Genshin Impact è il futuro. Aspetta, forse non proprio. Intendo che potrebbe essere il futuro. No, non te ne andare, fammi finire che provo a fare un discorso serio. Il quesito fondamentale su cui poggia questo articolo è l’idea che il modello adottato da Genshin Impact sia il futuro del modello free-to-play. E non solo.
Il titolo di miHoYo è riuscito in poche settimane a finire sulla bocca di tutti. Cosa più importante, è finito anche sugli smartphone, i PC e le console di tantissimi giocatori. Le ultime stime parlano di un’entrata per lo sviluppatore di 100 milioni di dollari in due settimane, sufficienti a ripagare completamente i costi di sviluppo. In un’era dominata dallo sviluppo sempre più costoso dei videogiochi, capite che il modello scelto da miHoYo non solo è vincente, ma potrebbe stuzzicare qualche acuto osservatore.
Genshin Impact è un gacha, un termine giapponese che si riferisce alle macchinette dove al prezzo di una monetina si riceve un gadget casuale. La casualità, nota bene, è alla base di tutto, perché al vostro esborso monetario non corrisponde l’ottenimento di ciò che desiderate. State acquistando la possibilità di ottenerlo, in un meccanismo mentale a tutti gli effetti identificabile come gioco d’azzardo. Cosa che di fatto è.
Genshin Impact vi permette, tramite l’acquisto di crediti, di spenderli in dei “banner” e avere la possibilità di ricevere armi o nuovi personaggi da usare nel gioco. Spaventoso, vero? Decisamente sì, visto che le percentuali sono basse e la fortuna è l’unica discriminante. Ma il modo in cui Genshin Impact incastra la meccanica gacha nell’esperienza è degna di attenzione.
Il titolo di miHoYo è un open world, un vasto e bellissimo mondo fantasy completamente esplorabile dal giocatore. Lo fa seguendo i canoni del gioco di ruolo, con un party da gestire e delle missioni e attività da portare a termine. Il tutto completamente gratis, trasversalmente su mobile, PC e PS4 (presto anche Switch). Sia chiaro, Genshin Impact non inventa nulla. Le similitudini con Breath of the Wild di Nintendo si sprecano, così come alcune ispirazioni a NieR Automata. MiHoYo fa sue e rimpasta tante idee che hanno accompagnato gli open world negli ultimi anni, per dare vita ad un’esperienza piuttosto convincente.
In un periodo storico martoriato dalla crisi economica, dove i giochi ad 80€ fanno notizia e il modello Game Pass di Microsoft crea un precedente interessante, il modello di Genshin Impact è qui per restare
I suoi valori produttivi sono elevati, al pari di un qualsiasi tripla-A in circolazione. Visivamente è bellissimo da vedere, il gameplay, pur semplicistico che sia, stimola l’esplorazione con un’estetica che pesca a piene mani da un certo gusto filo-nipponico che continua ad essere fortemente apprezzato. Genshin Impact è furbo, ma quello che fa lo fa stranamente bene, raccontando anche una storia che si infila nel genere degli isekai giapponesi e che regala più di qualche colpo di scena.
Soprattutto, non pone limiti ai suoi contenuti. E’ gratis, davvero. La meccanica gacha è completamente slegata dall’esperienza singolo giocatore che offre. Se vogliamo è un investimento ulteriore, che permette agli appassionati di provare a ottenere il proprio personaggio preferito per usarlo in gioco. Ciò però non è necessario all’avanzamento nel gioco: dopo qualche settimana di gioco, difatti, ho portato con facilità il mio party al livello 40, sfruttando i crediti gratuiti e proseguendo nella storia senza particolari intoppi.
Anzi, la produzione mi ricompensava per ogni attività svolta nel suo mondo, permettendomi con un po’ di pazienza di reinvestire ciò che ottenevo in qualche banner e tentare così di prendere Venti, uno dei personaggi più gettonati. Ad oggi, non ho speso un euro.
Genshin Impact è un gioco single player, con una struttura da game as a service palese. Un gioco servizio, però gratuito, che può essere giocato dall’inizio alla fine, nei propri tempi, senza necessità di spendere soldi reali. Un modello che cozza completamente con il concetto di gacha, ma che quei 100 milioni di dollari testimoniano essere vincente. La gente è portata a spendere nel gioco perché lo considera di qualità. Quindi è disposta ad investirci qualcosa di più, a fronte di una spesa iniziale nulla. Il tutto sconnesso da una dimensione multigiocatore, molto lontana dagli MMO gratuiti a cui il mercato ci ha abituato.
In un periodo storico martoriato dalla crisi economica, dove i giochi ad 80€ fanno notizia e il modello Game Pass di Microsoft crea un precedente interessante, è per me plausibile che il modello di Genshin Impact sia qui per restare. Un successo così dirompente in Cina e in tutto il mondo che sarebbe ingenuo non osservare con attenzione. Quando si parla di entrate milionarie poi, difficile che i publisher e gli studi di tutto il mondo non calino lo sguardo per sbirciare.
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