20 Ago 2021

Ghost of Tsushima: Director’s Cut – Recensione

Amata od odiata che sia, la storia di Jin Sakai l’hanno giocata e vissuta milioni di giocatori. Il titolo di Sucker Punch, un netto cambio di rotta in termini di atmosfera e ambientazione rispetto alla sua saga più celebre (Infamous), ha saputo conquistare un gran numero di utenti, nonostante un’accoglienza da parte della critica più tiepida rispetto ad altri AAA.

A un anno di distanza dal lancio, le gesta del condottiero nipponico tornano a monopolizzare le PS4 (ma soprattutto le PS5) grazie alla Director’s Cut, una riedizione che include alcune migliorie e una vera e propria espansione: un’intera isola, per essere precisi. I racconti di Iki, isoletta vicina a quella di Tsushima, andranno infatti ad aggiungersi a quelli del titolo base, raggiungibili dopo aver completato il secondo atto. O nel caso siate dei veterani, anche dopo i titoli di coda. Anzi, a detta dello studio, questo DLC è proprio per chi ha già spolpato il gioco base, e non solo per le vicende raccontate al suo interno.

Ghost of Tsushima

Quelle restano fondamentali, comunque, complice anche la forte impronta che la narrazione ha avuto sulla produzione. E complice la misura più ridotta del contenuto, ma anche i feedback non universalmente positivi su una trama del gioco principale a tratti incoerente, questa volta il team è riuscito a offrire una storia assolutamente convincente, più asciutta, meglio distribuita nel mondo di gioco (decisamente più piccolo, ma comunque vasto), e con qualche colpo di scena niente male, andando inoltre a colmare alcune lacune, di sfondo ma necessari e a comprendere la psicologia del protagonista, il tutto per circa 5-6 ore di gioco (pronte a raddoppiare – e oltre – nel caso di completamento di tutti i contenuti che la nuova isola ha da offrire).

Questa volta il team è riuscito a offrire una storia assolutamente convincente

Gli eventi di Iki riportano infatti Jin nel passato, nel vivo delle tristi vicende legate alla sua famiglia, in un assedio che ha cambiato radicalmente la sua esistenza. Pur non mancando flashback e ricordi, le ragioni che lo portano lì sono radicate nel presente: Ankhsar Khatun, l’Aquila, guida dell’omonima tribù, sta mettendo a ferro e fuoco l’isola di Iki, assoggettando gli abitanti e avvelenando i ribelli, così da avere un comodo avamposto da cui pianificare un’invasione di Tsushima. L’obiettivo è quello di fermarla, ma soprattutto di sopravvivere alle terribili allucinazioni di cui il protagonista cadrà vittima, pronte a deviarne il pensiero e le scelte. Solo una forza di volontà sovrumana, unita a quella dei legami e dei valori che ogni samurai dovrebbe possedere, potranno contrastare un dominio mentale così feroce. Ciliegina sulla torta: il lip-sync del doppiaggio giapponese, così da non spezzare minimamente l’atmosfera durante le solenni cutscene (cosa che invece accadeva in passato, con il labiale fedele solo a quello inglese).

Lato gameplay è cambiato davvero poco: restiamo nel mix di azione, combattimento all’arma bianca ed esplorazione che ha caratterizzato il gioco base (qui trovate la nostra recensione). Ma il respiro più ampio delle battaglie di Iki, più epiche e numerose, oltre che più ardue in termini di difficoltà pura (da lì la necessità di avere un minimo di esperienza col gioco base) ha spinto il team ad apportare qualche minima ma utile aggiunta: ad esempio il nostro fido cavallo può ora lanciarsi in cariche devastanti, con cui indebolire (o direttamente uccidere) i nemici sulla sua scia, ed è una trovata utile per sfoltire un po’ la compagine avversa prima di scendere e sfoderare la katana. In ottica scontri su molteplici fronti, ma di revisione dovuta a una delle critiche più aspre rivolte nei confronti del gioco base, c’è anche la gradita aggiunta del lock-on (questa disponibile gratuitamente per chiunque), che permette di concentrarsi su un singolo nemico: abbiamo apprezzato e trovato utile l’implementazione, ma i problemi della telecamera permangono, e in qualche caso l’utilizzo dello stesso si è rivelato più macchinoso del previsto.

Tra le feature PS5 meglio sfruttate ci sono sicuramente i caricamenti, davvero istantanei

A dare più pepe agli scontri, oltre ad armature e skin per le armi nuove di zecca, ci sono anche gli Sciamani, figure chiave dell’esercito dell’Aquila, la cui presenza sul campo si traduce in un potenziamento delle truppe nemiche, il che li rende automaticamente il bersaglio principale di ogni confronto. Guai a lasciarli in vita troppo a lungo. Graditissime anche le frecce infuocate, così come le bisacce aggiunte al cavallo, in cui stipare le munizioni extra (meglio di lasciarle sul campo di battaglia, no?). Mentre lato esplorazione, oltre ai classici haiku e ai tempietti (qui legati a diversi animali e non solo alle volpi, e teatri di un simpatico mini-gioco ritmico legato al flauto e ai sensori di movimento del DualSense), segnaliamo l’introduzione delle sfide con l’arco, difficilissime, ma utili ai fini del potenziamento degli amuleti.

Per gli utenti che opteranno per il passaggio da PS4 a PS5 (il costo dell’upgrade è di 9,99 €, mentre 19,99 € quello contenutistico, 29,99 € per il pacchetto completo, se si possiede già il gioco base), ci saranno anche feature legate alla console, e in particolare al pad. Il supporto al DualSense può dirsi assolutamente promosso, con vibrazioni convincenti durante gli scontri e gli spostamenti, ma anche durante il soffio del vento che ci guida all’obiettivo successivo, mentre i trigger adattivi hanno particolarmente brillanto con gli archi e con il rampino. La miglioria più intrigante però, tralasciando i 60 fps fluidissimi o i 4K (già impressionanti su PS4 Pro, figuriamoci qui), è indubbiamente legata ai caricamenti, veloci come un fulmine: il viaggio rapido non richiederà nemmeno un secondo di attesa, teletrasportandovi in ogni punto della mappa in men che non si dica.

Conclusioni

La Director’s Cut di Ghost of Tsushima non stravolge e non rinnova chissà quanto l’esperienza base, già di per sé valida. Le novità sono poche, ma mirate ed efficaci (su tutte il lock-on, disponibile gratuitamente per tutti), mentre i racconti di Iki offrono una nuova isola tutta da esplorare, più compatta, ma comunque densa di attività e splendide location in cui restare come sempre a bocca aperta. Lato narrazione, il DLC è assolutamente promosso, mentre forse avremmo apprezzato qualche novità in più oltre agli Sciamani, alla carica del cavallo o alle frecce infuocate, ma con le 10-15 ore di contenuto extra e il costo relativamente basso, ovvero 19,99 €, 29,99 € se avete la versione PS4 e volete passare a quella PS5 per assicurarvi anche l’ottimo supporto al DualSense o i caricamenti istantanei.

In conclusione, è la versione più completa della discussa esclusiva Sony: indubbiamente di buona fattura anch’essa, ma a nostro parere poteva sicuramente esprimere qualcosa di più per potersi ritagliare un posto nell’Olimpo del gaming.

Ghost of Tsushima – Director’s Cut è disponibile da GameStopZing Italia per PS4 e PS5.

Recensioni in evidenza

Tutte le recensioni