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Good Job! – Recensione

Good Job! può essere interpretato come un’energica ed inflessibile critica al nepotismo, un manifesto politico che elogia il successo solo quando è frutto dei propri sforzi, una sorta di fiaba dei giorni nostri che sottintende una morale semplice da interpretare. Essere figli del capo di una potente multinazionale non è condizione minima e sufficiente per fare di te un futuro manager, né per garantirti un trattamento di riguardo.

L’imbranato protagonista di questo spassoso puzzle game pubblicato recentemente su Nintendo Switch imparerà la lezione sulla sua pelle, accettando di buon grado di essere alle dipendenze del padre non in qualità di fidato braccio destro con nessuna esperienza sul campo, quanto ricoprendo l’umile, ma imprescindibile ruolo del tuttofare, jolly a cui affidare i compiti più disparati, senza alcun limite di giurisdizione.

La scalata a cui sarete chiamati è duplice. Dovrete guadagnarvi la stima e il rispetto dell’amorevole vecchio, risolvendo i problemi che affliggono ogni singolo ufficio dell’azienda, piano dopo piano.

In soldoni, sarete chiamati a completare 36 livelli, portando a termine i sempre più assurdi compiti che vi verranno affidati. Non dovrete redigere complessi studi statistici, né tanto meno preoccuparvi di confezionare la campagna marketing per il lancio del successivo prodotto della società.

Si tratterà, per lo più, di ricollegare alla rete elettrica ali dell’edificio piombate nell’oscurità, recuperare videoproiettori indispensabili per le riunioni in corso, scovare gli assenteisti nascosti da qualche parte e ricondurli alle loro mansioni.

La grafica minimalista, caratterizzata da campiture monocrome, oggetti iconici e buffe sagome mosse da semplici ma efficaci animazioni, fa il paio con un control scheme ridotto ad un paio di comandi. Oltre allo stick analogico, potrete interagire con lo scenario circostante affidandovi ad un unico tasto, coinvolgendo al massimo i due trigger nel caso in cui vi troviate al volante di un transpallet.

Per adempiere ai propri doveri, a partire da una pratica visuale isometrica, vagherete di ufficio in ufficio ricollegando cavi elettrici, spostando pacchi e mobili, attivando meccanismi e gru per spianarvi la strada.

Chi ama esperienze più scanzonate si farà le sue belle risate, soprattutto in co-op locale

Sarebbe quasi un puzzle game qualsiasi, non fosse che Good Job! tira in ballo un’altra feature predominante nel suo gameplay. Tra i parametri che determineranno il vostro punteggio a fine livello, oltre al tempo impiegato, svettano il numero di oggetti che avete distrutto in ogni scenario ed il conseguente ammontare di danni causati all’azienda.

Spostando una sedia potreste involontariamente urtare un prezioso vaso. Guidando con poca accortezza potreste travolgere una pila di scatole. Un cavo elettrico in tensione diventa vostro malgrado una perfetta fionda per lanciare a velocità inaudita un vostro collega contro ad un muro.

Good Job! si sorregge con ammirevole disinvoltura sul bordo di questo confine sottilissimo. Da una parte vi incita a completare ogni puzzle nel più breve tempo possibile, stando ben attenti a non causare guai. Dall’altra vi immerge in parchi giochi in miniatura in cui è possibile distruggere praticamente tutto, spesso grazie ad inaspettati e comici effetti domino.

Da questo punto di vista, il gioco di Paladin Studios è inaspettatamente sfaccettato, ideale per un ampio pubblico. Gli amanti del genere avranno il loro bel da fare non solo per risolvere tutti gli enigmi proposti, ma soprattutto per farlo senza distruggere mezzo mondo. Chi ama esperienze più scanzonate si farà le sue belle risate, soprattutto in co-op locale.

Offrendo ad un proprio amico uno dei due Joy-Con, Good Job! diventa più semplice da completare, ma anche enormemente più divertente. Nonostante lo split-screen dinamico possa causare un certo disorientamento, con continui e repentini cambi di prospettiva, nonostante un frame-rate inspiegabilmente ballerino in certe circostanze, fare danni con un proprio amico vi regalerà qualche ora di spensierata gioia.

Conclusioni

Good Job! non è un puzzle game di per sé eccelso. Il level design non riesce a proporre sfide particolarmente complesse, né le meccaniche ludiche sono tali da garantire una particolare profondità ad un prodotto che, peraltro, ha vita relativamente breve, dal momento che 6 ore sono più che sufficienti per completare ogni livello ed ottenere buona parte dei costumi con cui personalizzare l’avatar.

Eppure, la produzione Nintendo è il classico piccolo passatempo che vi regalerà grasse risate. Sia che vogliate completare ogni enigma con il minor numero di errori, sia che preferiate mettere a ferro e fuoco l’azienda del papà, le pur poche ore passate in compagnia a Good Job! saranno davvero piacevoli.

Non aspettatevi un capolavoro, insomma, ma se cercate una rilassata e spassosa esperienza, magari da giocare insieme ad un vostro amico, avete appena trovato ciò che fa per voi.

 

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