Quasi ai livelli di Horizon Forbidden West
Inutile negarlo: ci stiamo prendendo gusto. Dopo il generale scetticismo e le rimostranze di parte della fan base, ci abbiamo messo pochissimo ad abituarci a questa progressiva ed inesorabile trasposizione su PC di alcuni successi pubblicati su PlayStation 4 e PlayStation 5. Del resto, dopo anni e anni di esclusive, la pubblicazione su più piattaforme, pur a distanza di tempo l’una dall’altra, sta diventando la norma e persino i videogiocatori più restii si stanno accorgendo di come questa strategia di business sia conveniente non solo ai publisher, ma anche e soprattutto all’utenza stessa.
Dopo Horizon Forbidden West, qui c’è la nostra recensione, è toccato a Ghost of Tsushima compiere il salto, processo nuovamente affidato alle ormai sapienti mani di Nixxes Software che all’epoca, con l’avventura con protagonista Aloy, dimostrarono di saperci fare alla grande con questo genere di operazioni.
Senza addentrarci troppo nella trama e nel gameplay di per sé, per questo vi rimandiamo alla recensione dell’epoca, ha comunque senso chiedersi se un gioco pubblicato nel 2020 sia ancora in grado di divertire ed appassionare. Se già all’epoca l’open-world di Sucker Punch mostrava il fianco ad una ripetitività di fondo classica di giochi del genere, va sottolineato come la densità di missioni secondarie e punti d’interesse disinneschino il pericolo di ritrovarsi tra le mani un’avventura vuota, priva di carisma, tanto ricca di icone sulla mappa, quanto povera di mordente.
L’epopea di Jin Sakai riesce sempre a tenere incollato il videogiocatore con lo splendore degli scenari che propone, con un combat system profondo al punto giusto, con una narrazione che, pur non inventandosi nulla, si inserisce con puntualità perfetta tra una missione e l’altra.
Per chi ha mal sofferto certe cadute di stile del più recente Rise of the Ronin, che potete recuperare sullo shop online di GameStop e che pur mette sul piatto un sistema di combattimento ben più raffinato, ma anche complicato, gli amanti del Giappone feudale e di un certo tipo di filmografia del Sol Levante troveranno pane per i loro denti nella produzione Sony. Pur con qualche anno in più sul groppone, pur lontano dalla perfezione già all’epoca, Ghost of Tsushima è ancora oggi perfettamente in grado di ammaliare con il suo stile visivo e divertire con il suo gameplay derivativo, ma funzionale; lineare, ma malleabile; ripetitivo, ma ricco di contenuti.
La versione disponibile su Steam, tra l’altro, è la Director’s Cut, già vista su PlayStation 5 e che potete recuperare facilmente a questo link. Ciò significa che propone in dotazione, e senza costi aggiuntivi, l’espansione dedicata a Iki Island, con il suo carico di missioni e sbloccabili extra; nonché Legends, la modalità PvE allargata fino a quattro giocatori. In questo caso, tuttavia, per sfruttare le funzionalità online del gioco dovrete anche possedere un account PSN, con cui loggarvi al primo accesso. C’è da dire, tuttavia, che una volta svolti tutti i procedimenti del caso, in rete tutto fila liscio come l’olio con un netcode stabilissimo e un matchmaking che vi richiederà una manciata di secondi al massimo.
Nixxes ha lavorato in una doppia direzione con grande caparbietà
Gioco divertente, contenuti senza antipatiche defezioni o mancanze. Fino a qui tutto liscio come l’olio insomma. Ma all’atto pratico, come funziona Ghost of Tsushima su PC? Siamo di fronte alla miglior versione possibile anche in termini visivi?
Per farla breve, sì. Sia rispetto alla versione PlayStation 4, come era lecito aspettarsi, che a quella più recente per PlayStation 5, chi è dotato di un PC di fascia alta si godrà lo spettacolare Giappone amalgamato dagli artisti di Sucker Punch come mai prima d’ora. Al contrario di Horizon Forbidden West non è un lavoro privo di qualche sbavatura, ma globalmente è davvero difficile lamentarsi.
Nixxes ha lavorato in una doppia direzione con grande caparbietà: tirare fuori il massimo possibile dal gioco e consentire ad un pubblico più ampio possibile di installare il titolo sul proprio computer. Per questo motivo, ad accogliervi nella schermata delle impostazioni, troverete una lunga lista di opzioni che consentono di scalare ampiamente il livello di dettaglio grafico e, all’occorrenza, di attivare alcuni effetti che renderanno ancora più accattivante l’aspetto grafico di Ghost of Tsushima.
Le specifiche minime richieste dalla produzione Sony sono alla portata di (quasi) tutti. Come processore è richiesto un Intel Core i3-7100 o un AMD Ryzen 3 1200. La GPU deve essere almeno una NVIDIA GeForce GTX 960 4GB o un’AMD Radeon RX 5500 XT. La RAM di 8 GB. Specifiche assolutamente alla portata. Noi abbiamo testato il gioco con un Intel Core i9-12900, una NVIDIA GeForce RTX 3090 Ti e 16 GB di RAM, una configurazione assolutamente alla portata del compito richiesto.
Settando tutto al minimo ci siamo ritrovati ai giorni di PlayStation 4, lamentando un po’ di aliasing, storcendo il naso di fronte a qualche effetto fin troppo rozzo e abbozzato, ma gradendo comunque l’ampia linea d’orizzonte, le animazioni, la complessità poligonale relativa. Abbiamo tuttavia pagato il prezzo a fronte di una fluidità estrema, ovviamente influenzata dal nostro hardware altamente performante, e texture di tutto rispetto. Per quanto ci è stato concesso testare, ci sentiamo di promuovere a pieni voti il gioco anche nella sua versione più elementare.
Settando invece tutto su Ultra la situazione si è fatta molto, molto interessante. Con DLSS attivo siamo riusciti a mantenere stabile framerate e risoluzione senza soffocare eccessivamente l’hardware, con una fluidità davvero convincente e un’immagine quanto mai pulita e priva di imperfezioni. L’occlusione ambientale, dal canto suo, ha regalato ulteriore profondità e dettagli alle texture. Abbiamo provato le varie configurazioni disponibili di quest’effetto, trovando nel XeGTAO di Intel il miglior esponente.
Qualche problemino lo abbiamo avuto nella gestione dell’aliasing, non sempre perfetta, con NVIDIA Reflex che ha causato qualche piccolo crash. Neanche la gestione del filtro anisotropico ci ha completamente convinti, ma da questo punto di vista si entra davvero nel regno dell’appena percettibile.
Globalmente, insomma, nonostante qualche piccolo glitch, che verrà sicuramente eliminato a breve con una patch, a livello grafico siamo di fronte alla miglior versione possibile di Ghost of Tsushima: Director’s Cut, uno spettacolo degno anche degli hardware più moderni. Il Giappone non è mai stato così vivo, vivido, intenso. Le lontane origini del gioco sono ben visibili soprattutto nei dettagli più vicini alla linea d’orizzonte, dove anche le animazioni vengono semplificate all’eccesso, ma globalmente il tutto è convincente e si fa un buon utilizzo delle ultime tecnologie a disposizione delle GPU più recenti.
Ottimo anche il sonoro, come già lo era sulle console Sony. Dalla colonna sonora, alle musiche, passando per l’ottimo doppiaggio in giapponese, inglese e italiano, Ghost of Tsushima: Director’s Cut mette ben in vista i suoi valori produttivi in questo senso, anche nella trasposizione per PC.
Conclusioni
Ghost of Tsushima: Director’s Cut splende anche su PC, in modo molto simile a come seppe fare, qualche mese addietro, Horizon Forbidden West Complete Edition.
Il gioco è ancora perfettamente in grado di divertire, nonostante un po’ di ripetitività cronica di fondo, mentre tecnicamente è stato svolto un ottimo lavoro sia in termini grafici, che sonori per adattare la produzione Sony al formato PC.
L’ottima scalabilità delle impostazioni grafiche rende la produzione gestibile anche da PC non di primo pelo, per così dire, ma chi può contare su un hardware di prim’ordine avrà di che lustrarsi gli occhi.
Solo qualche sporadico problema tecnico impensierisce un progetto altrimenti portato a termine con tutte le attenzioni e la cura del caso.
Good
+Tutti i contenuti+Tante opzioni per il setting della grafica+Visivamente migliore della versione PS5Bad
-Qualche piccola problematica tecnica-Open world alla lunga ripetitivo
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