Hades – Recensione

Hades è un roguelike, ma è anche un po’ come il 2020. Sta lì a picchiarti incessantemente da mesi, e sembra non finire mai. Vedi l’uscita per poi ritornare al punto di partenza. Un’allegoria che forse molti di voi troveranno eccessiva, eppure il nuovo gioco di quei pazzi furiosi di Supergiant Games è un racconto perfetto della contemporaneità. Voi mi direte: guarda che i roguelike non li hanno inventati loro. E nemmeno il 2020.

Avete ragione amici miei, eppure fatico a non attribuire ad Hades qualità superiori, e non perché il nome dato al gioco è quello di una divinità greca, ma perché il lavoro svolto dal team californiano è semplicemente incredibile. Dopo ben tre anni di early-access, Hades giunge negli shop digitali di PC e Switch con la sua versione completa.

L’ho giocato su Switch grazie ad un codice fornito dallo studio, ed ho sostanzialmente perso il conto dei giorni passati. Oggi non è lunedì, vero?

Hades recensione

Hades inizia a palla di fuoco, come ogni roguelike che si rispetti. Zagreus, figlio di Ade, è intenzionato a sfuggire dagli inferi e ad attraversare il Tartaro per finire a tarallucci e vino con gli Dei dell’Olimpo. Ovviamente, i nostri tentativi di fuga saranno ostacolati da orde di nemici e temibili boss. Saremo costretti a morire e a tentare nuovamente, rispettando appieno lo standard del genere.

Il problema di questo tipo di esperienze è che, di solito, si tratta di giochi piuttosto ostici che premiano la costanza e la tecnica. Ripetere a ruota intere sezioni diventa una palestra, una scuola di riflessi dove padroneggiare al meglio il gameplay e poter superare dopo tanta fatica la sfida. Hades è un po’ diverso, ed è forse il roguelike più onesto e non frustrante di sempre.

Hades è un trionfo

Nella scalata del Tartaro, le cui stanze sono generate proceduralmente, ci si fa strada tra i nemici in vari modi. Selezionata l’arma con cui volete affrontare la fuga (all’inizio avremo la spada, la lancia, lo scudo e l’arco) si sconfiggono i nemici di una stanza per passare alla successiva, con un twist. Ogni stanza dà diritto ad una ricompensa, che sia oro da spendere nel negozio di Caronte, o potenziamenti di sorta.

Spesso e volentieri vi imbatterete però in un dono, gentilmente offerto da una divinità dell’Olimpo, in grado di potenziare un vostro parametro o attacco. Il dono di Zeus potrebbe rendere i vostri attacchi elettrici, mentre quello di Atena permettervi di respingere al mittente gli attacchi nemici. Stanza dopo stanza a racimolare potenziamenti e doni vi ritroverete a tutti gli effetti una vera e propria build per il vostro Zagreus, personalizzabile attraverso le vostre scelte e adattabile al vostro stile di gioco. Le divinità sono tante, dopotutto, così come i diversi effetti dati da ognuno di essi. E se proprio vi sembra di aver fatto un errore, potete vendere i doni sgraditi in una delle fontane sparse per i piani del Tartaro.

Hades recensione Switch

Il gameplay di Hades è estasiante: veloce, preciso e mai scorretto. Le diverse armi si adattano ad ogni stile di gioco possibile, rendendo il loop di morte e esplorazione assuefacente e divertente. Ma il segreto più grande di Hades è tutto quello che c’è intorno: l’incredibile costruzione narrativa.

Le costanti morti di Zagreus sono perfettamente contestualizzate nella narrativa. La fuga e i suoi fallimenti vengono riconosciuti e commentati dalle varie divinità che dimorano nelle sale di Ade. Un salone ricco di stanze, dove parlare con svariati personaggi e approfondirne le motivazioni, ma anche i retroscena che hanno spinto alla fuga del nostro eroe.

Il segreto più grande di Hades è tutto quello che c’è intorno: l’incredibile costruzione narrativa

Una sorta di aspetto da visual novel, che va a condire il lato più giocoso della produzione. Morire in Hades è parte dell’esperienza, con la narrazione e il suo dipanarsi che si adatta ad ogni fuga tentata e morte ottenuta. Il lavoro di script di Supergiant Games è incredibile, un gioco di specchi dove restare a bocca aperta stanza dopo stanza. Nessuna run è uguale alla precedente, e il senso di progressione c’è sempre.

Non si ha la sensazione di essere rimasti indietro. Tentativo dopo tentativo, i mezzi a nostra disposizione aumenteranno così come la nostra consapevolezza di ciò che ci aspetta. Per i meno avvezzi, c’è anche una Modalità Dio. Ad ogni morte la resistenza ai danni di Zagreus aumenterà, aumentando esponenzialmente i vostri progressi ma senza rovinarvi l’essenza del gioco stesso. Hades rispetta il tempo del giocatore, senza mai tradire le basi fondanti dell’esperienza.

Conclusioni

Hades è un trionfo. Ogni singolo aspetto del titolo è curato in modo maniacale. La direzione artistica è sublime, e il character design delle divinità è affascinante e originale. Il gameplay è profondo, vario e sempre divertente. La personalizzazione concessa ad ogni run permette combinazioni sempre nuove, mentre per la sua stessa struttura l’endgame è ricco di sfide aggiuntive e segreti.

La narrazione poi è affascinante e ben scritta, con una sceneggiatura che si intreccia e svela le proprie carte in modi inaspettati, morte dopo morte. Un racconto di fallimenti, ma mai fini a sé stessi. Il fallimento di Zagreus non porta alla frustrazione, ma alla consapevolezza di qualcosa di nuovo. Sia per lui che per i personaggi che popolano le fredde dimore di Ade. Magari, anche per noi.

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