Halo Infinite è uno dei titoli più chiacchierati del periodo. Dopo la presentazione Microsoft di qualche giorno fa, abbiamo differenti punti di vista sul titolo più importante del brand Xbox. Da un lato c’è Craig The Brute, il meme più usato e amato dalla community di giocatori, dall’altro abbiamo dei fan preoccupati a causa di una presentazione un tantino sottotono rispetto alle aspettative.
Craig The Brute sarà pure il meme di un modello poligonale non proprio dettagliato, ma è comunque un sintomo di problematiche che appaiono più complesse. Halo Infinite non ha un grande colpo d’occhio ed è piagato da problemi tecnologici piuttosto seri. Dopo 5 anni di sviluppo, sono in tanti a chiedersi cosa è successo in 343 Industries. Il team americano è finito sotto gli occhi del famoso giornalista di Bloomberg Jason Schreier, famoso per raccontare dei problemi interni ai team.
La mia non vuole chiaramente essere un’inchiesta, ma un analisi delle problematiche che Halo Infinite sembra mostrare e delle scelte che potrebbe fare Microsoft per risollevare l’immagine del suo brand di punta. La risposta più semplice? Rimandarlo.
Ormai è evidente, Halo Infinite ha dei grossi problemi sul fronte tecnico. Caricamento delle mappe e delle texture, pop-up degli elementi su schermo e una generale mancanza di dettaglio hanno reso la presentazione durante l’Xbox Showcase un mezzo disastro. Il problema più grande sembra però legato all’Illuminazione dinamica, come spiegato da Digital Foundry. L’utilizzo di questa tecnica porta dei vantaggi, illuminando tutto il mondo di gioco allo stesso modo senza alterazioni che vadano a spezzare il realismo.
Peccato però che quanto mostrato nella demo sia un grande buco nell’acqua, con un uso non proprio efficace dell’illuminazione, con le ombre dei modelli dei personaggi che non “interagiscono” con la luce rendendo tutto piatto e smorto. Il tutto potrebbe migliorare grazie alla tecnologia del Ray Tracing, ma la patch per implementarlo arriverà dopo il lancio, ponendo più di un dubbio sullo stato dei lavori di 343 Industries. Sicuramente con l’uso del ray tracing Halo Infinite, almeno su Xbox Series X, avrà un look drasticamente differente rispetto a quanto visto nella demo. Ma il resto?
Halo Infinite sembra vittima della sua stessa natura: essere il titolo di punta non solo di una nuova piattaforma ma di tutto l’ecosistema Xbox. Abbiamo già sentito Microsoft sparare numeri incredibili, dalla risoluzione 4K ai 120 fps in alcune modalità multiplayer. Ma come può un titolo fare tutte queste cose e allo stesso tempo implementare tecnologie di nuova generazione come il ray tracing, senza rinunciare alle prestazioni. 343 Industries appare in seria difficoltà, divisa tra la necessità di fare marketing, parlare alla sua community in un certo modo e quella di presentare un titolo completo e funzionante in ogni suo aspetto.
Rimandare Halo Infinite significa di fatto lanciare Xbox Series X senza un grosso nome ad accompagnarne le gesta. Eppure, il titolo di 343 Industries pare averne disperatamente bisogno. Del resto il team sta lavorando su più piattaforme, con un nuovo engine e con delle ambizioni tecnologiche non indifferenti. I feedback della community sono e saranno importantissimi, ma il futuro di Halo non mi è mai sembrato così confuso e a rischio come ora. Anche volendo mettere da parte per un secondo la sua presentazione grafica.
Un lancio disastroso potrebbe comprometterne l’immagine piuttosto seriamente, tanto più ancora dopo il problematico Halo 5. Alcuni dei recenti rumor, poi confermati dalla stessa Microsoft fanno ben sperare sulla qualità ludica del titolo, come il multiplayer free-to-play per tutti. Ma i dubbi sono ancora tanti e legittimi: 343 ha dimostrato di mancare di una visione chiara per Halo, sempre in cerca di un’unanime approvazione dalla community per portare avanti il franchise.
Halo 4 era un ottimo nuovo inizio, più in termini narrativi che ludici. Peccato che moltissimo di quel discorso, dal Didatta ad alcune storyline secondarie, siano state accantonate. Halo 5 avrà avuto anche un’ottima modalità multigiocatore, ma dal punto di vista narrativo era completamente privo di focus e di coerenza, apparendo come un’accozzaglia di belle idee realizzate male.
Halo Infinite è l’ennesimo “soft reboot” della serie, che nelle intenzioni di 343 Industries diventerà una base per costruire il futuro di Halo. Basta numerazione e sequel che frammentano l’esperienza insomma, ma una continua espansione delle sue fondamenta per i prossimi 10 anni. Un po’ come avvenuto per la Master Chief Collection. Ma come può una dichiarazione del genere entusiasmare gli appassionati, se i presupposti di Halo Infinite sembrano così confusi e problematici?
Halo Infinite ha tanto da dimostrare, forse troppo. Vittima della sua eredità ma anche delle dichiarazioni un po’ leggere degli sviluppatori e delle figure chiave di Xbox, rischia di uscirne sconfitto pesantemente. Eppure l’entusiasmo di avere un nuovo, grande Halo c’è tutto (il rampino!). Il ritorno a quelle atmosfere selvagge e piene di fascino di Combat Evolved, unita alla struttura “open world” appena accennata nella demo.
Mi auguro che Halo Infinite arrivi a chiudere questo 2020 con il proverbiale botto. Ma la paura che faccia cilecca mi tormenterà per i prossimi mesi. Voi – invece – cosa ne pensate? Parliamone.
Halo Infinite arriverà a fine 2020 su Xbox One, Xbox Series X e PC, anche attraverso il servizio Xbox Game Pass. Mentre in questa pagina trovate le ultime novità sulle offerte di GameStopZing per il passaggio alla next-gen.
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