inteso sia come ciclo giorno-notte che come stagionalità. Sì, perché per la prima volta in un gioco del franchise Horizon, sarà possibile percorrere ogni km di strada (e non solo) della mappa di gioco vedendo le condizioni climatiche mutare tanto nel corso della giornata quanto, ben più importante, nel corso delle quattro stagioni, andando di fatto a creare nuovi scenari di gioco come laghi o fiumi ghiacciati da percorrere a bordo di veicoli idonei allo scopo, terreni nudi e crudi resi fangosi dall’incedere della pioggia primaverile o seccati dalla alta temperatura estiva, il tutto in un tripudio di interazione ambientale che ci permetterà di danneggiare ed impattare, tenendo conto della fisicità della superficie di “arrivo” i nostri bolidi con un realismo senza eguali.

Tutto ciò è stato possibile solo grazie ad una variazione del setting di gioco: dalla soleggiata e lussureggiante Australia siamo passati alla ridente ma quanto mai “isterica” (meteorologicamente parlando) Gran Bretagna. Questo spostamento geografico ha permesso comunque al team di mantenere il modello di guida del precedente episodio (anche in Australia la guida è a destra) permettendo ai ragazzi di Playground Games di concentrarsi sulla implementazione di effetti meteorologici allo stato dell’arte e, finalmente, funzionali e non meramente estetici. il sistema di guida alla base di Forza Horizon 4, completamente mutuato dai precedenti capitoli del franchise, ben si adatta alle aggiunte atmosferiche di cui sopra: a parità di veicolo e di configurazione dello stesso, infatti, percorrere in due differenti stagioni il medesimo percorso ci porterà in contatto con due esperienze di guida completamente differenti e che richiederanno approcci diametralmente opposti per aver ragione degli avversari. La corsa matta e disperata da parte a parte del mondo di gioco ci metterà in contatto con una main quest che ci porterà ad accumulare punti “influenza” necessari tanto per garantirci una progressione nella “stagionalità” degli eventi quanto, soprattutto, per renderci noti e ben accetti negli eventi collaterali cui andremo a partecipare.

L’esperienza di gioco, già immensa nel diretto predecessore, viene ulteriormente espansa grazie ad una serie di eventi tematici che ci vedranno confrontarci con i drivatar avversari nelle più disparate specialità, diversificate a seconda di stagione di accesso, tipologia di vettura ammessa e di terreno da percorrere.

Passeremo dunque da gare puramente “stradali” (tra cui alcune succosissime gare clandestine) a competizioni ibride strada-sterrato, a gare off-road a bordo di SUV, fuoristrada o Dune Buggy, a gare ibride sterrato-acquatiche a gare di percorrenza a bordo di camion e camionette: la varietà di questi eventi, palesemente già immensa, viene ulteriormente rimpinguata dalla possibilità di svolgere queste gare in cooperativa con giocatori raccolti casualmente su internet o con la nostra personalissima lobby, passando per una modalità PvP o per una “beat the clock”, al fine di abbattere, senza l’assillo di avversari, il tempo assoluto sul singolo evento. Per i più pretenziosi, sarà inoltre possibile accedere alla modalità Blueprint, feature grazie alla quale potremo creare e modellare ogni singolo evento (tranne, ovviamente, gli eventi esclusivi Horizon) a seconda delle nostre preferenze, scegliendo tanto la tipologia di veicoli, quanto regole o limitazioni di sorta durante la gara. Sfortunatamente, a causa di una bassa presenza di giocatori nei server, siamo riusciti a provare solo minimamente la parte multiplayer qui descritta: seguirà dunque aggiornamento dedicato a breve nei prossimi giorni.

Una svolta nel segno della maturità

La suddivisione delle gare in tipologie differenti, elemento già riscontrato nelle passate iterazioni del franchise Horizon, ci porta in contatto con le micro-linee narrative (elementari e banali, ma pur sempre presenti). L’avanzamento in ciascuna di queste specialità ci permetterà di accedere, una volta raggiunto un determinato numero di punti esperienza locale (relativo cioè solo a quella determinata tipologia di gare), al livello successivo e quindi ad una ulteriore serie di gare tematiche improntate ad una maggiore difficoltà, così da poter guadagnare punti influenza che ci permetteranno di accedere agli eventi esclusivi del festival Horizon (gare di velocità con aeroplani, gare di tenuta strada con mezzi anfibi, gare di drift sul ghiaccio e altre ancora). La vittoria in questi eventi ci permetterà di avere accesso, in piena tradizione Forza, ad autoveicoli altrimenti non acquistabili per via del prezzo esoso e, prima volta nel franchise, al possesso di interi manieri da gestire come garage locali. Iniziando da una semplice casa, avremo la possibilità di vincere (o acquistare, ma a cifre a dir poco strabilianti) svariate location storiche arrivando fino ad allestire uno showroom all’interno del castello di Edimburgo. Tutto ciò si sposa con le “classiche” modalità di micro-esplorazione dei veicoli, riprodotti con cura certosina in ogni dettaglio estetico-motoristico, che si parli dei bolidi di ultima generazione, delle muscle car americane o delle auto storiche italiane degli anni 60-70 creando una crasi artistica, tra ambientazioni e veicoli, da applausi: perfezione tecnico-stilistica a portata di mano!

La direzione artistica intrapresa da Playground Games con questo Forza Horizon 4 ha del sensazionale. Complice un know-how dell’architettura e della potenza esprimibile dalle macchine della casa di Redmond, dato da anni di programmazione esclusiva di queste due piattaforme, i ragazzi del team statunitense spremono fino all’ultima goccia di potenza disponibile, regalandoci un prodotto visivamente stupefacente e curato fin nei minimi dettagli. Dalla pioggia che cade sul lunotto o sul parabrezza dell’auto, con maggiore o minore cadenza, causando l’accensione delle spazzole del veicolo, agli schizzi di fango risultanti dopo un “tuffo” in planata durante una gara autunnale, alle tracce degli pneumatici sulla neve dopo una gara invernale, al riflesso del sole dopo la pioggia in primavera, tutto è realizzato con una cura maniacale per i dettagli, cura che tanto un esteta duro e puro, quanto un appassionato di automobili come il sottoscritto, non può fare a meno di notare. Se a ciò aggiungiamo una modellazione poligonale delle vetture da urlo ed una realizzazione dei cockpit delle stesse con il medesimo grado di attenzione, capiremo quanto ci si trovi davanti alla migliore realizzazione grafica di un simulatore automobilistico mai partorita da mente umana.

La direzione artistica intrapresa da Playground Games con questo Forza Horizon 4 ha del sensazionale

Il mondo di gioco, vivo e pulsante (con tanto di galline o capre che attraversano la strada o i campi), è attraversabile in tutta la sua interezza e le strade altro non sono che uno dei tanti possibili modi per coprire la distanza tra due punti, punti che potremo raggiungere dedicandoci alla libera esplorazione del mondo circostante, tra montagne, bacini d’acqua e circuiti sterrati, ricercando contemporaneamente una caterva di collezionabili disposti sapientemente dai ragazzi di Playground Games per aumentare ulteriormente, qualora ce ne fosse bisogno, una longevità garantita da ben oltre quattrocentocinquanta vetture a nostra disposizione per coprire da parte a parte l’isola britannica. Avremo a nostra disposizione due opzioni grafiche tese a privilegiare la fedeltà grafica o la fluidità: la prova, effettuata su di una Xbox One X con impostazione tesa alla massima resa grafica, ci ha messo davanti ad un prodotto incantevole visivamente ma soggetto, di tanto in tanto, a qualche sporadico calo di frame rate che non va comunque ad inficiare la godibilità dell’esperienza di guida. Tutto regolare, invece, selezionando la modalità “Prestazioni”: sacrificando qualche dettaglio grafico potremo godere di una esperienza di guida dotata di un frame rate rock-solid.

Il comparto sonoro svolge degnamente il suo compito: come tradizione potremo scegliere tra varie stazioni radio la musica che ci accompagnerà durante le nostre peregrinazioni. A completamento del tutto, una riproduzione dei motori ben realizzata, in perfetta continuità con quanto fatto nelle precedenti iterazioni di questo franchise di successo.

Conclusioni

Forza Horizon 4 rappresenta l’ennesimo passo compiuto dai ragazzi di Playground Games verso la perfezione videoludica: un lento processo di avvicinamento, iniziato anni addietro con i primi episodi dei due franchise Forza, che si avvicina alla conclusione a colpi di raffinamento e perfezionamento in quella che si candida già da ora al ruolo di system seller e di sicura killer app.

Forza Horizon 4 si fa largo a sportellate tra la concorrenza proponendo un sistema di progressione meteorologica stagionale allo stato dell’arte, sistema di progressione che rinnova il gameplay evitando il fattore ripetitività ravvisato nei precedenti episodi ed innestando il tutto in un mondo di gioco ricco di dettagli, dove bolidi modellati in modo certosino sfrecciano facendo sfoggio della loro perfezione poligonale.

Una modalità storia rinnovata ed arricchita da una miriade di sotto-eventi e gare tematiche, gestibili sia in single player che in multiplayer (tra utenti random, con la propria lobby o inscenando un PvP) contribuisce ad enfatizzare ulteriormente una longevità di suo elevatissima, grazie a ben quattrocentocinquanta vetture a nostra disposizione, ciascuna con il suo stile di guida e con le sue peculiarità regalandoci l’esperienza di guida digitale più completa ed avvincente mai arrivata su console.

La cura maniacale per i dettagli, dagli schizzi di acqua sul parabrezza, a quelli di fango dopo una gara autunnale sono simbolo e rappresentazione di una realizzazione allo stato dell’arte, tanto grafica, quanto tecnica, realizzazione inficiata solo da qualche piccolo calo del frame rate anche su Xbox One X.

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