Editoriale 27 Feb 2014

Gravity: Nello Spazio Il Cinema può Sentirti Urlare

OK, Houston, abbiamo avuto un problema…

Apollo 13, 321.860 km dalla Terra, 17 Aprile 1970

 

MaroonedNel 1964 lo scrittore e scienziato Martin Caidin sulla base del concluso Progetto Mercury che mirava a portare un equipaggio statunitense in orbita intorno alla Terra (1958 – 1963) scrisse Marooned (Abbandonato), una novella in cui un astronauta si trova a fronteggiare delle gravi avarie nella sua navicella in orbita, mentre il controllo da Terra si affanna a trovare una via di uscita, o meglio di rientro. Il romanzo suscitò un grande interesse e nel 1969, a cinque mesi dallo storico allunaggio dell’Apollo 11, divenne un film di John Sturges che conquistò un oscar per i migliori effetti speciali (Marooned – Abbandonati nello Spazio). Apollo_13

Il successo convinse lo scrittore a rimaneggiare il romanzo e ad adattarlo alla tecnologia del momento rendendolo meno intimista e allargandolo ad un equipaggio più numeroso. Quando nell’Aprile del 1970 si verificò la crisi dell’Apollo 13, il pensiero della gente non poté che tornare al cinema e a quella  pellicola particolarmente profetica.

Il Cinema, quello di Fantascienza,  è sempre stato attirato dalle catastrofi spaziali, dove pochi esseri umani devono fronteggiare eventi eccezionalmente più grandi di loro, siano essi naturali  come meteoriti in rotta di collisione, sia esterni, come alieni bellicosi, sia interni, come malfunzionamenti di attrezzature sopravvalutate, complotti o crisi politiche, Il cinema di Fantascienza (o meglio “real”-fantascienza) ha sempre posto davanti all’ uomo nello spazio pericoli e soluzioni, paure ed entusiasmi.

La capsula Mercury agganciata al LES un dispositivo in grado di trasportare via la capsula in caso di malfunzionamento del vettore principale.

Se in Marooned la catastrofe era risolta dal provvidenziale intervento di cosmonauti sovietici (in piena guerra fredda) e quindi ad un preludio di distensione fra i popoli in Armageddon era la profonda collaborazione e il sacrificio di singoli membri della spedizione a salvare l’Umanità, pur provenienti da assetti e convinzioni politiche diverse, come la tenacia e il senso di giustizia di pochi portava a scoprire un bieco complotto in Capricorn One.

Targa in memoria degli equipaggi Challenger e Columbia posta al Kennedy Space Center (USA)
Targa in memoria degli equipaggi Challenger e Columbia posta al Kennedy Space Center (USA)

Negli ultimi trenta anni abbiamo assistito a vere tragedie per la conquista e la ricerca nello Spazio, come  la morte degli equipaggi degli shuttle Challenger (1986) e Columbia (2003) che hanno evidenziato  la troppa leggerezza nel gestire progetti enormi ed amministrazioni pubbliche particolarmente inadeguate o in conflitto con i progetti stessi e a drammi simulati dal Cinema.

Mentre le prime sono immediate, difficili da metabolizzare e gettano ombre ed angosce sull’utilità del sacrificio (la corsa allo spazio ha portato enormi benefici all’umanità in campo tecnologico, medico e politico…è il nostro futuro!), le seconde narrate nel buio della sala aprono a speranze e fiducie, problemi e soluzioni tenendo sempre conto della fragilità interiore dell’Uomo di fronte all’immensità che lo circonda.[hr]

Bisogna ammettere una cosa…la vista da qui è unica!

Matt Kovalsky (George Clooney) in Gravity di Alfonso Cuaròn, 2013

GRAVITYIl 2013 ha visto Hollywood tornare nello spazio e segnare una nuova pietra miliare nel campo della real-fantascienza attraverso il film di Alfonso Cuaròn, regista e produttore messicano non nuovo a temi di Fantasy e Fantascienza,  dopo che nel 2004 firmò il terzo capitolo di Harry Potter (Harry Potter e il prigioniero di Hazkaban) e nel 2006 lo spietato I figli degli uomini.

Cuaròn ci porta in orbita intorno alla Terra con il meglio degli effetti speciali a disposizione e con le grandi interpretazioni di Sandra Bullock e George Clooney, impegnati a risolvere “alla cieca” una nuova catastrofe dello spazio. Le immagini curatissime e reali grazie ad un ottimo utilizzo (finalmente!) del 3D fanno da cornice al dramma interiore della Dottoressa Ryan Stone, astronauta per caso e al veterano Matt Kovalsky, capace di rimanere freddo, gentile e accomodante anche quando tutto è perduto.

sandra-gravityUn ennesimo errore umano genera uno tsunami di detriti spaziali (un chiaro messaggio ecologista che ammonisce dallo sporcare anche lo spazio esterno, avendo consumato ormai quello interno) che investe la spedizione lasciando i due alla deriva, costretti a saltare di base spaziale in base spaziale nel tentativo di riprendere il controllo e approdare di nuovo sull'”isola Terra”, così lontana eppure così vicina a loro.Gravity-2

Per tradizione non saremo noi a rivelare l’epilogo dei 90 minuti di puro thriller siderale, ma per chi ha perduto il film al cinema Warner Bros. ha preparato tutto l’occorrente per fare un salto nello Spazio (con sicurezza del ritorno). E’ appena uscito, infatti, il Blu-ray in  3D/2D e DVD di Gravity, ricchi, ricchissimi di contenuti Extra e di immagini straordinarie, tra cui il documentario Collision Point: the race to clean up space sul problema dei detriti spaziali e sulla loro pericolosità durante le missioni.

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Siamo solo uomini normali che svolgono il proprio lavoro in condizioni eccezionali…

Luca Parmitano, astronauta italiano, Roma 25 febbraio 2014

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Luca Parmitano (al centro) e alla sua sinistra Charles Elachi

Il 25 febbraio 2014 presso la facoltà di ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma, Warner Bros. in occasione dell’uscita in Blu-ray del film Gravity candidato a 10 premi Oscar ha permesso a noi giornalisti profani (e per questo saremo eternamente grati) e sopratutto agli studenti (il vero futuro) di assistere ad un vero e proprio seminario sullo Spazio organizzato con la prestigiosa presenza di Charles Elachi, Direttore del Jet Propulsion Laboratory della NASA e di Luca Parmitano, il nostro (lo diciamo con orgoglio) astronauta, il primo fra gli italiani ad aver affrontato lo spazio aperto in una missione EVA con relativo malfunzionamento della tuta.palloncinogravity_2

All’ arrivo, l’austera facciata dell’antica facoltà nei pressi del Colosseo era costellata di palloncini azzurri con la scritta “Gravity”, che si snodavano come un sentiero fino all’ingresso della “Aula del Chiostro” dove si sarebbe svolto l’incontro. Uno spazio antico e forte come la Scienza che ben presto si è saturato fino all’inverosimile nell’attesa dell’evento.

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Luca Parmitano illustra alcuni momenti della sua missione

Charles Elachi ci ha condotto su Marte, illustrandoci nell’intervento di circa un’ora tutto quello che il pianeta rosso ci nasconde e che presto verrà rivelato grazie ai nuovi “rover” che nei prossimi anni raggiungeranno la sua superficie. Ròbot questa volta in grado non solo di esaminare in loco il suolo, ma di riportare qui sulla Terra parte del materiale acquisito per ulteriori e profondi studi.

Ci ha fatto viaggiare verso Saturno, mostrandoci la sua faccia nascosta da dove a 900 milioni di km da qui la sonda ha scattato una foto della Terra, poco meno che un puntolino luminoso all’ombra dei grandi anelli, fino su Europa, satellite di Giove avvolto dai ghiacci e da chiazze di materiale biologico (indizio di forme di vita primordiali).

Se pensavamo che la ricerca nello Spazio avesse subito un rallentamento, concentrandosi solo intorno al nostro pianeta, avevamo torto: ci allarghiamo a macchia d’olio nel nostro sistema, ma lo facciamo attraverso il lancio di sonde sofisticatissime (in parte costituite da tecnologia tutta italiana), che spesso i media non trovano così affascinanti accennandole appena.

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Docenti e studenti stretti intorno all’astronauta. Warner Bros. annuncia la borsa di studio per un progetto “Gravity”

Dopo questo lungo, affascinante intervento è stata la volta di Luca Parmitano a catalizzare l’attenzione dei presenti. Il nostro astronauta ha raccontato i suoi sei mesi di esperienza sull’ISS (la stazione spaziale internazionale), il lavoro di tutti i giorni: 10 ore divise fra esperimenti di nuove tecnologie, manutenzione della stazione ed esercizio fisico, poiché nello spazio il corpo tende a degenerare tra osteoporosi e atrofizzazione dei muscoli.

Ha mostrato immagini spettacolari  scattate personalmente durante la sua missione esterna e ha raccontato il problema avuto durante la “passeggiata spaziale”, quando il supporto vitale della sua tuta è andato in tilt smettendo di filtrare la condensa del respiro e riempiendo parzialmente il casco di acqua o i momenti più divertenti, come il portare in orbita un intero menù italiano da offrire ai suoi colleghi o quelli più commoventi, quando sorvolando l’italia ha scattato fotografie della sua Sicilia parlando in diretta con i suoi familiari.

Warner Bros. ha poi dichiarato la costituzione di una borsa di studio che sarà devoluta a fronte di progetti presentati dagli studenti che implichino l’utilizzo della gravità.

Una giornata indimenticabile grazie a Warner Bros. che ha saputo generare attraverso l’evento di Gravity in Blu-ray un lungo viaggio che passando per la Fantascienza ci ha portato sulle ali della scienza verso Giove e oltre l’infinito.gravitybluray

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Come sente la Fantascienza un “uomo dello Spazio”?…Gamesoul l’ha chiesto a Luca Parmitano

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