Quando nel 2009 uscì Ghostbusters: The Video Game, gli appassionati della saga cinematografica non potevano essere più entusiasti. Il momento era quello giusto, la tecnologia di allora avrebbe finalmente permesso ai fan di avere il videogioco sugli acchiappafantasmi definitivo e non un semplice contentino dettato dalle fredde esigenze del mercato.
E a dirla tutta, la software house Terminal Reality che all’epoca si occupò dello sviluppo sulla versione PS3/Xbox 360/PC, fece un lavoro grandioso: Ghostbusters The Video Game non era solo fedele all’opera originale di Ivan Reitman, ma ne diventava il seguito ufficiale, incastrato perfettamente nella timeline cinematografica e riprendendo dal 1991 le gesta di Spengler, Venkman, Stanz e Zeddemore con l’aggiunta di una giovane recluta, interpretata proprio dal giocatore.
C’erano le voci del cast originale, c’erano le location più famose, c’era l’Ecto-1 e sì, c’era anche l’omino Marshmallow. Insomma, nulla era stato lasciato al caso.
A 10 anni di distanza Sony pubblica una versione rimasterizzata del gioco, disponibile per PlayStation 4, Xbox One, Switch e ovviamente PC.
Il tempismo è più che sospetto, dato che l’anno prossimo debutterà nelle sale cinematografiche il terzo capitolo ufficiale della (ormai) trilogia, riprendendo a bordo il cast originale e qualche new entry, ma la scusa è perfetta per rimettersi in spalla lo zaino protonico e vedere se siamo ancora in grado di catturare fantasmi!
La storia prende luogo esattamente 4 anni dopo la fine del secondo film, quando una forte onda d’urto di energia psicocinetica avvolge nuovamente l’isola di Manhattan e getta nel panico i suoi abitanti. Gli acchiappafantasmi sanno bene che questo genere di eventi è imprevisto e solitamente molto faticoso da affrontare, per questo assumono una nuova recluta, senza nome o voce, di cui vestiremo i panni.
I primi momenti del gioco sono ambientate nel quartier generale dei Ghostbusters, dove la fuga improvvisa di un incontenibile ed affamatissimo Slimer ci permette di prendere confidenza con lo zaino protonico: qui ci sono tutte le informazioni necessarie, dalla carica del flusso di protoni al livello di energia del personaggio, cosa che ha permesso agli sviluppatori di liberare completamente l’HUD di gioco.
Ci sono molte più armi del semplice flusso protonico visto nei film
Hanno inoltre aggiunto ulteriori abilità alla nostra arma principale, che è possibile sfruttare contro svariate tipologie di fantasmi: contro i posseduti ad esempio è consigliato il soffiamelma (simile a quello visto in Ghostbusters 2), mentre per gli spiriti che prendono forma attraverso gli oggetti non c’è cosa migliore del cono d’urto, molto più simile ad uno shotgun nucleare.
I fantasmi più sfuggenti devono infine fare i conti con l’invertitore mesonico che spara proiettili traccianti direttamente sul malcapitato, rendendolo così inoffensivo.
Ognuna di queste armi viene sbloccata proseguendo nella campagna principale, ma sono comunque disponibili una nutrita serie di potenziamenti che vengono acquistati tramite il compenso ricevuto dopo la cattura di ogni fantasma.
Come è lecito aspettarsi, i movimenti della recluta sono macchinosi e impacciati, soprattutto a causa dell’ingombrante zaino a propulsione atomica portato costantemente sulle spalle. Negli scontri più concitati però, le schivate e i salti hanno davvero poca utilità, sia per l’eccessiva lentezza, sia per un significativo ritardo della risposta ai comandi.
Le fluttuazioni rapide e imprevedibili dei fantasmi non aiutano la gestione della telecamera, che spesso soffre negli ambienti chiusi e confonde così il punto di vista del giocatore, aumentando le chance di trovarsi atterrati per motivi del tutto imprevisti. Perché gli ectoplasmi si sa, pur essendo immateriali, elargiscono sonore batoste e nel gioco bastano pochi colpi per ritrovarsi privi di energia, in attesa di essere rianimati da un altro compagno di squadra.
Questo gioco è un vero atto d’amore nei confronti delle due pellicole cinematografiche
A tal proposito sarebbe stato perfetto introdurre la cooperativa online (o quantomeno locale), dato che per tutta la campagna saremo sempre in compagnia di almeno un altro ghostbuster e condividere con un amico la cattura di un “vapore a piena erranza di 5° classe” sarebbe stata una soddisfazione senza precedenti. Purtroppo come questa possibilità mancava nel 2009, manca anche in questa edizione remastered e francamente ne siamo alquanto delusi.
Parlando di mancanze, Ghostbusters: The Video Games Remastered non offre neanche la modalità multigiocatore che invece era presente nelle versioni Xbox 360 e PlayStation 3. Questa modalità permetteva essenzialmente fino a 3 giocatori di affrontare alcune missioni slegate dalla trama principale che puntavano a far catturare quanti più fantasmi possibile entro un limite di tempo prestabilito o difendere una postazione di ricarica da attacchi paranormali fino alla fine.
Seppur non rappresentava di certo il cuor pulsante della produzione, il multiplayer del titolo rappresentava un’aggiunta simpatica e funzionale che almeno dava la possibilità a varie persone di giocare insieme: francamente ignoriamo il perché di questa omissione, ma si spera che una patch futura possa reintrodurre anche questa modalità.
La versione italiana poi, è inspiegabilmente priva del doppiaggio in lingua, che era invece disponibile nella versione originale ed è quindi possibile ascoltare solo il parlato inglese. Anche questa è una svista non da poco, in quanto il doppiaggio italiano era curato nei minimi dettagli e molte delle voci erano riprese direttamente dal Ghostbusters cinematografico.
Tecnicamente questa edizione remastered non offre particolari miglioramenti, se non una stabilità visiva portata a 60 fps (almeno su Xbox One X, versione da noi testata), una maggiore pulizia delle texture e una traccia audio leggermente più pulita, ma nulla di più.
Tecnicamente questa edizione rimasterizzata non offre particolari miglioramenti, anzi, è priva di alcune feature
Rimane l’iconica colonna sonora, direttamente ripresa dal primo film in tutto il suo splendore, che i molti fan non faticheranno a riconoscere e l’ottimo comparto audio generale, fatto di suoni caratteristici, voci originali (nel quartier generale degli Acchiappafantasmi è presente persino il dipinto di Vigo, parlante, doppiato per l’occasione dallo stesso attore che gli diede voce nel 1988) e una generale cura per i dettagli che ancora oggi, di fronte un’opera comunque ispirata ad un film hollywoodiano, lascia stupefatti.
Nel 2009, Ghostbusters: The Video Game voleva davvero essere l’ultimo grande lascito di Dan Aykroyd e Harold Ramis (i quali contribuirono a scrivere la sceneggiatura) all’immensa schiera di appassionati del quartetto venditore di “fumo e merda” (cit.), ma questa nuova edizione gli rende ben poca giustizia, uscendo sul mercato in versione addirittura mutilata rispetto alla precedente. Un vero peccato per una produzione che con un po’ più di attenzione avrebbe potuto avere ben altro riconoscimento, anche a 10 anni di distanza.
Tra le tantissime edizioni rimasterizzate che sono uscite durante questa generazione videoludica, purtroppo il gioco dei Ghostbusters si annovera tra quelle meno interessanti. Al di là del titolo, che è molto divertente da giocare e replica alla perfezione tutte le musiche, le battute, le ambientazioni, insomma tutto lo spirito anni ’80 della pellicola, la qualità dei miglioramenti apportati è davvero minima, quasi impalpabile. Un peccato, lo ribadiamo, in quanto Ghostbusters: The Video Game funziona alla grande e fa parte della ristretta schiera di produzioni che sono allo stesso livello dei film a cui si ispirano. I veri problemi sono l’inconsistenza della rimasterizzazione e l’inspiegabile eliminazione di alcune feature dal gioco originale. Se non avete giocato Ghostbusters nel 2009, questa è un’ottima occasione per immergervi in questa entusiasmante avventura (considerato anche il prezzo budget a cui viene venduto), altrimenti potete ahimè passare tranquillamente oltre. |
Commenti