Los Angeles – Non serve essere dei novelli Sherlock Holmes per intuire che, nella corposa line up presentata da Microsoft in questo E3 2016, Gears of War 4 fosse uno dei titoli più attesi e, per certi versi, più temuti. Del ritorno in grande stile di una delle serie più apprezzate di sempre nel panorama Xbox, da quest’anno divenuto un tutt’uno con quello PC grazie alla formula Play Anywhere, se ne era già parlato parecchio: già lo scorso anno, ricorderete, assistemmo al primo trailer ufficiale del titolo, seguito da una breve sessione di gameplay che, per quanto embrionale, dava una prima idea di dove i ragazzi di The Coalition volessero andare a parare. Nell’arco dei dodici mesi seguenti di notizie se ne sono susseguite parecchie: qualche dettaglio sulle nuove location, parziali contestualizzazioni storiche (prevalentemente rispetto al terzo capitolo maggiore della saga) ma, prima su tutte, l’identità del nuovo protagonista, quel JD Fenix figlio del ben più noto Marcus e di Anya Stroud nato poco dopo la fine della leggendaria Guerra alle Locuste.
Del gameplay, a ben vedere, non si è parlato così tanto. Non che siano mancati alcuni video, più o meno legittimamente usciti dalle pareti della software house, ma difficilmente prima di questo E3 2016 avremmo saputo dire se Gears of War 4 avrebbe calcato le orme dei propri predecessori, magari introducendo nuove meccaniche o rivoluzionandone altre di preesistenti, oppure avrebbe cambiato completamente le proprie carte in tavola (in modo analogo al nuovo God of War, giusto per citare un esempio nemmeno secondario) per lasciare attonita la propria platea.
Dopo aver assistito al nuovo annuncio nel corso della conferenza Microsoft di questo E3 2016 ed esserci divertiti un po’ più da vicino con l’azione vera e propria di JD, possiamo finalmente trarre alcune considerazioni preliminari, tutto sommato positive, su questo quinto tassello maggiore del franchise. E la considerazione più evidente, per quanto all’apparenza possa sembrare banale, è che Gears of War 4 è esattamente quello che ci si può aspettare dalla generazione corrente della saga di Gears of War: azione, frenesia e quel pizzico di tattica che hanno decretato il successo delle gesta di Marcus Fenix. GoW 4 è quel TPS robusto e senza fronzoli che tutti ci saremmo aspettati, con un comparto grafico estremamente convincente e una giocabilità, marchio di fabbrica sin dai primissimi capitoli, alla portata di tutti ma non per questo semplicistica o superficiale.
Viene dunque da sé affermare che un veterano del franchise, di fronte a questo nuovo capitolo, si troverà perfettamente a proprio agio ancor prima di inserire il disco nella console. Vuoi per la riproposizione di un control schema oramai familiare, vuoi per delle affinità abbastanza (e permetteteci, per fortuna) evidenti col terzo capitolo maggiore piuttosto che con Judgement, difficile non sentirsi a casa e familiarizzare praticamente da subito con JD. Che, differenze estetiche a parte, condivide con l’illustre babbo gran parte delle caratteristiche che lo hanno reso grande: determinazione, forza, sangue freddo e un caratteraccio da frequentatore dei peggiori bar di Caracas.
L’impatto iniziale con GoW, in sostanza, è positivo: il feeling del titolo Coalition è quello, riconoscibile anche al buio e capace di catapultarti nel mezzo dell’azione vera e propria in un battibaleno. Ci sono creature aliene dettagliatissime e dalle forme ai limiti dell’inquietante, insettoni biancastri che zompano da una parte all’altra dello schermo desiderose di assaggiare le nostre tenere carni umane e boss di fine livello, grandi come una palazzina di tre piani, così enormi ed incazzati da farci dubitare della bontà del nostro arsenale bellico. Che fidatevi, è un signor arsenale bellico. E poi ci sono ancora loro, le Locuste, quelle maledettissime creature venute da galassie lontane che ogni volta sembrano debellate ma, a distanza di pochi anni, tornano ancora più inviperite e assetate di sangue. Feroci, spietate e con una mira da far invida ad un cecchino, l’evoluzione current gen delle famigerate Locuste è uno degli aspetti che più ci è piaciuto di questa demo: vuoi perché un po’ non ce le aspettavamo, almeno non in questo improvviso sovradosaggio, vuoi perché i nuovi modelli tridimensionali delle nostre vecchie amiche fanno davvero paura (in senso positivo, tranquilli), il loro ritorno ci ha strappato un sorriso dalle labbra – seguito da una serie di naturali imprecazioni condivise da chiunque provasse la demo, tanto erano dure da abbattere.
Il gameplay, a questo punto, rappresenta forse la parte più delicata della nostra prova: questo perché quanto assistito a Los Angeles non ci ha mostrato rivoluzioni così eclatanti nell’ambito delle meccaniche di gioco. Gran parte delle componenti ludiche sono ereditate dai capitoli precedenti, con l’aggiunta di qualche nuova arma – come il Buzzkill o il Dropshot – e di un Coltello da Combattimento, ideale per gli attacchi melee ravvicinati e per effettuare qualche esecuzione spettacolare. Sarà possibile colpire il nostro nemico con una spallata ben assestata, stordendolo temporaneamente per poi vomitargli piombo addosso a volontà, ma lo stesso potranno fare i mostriciattoli nemici, strappandoci brutalmente dalle nostre coperture per trasformarci in un banchetto alieno. La novità più interessante, tuttavia, sarà la gestione dinamica delle condizioni ambientali, che varieranno in maniera imprevista nel corso della partita: al lancio saranno infatti disponibili quattro categorie diverse di meteo, che spaziano dalla leggera brezza estiva alla pioggia incessante fino all’uragano vero e proprio. Una new entry che avrà effetto anche sul gameplay, ma che ci riserviamo di analizzare più nel dettaglio nelle settimane a venire.
Gears of War 4 parte col piede giusto.
Gears of War 4, in definitiva, parte col piede giusto. Lo fa grazie anche ad un comparto tecnologico sontuoso, che si fa apprezzare decisamente su Xbox One lasciando presagire risultati ancora migliori in un PC di fascia alta. L’Unreal Engine, se usato bene, regala scorci ispirati e una modellazione di prim’ordine: e questo è quanto visto nel titolo dei ragazzi di The Coalition, estremamente convincente nella resa visiva e caratterizzato da un frame rate stabile anche nelle situazioni più frenetiche. Il gameplay c’è, ed è di valore: ma allo stato attuale delle cose, il suo limite più grande è forse l’incapacità di osare e di sperimentare, di tracciare un solco del tutto nuovo che dia a quest’opera una personalità propria. Gears of War 4, sotto questa luce preliminare, è un “more of the same” dal potenziale devastante, dalla grafica sbalorditiva e dalla narrativa, per quanto abbozzata, capace di incuriosire: resta da capire se, a partire dal prossimo 11 Ottobre, quanto appena detto sarà sufficiente a dare nuova linfa vitale ad una saga sì amata, ma non per questo immune alla ripetitività. Del resto, non è mai facile tenere alto il nome dei propri illustri genitori.