Dopo circa sette mesi dal loro arrivo sui nostri dispositivi, è tempo per i Guardiani della Galassia di chiudere il cerchio e completare una stagione che ha saputo divertire ed aggiungere profondità al gruppo di eroi immaginati da Dan Abnett e Andy Lanning sulle pagine dei fumetti Marvel. Questo quinto episodio doveva essere la summa maxima di tutto quello che i Guardiani hanno costruito (o distrutto) nell’ultimo periodo, a partire dal loro precario legame che sembrava aver ceduto alla fine della quarta parte della serie. Purtroppo però così non è stato, e questo finale ha parzialmente deluso le aspettative, fallendo nel mantenere una storia coerente con sé stessa e nel convincere il giocatore dopo ben quattro episodi di pregevolissima fattura.
Don’t Stop Believin’ prende il suo nome da una canzone dei Journey del 1981, un pezzo molto conosciuto e famoso che parla della forza del desiderio, quel “credere in sé stessi” che può smuovere qualsiasi cosa e vincere qualunque avversità. Il significato di questo inno dei sognatori viene ripreso con forza e costanza dalla sceneggiatura di questo capitolo, che sembra non voler smettere di motivare il gruppo, e di conseguenza il giocatore, dall’inizio alla fine.
Il risultato è un episodio molto veloce, forse fin troppo, che ha l’arduo compito di ricucire il rapporto fra i Guardiani cercando inoltre di prepararli per l’inevitabile scontro finale. L’obiettivo era forse troppo ambizioso, e pensiamo che probabilmente fare un episodio in più avrebbe giovato al comparto narrativo. Prima di continuare con la recensione, vorremo chiedere a tutti i giocatori che non hanno ancora giocato al quarto capitolo di interrompere la lettura, per evitare spoiler sulla trama degli episodi passati.
Abbiamo lasciato i nostri guardiani nel caos più totale: il gruppo non esiste più, perché diversi problemi, come vecchi rancori, nuove incomprensioni e fiducia tradita hanno avuto la meglio sul legame che teneva uniti gli eroi più strani della galassia. Star Lord è in crisi, e la minaccia dell’Accusatrice Hala, nuovo capo dell’esercito Kree, è sempre più grande. La crudele conquistatrice sta stringendo la sua morsa sull’intera galassia, e non c’è nulla che i Nova Corps possano fare per fermarla. L’ultima speranza per l’universo risiede ancora una volta nel nostro improbabile gruppo di eroi, che è al momento diviso e abbattuto dalle ultime vicende. Durante i primi minuti assisteremo a qualche prevedibile colpo di scena che darà qualche speranza in più al gruppo di guardiani rimasti.
Toccherà a noi vestire ancora una volta i panni di Peter Quill e ricucire gli strappi che hanno portato alla lacerazione dei Guardiani della Galassia, pertanto i primi capitoli di questo quinto episodio saranno dedicati proprio alla ricerca dei nostri compagni perduti. Qualche dialogo emotivamente interessante ci condurrà presto alla reintegrazione di tutti gli elementi smarriti, ed è qui che le cose si fanno incoerenti. Tutti gli screzi, i rancori sopiti e le scelte che abbiamo fatto nelle puntate precedenti vengono svilite da una sorta di “reunion” forzata che sembra mettere una pietra sopra ad otto ore di dialoghi e decisioni che hanno forgiato la nostra storia assieme ad i Guardiani della Galassia.
Questo finale ha parzialmente deluso le aspettative
Dopo questo momento alla Oceans’s Eleven, saremo spettatori di una delle migliori scene corali di tutto il gioco, complice anche una colonna sonora trascinante (la bellissima Crazy on You degli Heart) ed una sceneggiatura che comincia a fare il suo dovere. L’ultimo scontro con Hala è sicuramente il combattimento più bello ed iconico che lo studio di San Rafael abbia mai confezionato per i suoi guardiani, superiore persino al combattimento con Thanos visto nel primissimo capitolo. Questo faccia a faccia potrebbe tranquillamente apparire su uno speciale cartaceo dei Guardiani, quelli belli grandi, con le sovracopertine lucide che mandavano in brodo di giuggiole gli appassionati nelle fumetterie.
Le motivazioni di Hala si scontrano con quelle del gruppo, trovando finalmente una collocazione narrativa soddisfacente. Don’t Stop Believin’ da quindi il meglio di sé negli ultimi minuti, che si sono rivelati intensi, carichi di linee di dialogo toccanti e memorabili. Sulla fine è anche presente una scelta che definire importante è riduttivo, e che potrebbe potenzialmente cambiare i Guardiani della Galassia per sempre. Un’altra piccola chicca riguarda i titoli di coda: Telltale ci permetterà di scegliere la traccia musicale dei credits, in modo da goderci le statistiche del gioco con la nostra traccia preferita di Guardians of the Galaxy.
Con Don’t Stop Believin’, Telltale Games ha chiuso con (parziale) successo una delle sue serie più interessanti. Dopo quattro episodi qualitativamente in crescendo, dispiace comunque vedere un finale che fa centro solo a metà. Avremo preferito che lo studio di San Rafael si prendesse il tempo necessario per realizzare qualcosa di più memorabile, ma d’altronde riuscire a far stare tutti i contenuti promessi in due ore di gioco scarse sarebbe stato impossibile. Siamo comunque soddisfatti del risultato, e dopo alcuni passi incerti anche questo episodio decolla, con gli ultimi minuti elettrizzanti e fluidi, che vedono i nostri guardiani funzionare come mai prima. Telltale Games ha confezionato una nuova serie degna di attenzione, e siamo ansiosi di sapere se e come la storia di Peter Quill, Gamora, Rocket, Groot e Drax andrà a cambiare nuovamente le sorti della galassia, magari in una seconda stagione. |