Milano – La Bolivia non è un posto facile in cui vivere, specie in un futuro dove la potenza della cocaina ha trasformato la repubblica plurinazionale in un narcostato. Per spezzare l’alleanza fra i più pericolosi boss del cartello boliviano con il governo, occorre l’intervento di una squadra specializzata in operazioni speciali, un manipolo di letali professionisti noto come l’unità Ghost.
Queste sono le premesse di Ghost Recon Wildlands, nuovo sparatutto cooperativo ed open-world di Ubisoft che ci porterà a vivere in prima persona la lotta contro il narcotraffico. Purtroppo per noi, la build presente alla GamesWeek di Milano non era pronta per la prova, e così abbiamo dovuto accontentarci di osservare il personale di Ubisoft mentre giocava una sessione a quattro giocatori in cooperazione contro il cartello della droga boliviana. Seduti e sereni, ci siamo messi comodi per osservare l’ultimo shooter della serie Ghost Recon.
La mappa di gioco è il primo fattore a colpire: stando agli sviluppatori, si tratta infatti della più grande ambientazione mai riprodotta in un videogioco Ubisoft, con un’estensione che supera di gran lunga anche i capitoli di Far Cry e Assassin’s Creed. A risaltare anche la personalizzazione del personaggio da noi utilizzato, che potrà essere customizzato davvero fin nei minimi dettagli. Dagli accessori alle maschere, gli sviluppatori ci garantiscono fino ad un miliardo di combinazioni differenti per l’aspetto del nostro Ghost.
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Anche la personalizzazione delle armi assume un ruolo fondamentale nelle nostre operazioni: possiamo anche qui decidere la configurazione ottimale del nostro arsenale partendo dai caricatori maggiorati sino ad arrivare al colore del silenziatore. Le possibilità di customizzazione sono davvero elevatissime, e contribuiscono a creare un’esperienza di gioco sempre variegata e stimolante. Ghost Recon Wildlands ci proporrà diverse possibilità di approccio basate sul nostro stile di gioco. Vogliamo avvicinarci di soppiatto e sparire nelle ombre come fantasmi? Silenziatori e mimetiche faranno per noi. Preferiamo un approccio più dedito all’azione? Fucili con lanciagranate e veicoli veloci. Abbiamo in mente di colpire il cartello a distanza? Un fucile da cecchino ed un drone da ricognizione saranno i nostri alleati più fedeli.
Ghost Recon Wildlands ci proporrà diverse possibilità di approccio basate sul nostro stile di gioco
Lo strike team da noi osservato era composto da quattro elementi, tre uomini ed una donna. Ogni giocatore copriva un diverso ruolo all’interno della squadra, utile per il successo della missione: c’era un cecchino il quale obiettivo era offrire copertura da grandi distanze e marcare i nemici con il drone a vista infrarossi; due infiltrati avevano requisito un pickup dei narcotrafficanti per entrare nell’avamposto ed un silenzioso infiltrato aveva il goal finale di estrarre dati vitali dai PC dei narcos.
Inizialmente le cose sono andate bene per la squadra Ghost, che è riuscita ad infiltrarsi con successo nell’avamposto e ad eliminare le minacce in perfetta sincronia. Tuttavia una svista nel movimento ed ecco che una guardia fa scattare l’allarme, cambiando drasticamente le priorità della missione e puntando tutto sulla pura e semplice azione. L’approccio della squadra che abbiamo seguito ha mostrato una buona dose di varietà e di improvvisazione, elementi richiesti per un gioco del calibro di Ghost Recon Wildlands, che vuole diventare chiaramente un prossimo punto di riferimento dei titoli tattici cooperativi. Il gameplay mostrato è stato sicuramente interessante e ci è sinceramente spiaciuto non aver potuto provare in prima persona le potenzialità del titolo Ubisoft. Non ci resta che attendere marzo del prossimo anno per avere le idee più chiare. Nel frattempo, rimanete su GameSoul per tutte le prossime novità.
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