Vi siete mai fermati un attimo a pensare, a riflettere sull’attuale situazione della vostra vita, su come stanno procedendo i vostri affari, i vostri sentimenti ed i vostri interessi?
E di recente, in uno di questi vostri momenti personali di autoriflessione, vi siete mai sorpresi a pensare “Quanto vorrei che cominciasse un’apocalisse zombie…”?
Ebbene, non crucciatevi, non siete pazzi, ma forse fate parte di quella categoria di persone che probabilmente ha un buon rapporto con la propria fantasia, e proprio per quello ama evadere dalla realtà di uffici, scuole e cemento, e si getta spada in pugno contro un drago che fino ad ora nessuno è stato mai in grado di sconfiggere.
Un tempo, quando ancora la tecnologia ed il sapere dell’uomo non si erano evoluti fin come li conosciamo ora, individui del genere venivano chiamati sognatori, ed a dire il vero, spesso venivano anche tacciati di pazzia… Ma è anche vero che sono stati proprio questi individui, a fare passi enormi nella storia, ed a loro si devono molte delle meraviglie che conosciamo oggi.
La realizzazione ideale di quanto detto sopra, si potrebbe tradurre perfettamente nell’immagine che forse molti di voi avranno visto e condiviso su i più famosi social network, e che porta con sè la frase “My life is so much interesting inside my head”, ovvero “La mia vita è molto più interessante all’interno della mia testa”. Direi che calza a pennello no?
Ovvio che con il passare del tempo, anche i sognatori si sono evoluti, adeguandosi all’ambiente ed all’epoca in cui sono vissuti. Corto però è il passo secondo me, che separa il capitano di una nave del 1400 che scruta l’orizzonte con il suo cannocchiale in cerca di nuove terre da scoprire, dai giovani gamer che pad in mano, ingaggiano una lotta all’ultimo sangue contro un esercito di orchi che vuole invadere un villaggio, o contro una marea di zombie in cerca di carne fresca.
Alcuni non lo sanno, ma essere un gamer permette alle persone di vivere ogni giorno una nuova ed emozionante avventura, mettendoci oggi nei panni di un novello Indiana Jones, domani in quelli di un pilota di Formula 1, il giorno dopo ritrovarci ad essere uno dei sopravvissuti di un conflitto nucleare mondiale, e quello dopo ancora ad essere un soldato della fanteria spaziale che con la sua corazza difende il mondo da un’invasione aliena.
Non c’è niente di cui vergognarsi se alcuni di noi lo fanno per sfuggire in qualche modo alla propria realtà, per sentirsi, per “essere”, almeno per qualche ora, dentro ad una vita molto differente da quella che è la nostra di tutti i giorni. E cos’altro è questo se non sognare? Provare queste sensazioni significa senz’altro essere i sognatori di questa nuova era, quelli che potremmo definire in qualche modo i sognatori 2.0.
Tenere sempre la propria immaginazione in movimento, coltivare la propria fantasia in ogni istante, e vivere storie che ci trasmetteranno un’infinità di emozioni. Le storie che vivremo in questo modo ci potranno lasciare con un sorriso, altre invece faranno sgorgare lacrime di commozione sul nostro viso, alcune potrebbero deluderci, lasciandoci con l’amaro in bocca, ma altre ancora potranno perfino farci sentire dei veri eroi.
Essere un gamer quindi, può significare voler essere dei sognatori, ma quello che ci permette di esserlo deriva dai sogni di altre persone prima di noi. Ed a questi altri individui dobbiamo almeno un minimo di ringraziamento, verso coloro i quali hanno sudato e lavorato sodo per portare tra le nostre mani queste moderne fiabe. Mi riferisco ovviamente agli sviluppatori, gli sceneggiatori, e tutti quanti lavorino alacremente dietro ad ogni videogame, perché possa emozionarci fin dentro al nostro animo più profondo. Perciò, di cuore, grazie, da parte mia e di tutti i meandri della mia fantasia, che ogni giorno vibrano di fronte alle vostre opere.
Piccolo disclaimer. Chiaramente quanto avete letto sopra sono solo osservazioni e pensieri personali, che scaturiscono dalle esperienze e dagli stati d’animo. Prendeteli quindi per quello che sono, ovvero semplici pensieri, riflessioni, e magari, piccoli sogni.
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