Gwent
20 Ago 2016

Gwent – Anteprima gamescom 2016

Colonia –  CD Projekt RED è uno dei migliori studi di sviluppo in circolazione, poco ma sicuro: sono bravi, belli ed hanno il brutto vizio di trattare i giocatori come un pubblico individuale piuttosto che come meri consumatori che spendono il sudato soldo sui loro prodotti.

Alla richiesta di una versione stand alone di Gwent, il popolare minigioco di carte di The Witcher 3: Wild Hunt, lo studio polacco ha ben pensato di prendere quanto di buono c’era nell’approccio originale e di portarlo ad un nuovo livello, arricchendone le possibilità e addirittura inserendo una modalità in singolo, con tanto di storia. Perché limitarsi infatti a trasformare il titolo in una versione a sé stante, quando puoi ricostruirlo da zero?

Ed infatti durante una interessante presentazione (e prova) alla gamescom di Colonia siamo piuttosto sicuri di non aver mai visto un progetto così intellettualmente onesto e, soprattutto, divertente, anche considerando il genere di appartenenza, quello dei card game che tanto spopolano in digitale negli ultimi tempi grazie al boom di Heartstone, di Blizzard.

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Nel corso della presentazione, gli sviluppatori ci hanno per la prima volta mostrato come funzionerà la modalità in singolo, una componente sicuramente particolare per un card game ma che, come da tradizione per CD Projekt, non viene assolutamente presa sotto gamba. Ogni campagna (sono previste infatti in futuro ulteriori campagne) prevede infatti una storia differente, che va ad esplorare i racconti e la lore che non sono mai state raccontate in uno dei capitoli principali.

La campagna è strutturata su una mappa isometrica, come i gdr di una volta (un Baldur’s Gate a caso), e permette di essere esplorata in cerca di avventure, quest e obiettivi che ci permetteranno di ampliare il nostro deck. La cosa interessante però, è che gli eventi sono presentati attraverso dialoghi complessi, rapporti di causa effetto e scelte che impegneranno il giocatore come se fosse un vero e proprio gdr. Non a caso il lead quest designer di The Witcher 3 sta lavorando al progetto, permettendo quindi un racconto dalla scrittura di qualità e di grande impatto, nonostante sia tutto raccontato attraverso artwork animati bidimensionali (con tanto di doppiaggio!), un po’ come accadeva in alcune cutscene particolari di Wild Hunt.

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Per quanto concerne il gameplay, non c’è molto da dire, o meglio: il Gwent è sempre il Gwent, e il lavoro di CD Projekt si è tutto focalizzato sul rifacimento dell’interfaccia e sull’espansione dei contenuti originali, con più mazzi di carte e più carte per dare sfogo alla propria creatività creando mazzi da zero. L’accessibilità resta sempre uno dei punti a favore dell’esperienza gwent, e gli sviluppatori hanno stimato un tempo complessivo di 15 minuti per comprendere a pieno le meccaniche e le regole per riuscire a giocare al meglio delle proprie possibilità. L’interfaccia è parte integrante di questo lavoro, con una completa rivisitazione del tabellone, che al di là delle tre linee di posizionamento delle carte, si presenta completamente nuova.

Leggere e osservare le carte è intuitivo e rapido, anche con il controller, avere la situazione sotto controllo è facilissimo e imperativo per la riuscita degli scontri. L’unico “difetto” in un certo senso, è che nella spasmodica ricerca di accessibilità CD Projekt abbia riempito il tabellone con troppi elementi, tra numeri e simboli, che potrebbero appesantire la vista anche dopo qualche partita. Si tratta di sensazioni a caldo, che ovviamente andranno esplorate una volta che il gioco sarà rilasciato, visto l’impegno costante degli sviluppatori di raccogliere i feedback per migliorare l’esperienza di gioco.

Esperienza che, per quanto free-to-play, sarà del tutto priva del cosiddetto pay to win, con booster pack che assicureranno un certo quantitativo di carte rare e leggendarie, permettendo addirittura di scegliere tra tre versioni della stessa, aggirando l’annoso problema dello “sbustare” una carta leggendaria non compatibile con il proprio mazzo. In questo senso CD Projekt sembra volersi muovere con il suo classico stile, dando ai giocatori la sicurezza di avere tra le mani un prodotto fruibile su più livelli, senza la paura di dover sottostare al pesante gioco del pay to win.

il Gwent è sempre il Gwent

La nostra prova con Gwent si è rivelata assolutamente entusiasmante: se da un lato la certezza di un gameplay già collaudato aveva instillato in noi una certa fiducia, dall’altra l’offerta contenutistica proposta da CD Projekt RED è senza precedenti, con una modalità storia con tutti i crismi del caso che va ad unirsi alle classiche opzioni offerte dal genere, dal multiplayer alla possibilità di sfidare i propri amici.

La modalità storia promette molto, e ci permetterà ancora una volta di gettarci a capofitto nel meraviglioso e crudo mondo dello strigo Geralt di Rivia, e perché no (in futuro) anche di altri personaggi che non siano nerboruti guerrieri dalle schivate facili. Noi non vediamo assolutamente l’ora di poter vivere un’avventura attraverso Gwent, forse l’unico gioco dove la carta ferisce più della spada. Ci rivediamo ad Ottobre, con la closed beta in arrivo su Xbox One e PC (e poco dopo su PS4).

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