guardians of the galaxy
18 Ott 2017

Guardians of the Galaxy – The Telltale Series – Recensione Ep.4

Telltale Games ritorna con il quarto e penultimo episodio dei suoi Guardiani della Galassia, una serie molto particolare che ha visto un costante crescendo qualitativo sia nella sceneggiatura generale che nell’evoluzione dei suoi personaggi principali. Per Star Lord e compagnia è venuto il momento di fare i conti con le proprie scelte in quello che è un vero e proprio agrodolce preludio al gran finale che vedremo nella quinta parte della serie. Abbiamo passato due ore circa assieme ai Guardiani, il tempo necessario per completare il quarto episodio, più qualche altro minuto per riesaminare qualcuna delle scelte effettuate. Lo studio californiano è riuscito nuovamente nella creazione di un cocktail videoludico interessante, ricco di divertimento, humor e azione che però non tralascia la parte più emotiva e sensibile della storia, evidenziando dubbi, incertezze e fragilità del gruppo di eroi più improbabili della galassia.

Anche questa volta quindi il risultato è ottimo, e questa quarta parte riesce a portare il giocatore a provare una forte empatia per il gruppo ed una sensazione di immedesimazione nelle vicende che coinvolgono i Guardiani. Il titolo di questo episodio, “Who needs you”, deve il suo nome ad una canzone dei Queen pubblicata con l’album News of the World nel 1977, ed esattamente come quel brano, Who Needs You racconta una dolorosa storia di separazione, di incomprensioni e difficoltà che cambieranno profondamente il nostro piccolo gruppo di eroi. Prima di andare avanti però, avvertiamo chiunque non avesse giocato i precedenti capitoli di Marvel’s Guardians of the Galaxy che questa recensione contiene qualche piccolo spoiler basato sullo stato della storia fino all’inizio di questo quarto episodio.

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Alla fine di “More than a feeling” abbiamo lasciato il buon Peter Quill a fare i conti con una scelta davvero estrema: distruggere l’Eternity Forge, unico artefatto in grado di riportare in vita i morti, o tenerlo per sé rischiando di farlo finire nelle mani sbagliate. Alcuni Guardiani vorrebbero quel potere per tornare ad abbracciare i propri cari scomparsi; stiamo parlando ovviamente di Drax e Rocket, mentre Gamora e Groot ne percepiscono il sinistro potenziale e preferirebbero vedere l’Eternity Forge ridotta in cenere. A complicare ulteriormente le cose ci pensa l’irruzione di Hala, l’ultima accusatrice Kree che vorrebbe resuscitare sia suo figlio che l’armata del suo popolo quasi estinto per dominare la galassia. La scelta giusta ovviamente non esiste, e a prescindere dalla strada che decideremo di intraprendere, per i Guardiani non si prospetta nulla di positivo.

La nostra persecutrice riuscirà, in un modo o nell’altro, a diventare ancora più pericolosa di quanto già non fosse, costringendo i nostri eroi alla fuga attraverso un complesso sistema di caverne carico di insidie e di vermi carnivori. Ma la sua parte finirà lì: la trama principale si arresterà a favore di una più interessante e sviluppata riflessione sullo status attuale dei Guardiani, un gruppo sempre più frammentato tenuto insieme da flebili legami emotivi. Non mancheranno momenti carichi di umorismo, ma questa volta sarà la malinconia a permeare tutta la durata di questo episodio. Inoltre, il focus di questo capitolo si sposterà molto brevemente su Drax, che a differenza degli altri Guardiani, godrà di un solo flashback e di un forse troppo fugace approfondimento sul suo passato. Ma d’altronde la carne al fuoco era davvero tanta, e Who Needs You ha l’arduo compito di far pesare le nostre scelte passate come mai prima in un capitolo di Guardians of the Galaxy.

Anche questa volta il risultato è ottimo

La nostra rocambolesca ricerca d’una via d’uscita ci porterà ad attraversare una sequenza di esplorazione davvero ben realizzata, dove il dubbio e l’incertezza si riveleranno essere due costanti nello svilupparsi delle relazioni fra i Guardiani. Alcune scene sottoterra sono davvero memorabili e divertenti, come riparare i motori della Milano allietati dalla inconfondibile voce di Freddie Mercury in Stone Cold Crazy, una canzone dei Queen del 1974. Ottimo anche l’intermezzo sul passato di Drax assieme alla figlia Kamaria, riportato a galla dai poteri ematici di Mantis. Anche l’azione è ben dosata e non sembra mai fuori contesto, anche se i quick time events necessari per sbarazzarci dei nemici o per guidare la nave iniziano ad essere veramente inflazionati e dovrebbero essere ridotti a favore, forse, di più dialoghi.

Il finale dell’episodio è la vera ciliegina sulla torta: un evento sconvolgente quasi quanto quello mostrato nel primissimo capitolo, che cambierà radicalmente i Guardiani e porterà ad un’inevitabile e dolorosa scissione del gruppo. Le scelte del giocatore, compiute attraverso l’intero arco narrativo coperto finora, influenzeranno pesantemente lo status del gruppo alla fine di Who Needs You, preparandoci per un finale che avrà il difficile compito di chiudere una storia davvero complessa e ben sceneggiata. Ottimo anche il doppiaggio, che ha saputo caratterizzare i personaggi creati da Dan Abnett e Andy Lanning con toni credibili e convincenti. Un plauso va anche alla colonna sonora, che ha accompagnato i più bizzarri e difficili momenti che i nostri Guardiani abbiano mai affrontato.

Conclusioni

Questo quarto episodio porta con sé un’esperienza carica di emozione, di riflessione e di malinconia. I Guardiani della Galassia non sono solo un insieme di facili battute e caos attraverso un cosmo sempre più popolato; essi sono prima di tutto una famiglia, sicuramente bizzarra e problematica, ma pur sempre unita, che ha saputo tenere testa a momenti davvero critici.

Ed è proprio per questi motivi che Who Needs You riesce nel suo intento di far immedesimare il giocatore nel dramma che questo gruppo di eroi sta vivendo, un susseguirsi di eventi tragici e fatali che porta ad un lento ma inesorabile frazionamento del gruppo, un allontanamento doloroso che culmina in un terribile finale dalle conseguenze ancora imprevedibili. Rimaniamo in attesa dell’ultimo capitolo, una conclusione che fa davvero ben sperare per una delle migliori (finora) serie episodiche di Telltale.