Frostpunk 2

Frostpunk 2 – Recensione

Il ghiaccio è meno spietato delle scelte morali

Ho giocato almeno un centinaio di ore al primo Frostpunk, un piccolo capolavoro che mi aveva conquistato fin dal primo momento in cui lo vidi presentato all’ormai defunta E3 di parecchi anni fa. C’era qualcosa di magico in quell’atmosfera opprimente, nel freddo che non lasciava scampo, nella sensazione costante di precarietà che ogni mia decisione portava con sé. La sopravvivenza in un mondo completamente congelato, dove ogni risorsa era preziosa e ogni sacrificio necessario, ha saputo tenermi incollato allo schermo per ore e ore, facendomi sentire quasi un vero leader, costretto a prendere decisioni moralmente devastanti per il bene del mio popolo.

Quando ho saputo che 11 Bit Studios stava lavorando a Frostpunk 2, l’hype è salito alle stelle. E ora, finalmente, possiamo vedere cosa ci aspetta in questo nuovo capitolo. Il team di sviluppo ha scelto di seguire una filosofia ben chiara: bigger, larger, better. In altre parole, tutto quello che ci aveva fatto amare il primo Frostpunk è stato ampliato, arricchito, reso ancora più complesso e avvincente. Il mondo che ci troviamo ad affrontare è ancora più vasto e inospitale, un luogo oscuro e terribile dove l’umanità lotta per sopravvivere in condizioni che sembrano ancora più estreme.

Il gelo regala comunque bellissimi scorci.

Tuttavia, ciò che colpisce davvero è che non si tratta solo di una semplice espansione del primo gioco. Non stiamo semplicemente ripetendo le stesse dinamiche o esplorando lo stesso terreno ghiacciato. Ogni meccanica è stata rivisitata e migliorata, dal modo in cui si costruiscono gli edifici alla gestione delle risorse, fino al sistema di riscaldamento della città, che ora richiede strategie ancora più sofisticate. Frostpunk 2 introduce anche un nuovo sistema politico che simula un’interazione più complessa con i cittadini di New London. Non si tratta più solo di prendere decisioni unilaterali, ma di entrare in una sorta di negoziazione costante, dove ogni scelta ha conseguenze non solo immediate, ma anche a lungo termine, in un equilibrio delicato tra le necessità della città e i desideri della popolazione.

Ogni meccanica è stata rivisitata e migliorata

È vero, il passaggio a una prospettiva più ampia fa perdere un po’ di quella sensazione di intimità che aveva caratterizzato il primo capitolo, dove ogni cittadino sembrava avere un volto e una storia. Ma, in compenso, Frostpunk 2 offre una gamma di sfide ancora più articolate, che costringeranno il giocatore e la giocatrice a prendere decisioni sempre più difficili e moralmente ambigue. Non mancheranno i momenti in cui dovremo decidere se sacrificare una parte della popolazione per salvare il resto, o se rischiare di mandare tutto a rotoli pur di mantenere un minimo di umanità. Frostpunk 2 si preannuncia come un’esperienza altrettanto intensa e brutale, capace di mettere alla prova anche i giocatori e le giocatrici più esperti/e.

Tenere d’occhio tutto l’insediamento è la chiave per il successo.

Partiamo dalla storia di Frostpunk 2, che si sviluppa in cinque capitoli e funge principalmente da tutorial per la modalità sandbox. Anche se ci sono alcuni richiami al primo capitolo, questi sono piuttosto limitati, forse per permettere ai nuovi giocatori e alle nuove giocatrici di immergersi nel sequel senza sentirsi troppo legati agli eventi passati. In un certo senso, questa scelta apre le porte a un’esperienza più accessibile, ma potrebbe far storcere il naso a chi si aspettava un legame più stretto con il predecessore. La narrazione fa da cornice a un lungo e impegnativo processo di apprendimento, durante il quale saremo introdotti a nuove meccaniche di costruzione e gestione, come i distretti multi-tile. In Frostpunk 2, i distretti sono essenziali per alloggiare la popolazione, produrre cibo, estrarre risorse e combustibili, sviluppare l’industria e gestire la logistica. Ogni distretto ha il suo set di edifici di miglioramento e una sorta di bonus di adiacenza, il che costringe il giocatore e la giocatrice a pianificare attentamente la propria città, non solo per garantirne l’efficienza, ma anche per ottenere il massimo rendimento da ogni struttura.

Frostpunk 2 costringe il giocatore e la giocatrice a prendere decisioni sempre più difficili e moralmente ambigue.

Una novità importante è che non possiamo più costruire immediatamente come nel primo capitolo. Prima di poter erigere qualsiasi edificio, i nostri cittadini dovranno sgomberare il terreno da ghiaccio e neve, un compito arduo che aggiunge un ulteriore livello di sfida e realismo alla gestione delle risorse. Questa dinamica rallenta inevitabilmente i progressi, ma si inserisce perfettamente nel contesto di un mondo ostile, dove ogni passo avanti richiede sacrificio e pianificazione.

Approvare nuove leggi può essere difficile.

Un aspetto interessante è che, una volta piazzati gli edifici, non è possibile spostare singoli tile senza demolire l’intero distretto e ricominciare da capo. Fortunatamente, le risorse vengono rimborsate direttamente dal sistema di gioco, quindi il costo di un errore di pianificazione si traduce solo in tempo perso, e non in materiali sprecati. Questa scelta, sebbene frustrante in alcune situazioni, aggiunge una componente di riflessione strategica, costringendo il giocatore e la giocatrice a pensare attentamente prima di agire. Anche perché in Frostpunk 2 il tempo è a tutti gli effetti una risorsa come un’altra, e perderla inutilmente può costare vite.

Frostpunk 2 si preannuncia come un’esperienza intensa e brutale

Esattamente come nel primo capitolo, avremo a disposizione vari strumenti per esplorare la mappa, questa volta ancora più vasta. Gli scout giocano un ruolo cruciale in questo processo, inviati in missioni per scoprire nuovi insediamenti, sopravvissuti e risorse vitali per mantenere in vita la nostra colonia. Il mondo di Frostpunk 2 è brutale e implacabile, e ogni decisione presa durante queste spedizioni può fare la differenza tra la vita e la morte della nostra città.

Fazioni, ovvero nuove complicazioni.

Tuttavia, non tutto scorre liscio come il ghiaccio. Il menù e l’interfaccia utente, pur minimali e ben organizzati, talvolta danno per scontato che il giocatore abbia già familiarità con le meccaniche del gioco, il che potrebbe rappresentare un ostacolo per chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di esperienza. Inoltre, un aspetto che ho trovato poco funzionale è la difficoltà nel tenere sotto controllo le fazioni quando non ci si trova nella città principale. Se si è impegnati a gestire operazioni esterne, come appunto la gestione degli scout, c’è il rischio che le cose sfuggano di mano prima che si abbia la possibilità di intervenire, creando situazioni di caos difficili da riparare una volta tornati alla base.

Il tempo è a tutti gli effetti una risorsa come un’altra, e perderla inutilmente può costare vite

Vi ho già accennato che Frostpunk 2 non ha pietà di voi? Beh, preparatevi, perché questo gioco non vi concederà un attimo di tregua, né fisica né emotiva. Se vi aspettate qualche momento “chill” in cui rilassarvi e godervi il progresso della vostra città, siete fuori strada. L’unica cosa “chill” qui è il significato letterale della parola: freddo, gelido, devastante. Anche quando pensate di aver finalmente raggiunto un equilibrio, quando le risorse sembrano sufficienti per mantenere il riscaldamento e l’energia elettrica accesi, Frostpunk 2 ha un modo infallibile di ribaltare le vostre certezze. Le tempeste di neve colpiscono periodicamente e, quando arrivano, paralizzano l’intera mappa delle Frostlands, lasciando i vostri cittadini congelati e impotenti, mentre il numero dei morti sale a centinaia. È come se il gioco volesse ricordarvi costantemente che la sopravvivenza è una corsa contro il tempo e contro gli elementi, e che la speranza, in questo mondo, è un lusso pericoloso.

Scelte terribili vi aspettano.

La chiave per sopravvivere non è mai semplicemente mantenere un equilibrio precario, ma costruire costantemente riserve ben oltre il necessario per la sopravvivenza immediata. È una versione sotto steroidi della favola della cicala e della formica: se vi limitate a produrre solo ciò che vi serve al momento, quando le tempeste si abbatteranno su di voi, sarà troppo tardi per rimediare. In questo mondo ostile, bisogna sempre prepararsi al peggio, perché il peggio arriverà, senza alcuna ombra di dubbio. La gestione delle risorse diventa un atto di pura sopravvivenza, e ogni errore può costare caro.

Il gioco vuole ricordarvi costantemente che che la speranza, in questo mondo, è un lusso pericoloso.

C’è però un fattore che rende Frostpunk 2 davvero degno di essere giocato. E non è solo la sua crudele difficoltà, ma la sua capacità di far sentire il peso della leadership. Ogni decisione, ogni ordine, porta con sé una serie di conseguenze che non riguardano solo il successo materiale della vostra città, ma anche la moralità delle vostre azioni. Le nuove meccaniche gestionali si fondono perfettamente con una narrazione incentrata sulle scelte etiche e politiche, creando un sistema che non solo sfida la vostra capacità di gestione, ma anche la vostra coscienza. Ogni scelta sembra carica di responsabilità, e il gioco non manca di farvi sentire il peso delle vostre decisioni nei momenti più critici. Qui non c’è spazio per l’indecisione: ogni mossa può significare la vita o la morte per i vostri cittadini, e le scelte morali più difficili vi rimarranno in testa ben oltre il previsto.

Non temete, non sarà sempre tutto tranquillo come in questo screenshot.

Come se non bastasse la lotta contro il freddo e la scarsità di risorse, in Frostpunk 2 dovrete anche fare i conti con le fazioni interne tra i cittadini. Questi gruppi sono spesso in contrasto tra loro, e il vostro compito sarà quello di trovare un equilibrio tra le loro richieste, cercando di mantenere la pace all’interno della città. Non sarà infatti la distruzione fisica della colonia a decretare la vostra sconfitta, ma la perdita di fiducia da parte del popolo o il crescere della tensione al punto da essere letteralmente estromessi dal potere. È sorprendentemente facile cadere in una spirale discendente, in cui una carenza di risorse scatena il malcontento generale, e la società si disgrega sotto il peso dei conflitti interni. Non basta semplicemente ignorare o reprimere una fazione: ogni decisione cruciale deve passare attraverso il consiglio, composto da 100 rappresentanti delle varie fazioni cittadine.

L’arte del “convincimento” diventa cruciale per ottenere il supporto delle fazioni: per guadagnare il loro voto, spesso dovrete fare promesse su questioni specifiche, come la ricerca di una nuova tecnologia o l’approvazione di leggi che rispecchino la loro visione del mondo. In alcuni casi, però, ciò che vogliono è molto più semplice: denaro. E mentre tentate di mantenere questo precario equilibrio politico, il gioco vi offre anche la possibilità di optare per un approccio più autoritario. Tuttavia, fino a quando non sbloccate politiche più repressive, adottare una linea dura può esporvi a rivolte e proteste che bloccano la produzione, feriscono i cittadini e danneggiano le infrastrutture. Ogni volta che la tensione raggiunge livelli insostenibili, vi troverete costretti a tornare al tavolo delle trattative, il che può essere un incubo logistico quando la vostra città è paralizzata da sommosse e disordini e la fredda morte sta bussando alle porte di New London.

L’interfacia utente non sempre praticissima.

Man mano che progredite nel gioco, vengono messi a disposizione strumenti sempre più drastici per gestire i dissidenti, tra cui la possibilità di imprigionarli all’aperto e lasciarli congelare a morte. Questo aumento progressivo del controllo fa parte del fascino e della difficoltà di Frostpunk 2: ogni scelta verso un governo più autoritario può sembrare la via più semplice per mantenere l’ordine, ma rischia di alienarvi il sostegno della popolazione e compromettere il futuro della città. Le dinamiche politiche e morali si intrecciano in modo complesso, costringendovi a riflettere su ogni singola decisione, mentre il gelo avanza inesorabile e la fiducia della vostra gente si scioglie come neve al sole.

Durante la mia esperienza con Frostpunk 2, ho purtroppo incontrato qualche bug, oltre a un paio di freeze — e no, non sto parlando delle tempeste di ghiaccio che devastano il mondo di gioco, ma proprio di quegli arresti anomali che bloccano il sistema. Per quanto frustrante, devo ammettere che nulla di tutto ciò è stato particolarmente devastante per il gameplay: un semplice reset o il caricamento di un salvataggio precedente sono sempre bastati per riportare tutto alla normalità. Nonostante queste piccole imperfezioni, che spero vengano corrette con le patch future, Frostpunk 2 è riuscito a fare esattamente ciò che si richiede a un sequel: espandere l’esperienza senza perdere l’identità che ha reso il primo capitolo un piccolo capolavoro del genere gestionale.

Conclusioni

Dopo circa una ventina di ore di gioco, posso affermare con certezza che il nuovo capitolo di Frostpunk mantiene la sua spietatezza e il suo fascino per gli appassionati e le appassionate di gestionali hardcore. Le sfide sono ancora più complesse, le scelte morali ancora più pesanti e la sensazione di precarietà — quel sottile filo tra sopravvivenza e disastro — rimane il cuore pulsante dell’esperienza.

Se siete alla ricerca di un gioco che vi faccia sentire il peso del comando, tra decisioni difficili e risorse che si esauriscono in un batter d’occhio, Frostpunk 2 è pronto a darvi filo da torcere. Certo, qualche glitch di troppo potrebbe interrompere la vostra immersione di tanto in tanto, ma nulla che comprometta davvero l’essenza di un’esperienza che rimane brutale e appagante.

Consigliatissimo agli appassionati del genere, i neofiti possono comunque contare su un accomodante selezione del livello di difficoltà, così da modellare l’esperienza attorno alla propria esperienza.

Frostpunk 2
  • Good
    +Ancora più brutale del primo, specie ad alte difficoltà
    +Scelte morali davvero impattanti sul player
    +Un gestionale davvero ben strutturato
    +Colonna sonora ottima
  • Bad
    -Qualche bug qua e là
    -Interfaccia utente a volte poco funzionale
  • 8.5 Cool!
Conclusioni

Dopo circa una ventina di ore di gioco, posso affermare con certezza che il nuovo capitolo di Frostpunk mantiene la sua spietatezza e il suo fascino per gli appassionati e le appassionate di gestionali hardcore. Le sfide sono ancora più complesse, le scelte morali ancora più pesanti e la sensazione di precarietà — quel sottile filo tra sopravvivenza e disastro — rimane il cuore pulsante dell’esperienza.

Se siete alla ricerca di un gioco che vi faccia sentire il peso del comando, tra decisioni difficili e risorse che si esauriscono in un batter d’occhio, Frostpunk 2 è pronto a darvi filo da torcere. Certo, qualche glitch di troppo potrebbe interrompere la vostra immersione di tanto in tanto, ma nulla che comprometta davvero l’essenza di un’esperienza che rimane brutale e appagante.

Consigliatissimo agli appassionati del genere, i neofiti possono comunque contare su un accomodante selezione del livello di difficoltà, così da modellare l’esperienza attorno alla propria esperienza.

Frostpunk 2
  • Good
    +Ancora più brutale del primo, specie ad alte difficoltà
    +Scelte morali davvero impattanti sul player
    +Un gestionale davvero ben strutturato
    +Colonna sonora ottima
  • Bad
    -Qualche bug qua e là
    -Interfaccia utente a volte poco funzionale
  • 8.5 Cool!

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