News 10 Nov 2014

Halo: The Master Chief Collection – Recensione

La figura di Master Chief è senza dubbio una delle più iconiche delle passate generazioni videoludiche. Mascotte di casa Microsoft e fiore all’occhiello di quella Bungie ora tutta concentrata sullo sviluppo di Destiny, il franchise di Halo ha negli anni conquistato il plauso di milioni di fan, facendo registrare alle console Xbox numeri di vendita da capogiro e diventando per definizione uno dei più riusciti e completi sparatutto di sempre.

Dopo l’addio alla casa madre e la fine della prima trilogia su Xbox 360, le avventure del soldato in corazza verde sono continuate grazie a 343 Industries, software house statunitense che ha preso coraggiosamente in mano la pesante eredità lasciata da Bungie, iniziando un nuovo e intrigante arco narrativo.

In attesa di quel quinto capitolo ufficiale che ancora fatica a mostrarsi (in uscita su Xbox One), Microsoft ha deciso di lasciare un ultimo immenso dono ai seguaci dello Spartan 117 con la Master Chief Collection, una raccolta completa che comprende i 4 giochi di Halo rimasterizzati in alta definizione –esclusi Halo ODST e Halo: Reach- tutte le mappe multiplayer mai pubblicate e una quantità di extra da far impallidire anche il più devoto dei fan, tra cui la possibilità di guardare gli episodi di Halo: Nightfall, mini-serie girata dal vivo che servirà da collegamento narrativo tra gli avvenimenti del quarto e del quinto episodio, ovviamente in esclusiva sulle piattaforme Xbox.

Insomma, un pacchetto che definire “completo” suona riduttivo, adatto sia ai fan di vecchia data, che con questa collection potranno godere delle migliori avventure del Chief a 1080p con 60fps, sia a chi non conosce il brand, che avrà la possibilità di immergersi per la prima volta in uno degli universi virtuali più raffigurativi della nostra epoca.

La Master Chief Collection non è solo una lauta e nostalgica raccolta, ma è l’insieme di più di 10 anni di sviluppo attorno un personaggio che ha fatto la storia della console Microsoft. Come gli stessi sviluppatori hanno poi confermato, questo è un progetto che da sempre è stato nelle loro menti, sin da quando hanno avuto l’onore di lavorare su un franchise così importante, essendo ben consci che la maggior parte dei fan di Master Chief da tempo chiedeva una simile iniziativa. La Collection cade a fagiolo in un periodo florido per l’industria e permette di rivivere alcuni dei momenti più intensi dell’avventura dello Spartan, preparando i giocatori al futuro della saga, che vedrà la luce su Xbox One con l’uscita di Halo 5.

Halo: Combat Evolved Anniversary è il primo grande capitolo dell’epopea spaziale di Bungie, rimasterizzato in alta definizione nel 2011, per festeggiare il decennale dall’uscita.

Portato su nuova generazione senza sostanziali differenze rispetto alla versione per Xbox 360, Halo ci fa vestire gli imponenti panni di Master Chief, un soldato geneticamente modificato appartenente al programma Spartan II, con il compito di impedire l’attivazione di un’arma antichissima (l’Anello, in inglese Halo per l’appunto) che causerebbe un’estinzione interplanetaria come ultima difesa contro una razza parassita apparentemente inarrestabile. Guidato dall’Intelligenza Artificiale nota come Cortana, il giocatore si fa largo attraverso un pianeta sconosciuto, affrontando alcune delle più temibili specie extraterrestri, come i Covenant e gli spietati Flood, alla ricerca di quell’incredibile potere distruttivo che dev’essere annientato. 

Fin dal menù, essenziale ma riuscitissimo, appare chiaro che questa antologia mira ad essere non solo il punto di riferimento per i neofiti della saga, ma anche l’opera somma per ogni affezionato. Attraverso pochi passaggi è possibile selezionare fin nei minimi dettagli la partita che si vuole affrontare, personalizzandola attraverso il numero di Teschi attivi –ossia una serie di modificatori che alterano il gameplay, andando a modificare direttamente la difficoltà degli scontri, la tenacia dell’IA o la resistenza dell’eroe. L’interfaccia è semplice ed intuitiva, strizzando l’occhio al gusto estetico minimale già ammirato in Halo 4; ciò nonostante il materiale al suo interno è tantissimo (tra cui spicca la già citata serie Nightfall e la beta di Halo 5, disponibile il 29 dicembre prossimo) e per la gioia di tutti, accessibile fin da subito, tra cui le famose Playlist ideate da 343 Industries, che vi consentiranno di giocare un insieme di missioni tematiche dei 4 giochi in maniera casuale.

Il segreto del successo di Halo, oltre ad una rivoluzionaria componente multiplayer (che analizzeremo più avanti), è stato quello di proporre al pubblico un’avventura longeva e coinvolgente, che per la prima volta ha messo contro il giocatore una razza nemica intelligente e organizzata in modo gerarchico. Non è un segreto infatti che affrontare Halo a difficoltà elevate rappresenti una delle più grandi sfide del videogiocatore moderno. I Covenant sono un perfetto esercito da battaglia, con una struttura militare rigida che se infranta, si destabilizza in tempo reale: eliminando il comandante di una piccola pattuglia ad esempio, i Grunt –piccole e deboli unità di fanteria- si spaventano, scappano in preda al panico e nei casi più disperati, si imbottiscono di esplosivo e si lasciano esplodere per causare più danni.

Distaccandosi in modo plateale dai rigidi binari che tanti FPS più famosi hanno sempre seguito e difeso, Halo è riuscito a diventare una leggenda ed erigersi come uno dei più moderni sparatutto dei suoi tempi. Obiettivo conseguito grazie ad uno sviluppo attento e meticoloso, superato solo dal seguito, Halo 2, vera pietra miliare della storia dei videogiochi e fiore all’occhiello di questa splendida Collection.

La versione Anniversary di Halo 2 è infatti il titolo più riuscito di tutto il pacchetto e contiene non solo l’intera campagna in singolo ed il famigerato multiplayer online, ma anche un’ora di filmati in Computer Grafica completamente rimasterizzati in alta definizione audio/video dai Blur Studio,che si interpongono come compagine narrativa tra i vari livelli di gioco. La rivisitazione in HD e la costanza dei 1080p e dei 60fps, rendono Halo 2 Anniversary una gioia per gli occhi e per il cuore di qualsiasi appassionato.

In ogni momento dell’avventura solitaria, grazie alle capacità di far girare contemporaneamente due motori grafici separati, potrete passare dalla versione attuale a quella originale del 2004 e viceversa con la pressione di un singolo tasto, senza nessun caricamento di sorta, in modo da apprezzare l’incredibile lavoro svolto in fase di rinnovamento (sia nel primo che nel secondo Halo). Già all’epoca il secondo Halo si era meritato le lodi della critica specializzata e dei fruitori, grazie ad una complessità ambientale senza precedenti, che sfruttava appieno il potenziale dell’Xbox, ma non solo. L’aumento del numero di nemici su schermo, la possibilità di imbracciare due armi contemporaneamente, la varietà di specie nemiche e di veicoli utilizzabili, sono stati tutti fattori determinanti per il grande successo del gioco.

La trama stessa di questo capitolo è molto più complessa e per certi versi completa del capitolo precedente: oltre a Master Chief infatti, il giocatore impersona l’Arbiter, un guerriero Covenant esiliato dal suo stesso popolo che finirà per trovarsi costretto a collaborare con lo Spartan per impedire l’annichilimento della galassia. Questo dualismo –in principio accolto con poco entusiasmo dai fan- permette in realtà di assaporare tutte le sfaccettature della civiltà Covenant, compresi gli aspetti religiosi e militari, segno di un profondo lavoro svolto in fase di sviluppo dalla software house.

Meno sorprendenti in termini visivi, ma comunque godibilissimi sono gli ultimi due capitoli della quadrilogia. Halo 3, su cui il lavoro di restauro si limita ad una migliore resa dell’illuminazione, e l’ormai canonico balzo a 1080p /60fps, rappresenta la degna conclusione della trilogia pensata da Bungie. Meno longevo ma non meno affascinante del capitolo passato, Halo 3 si riesce comunque a distinguere per un ulteriore perfezionamento del già sublime gameplay, grazie all’introduzione di nuove armi, perfettamente bilanciate, e dei gadget, che una volta raccolti modificano le specifiche dell’armatura Mjolnir, migliorandola con nuove abilità. Purtroppo non è stato riservato ad Halo 3 lo stesso trattamento di restyling dei primi due e questo inficia ovviamente sull’aspetto grafico e sonoro, rimasto purtroppo fermo alla passata generazione, esclusa la maggior risoluzione e la velocità durante i caricamenti; tuttavia il gioco è godibilissimo, contornato da musiche che sublimano una colonna sonora indimenticabile e alla fine delle sue 8 ore di gioco conclude degnamente le epiche avventure di Master Chief e di tutta la razza umana nella lotta contro la più grave minaccia mai affrontata.

Con Halo 4 il timone dello sviluppo passa in mano alle sapienti mani di 343 Industries, che riesce a donare nuova linfa ad un personaggio che rischiava forse di diventare ripetitivo e prevedibile, grazie ad un nuovo arco narrativo che andrà a coprire una seconda trilogia tuttora in corso. Master Chief torna in azione combattendo quelli che sembrano essere esponenti di una razza sconosciuta, ma molto potente e con chiari intenti ostili. Aiutato dalla sempre fedele Cortana –che in questo capitolo deve affrontare la fine della sua esistenza programmata come IA- John 117 fa la conoscenza dei Precursori, specie aliena robotica antichissima, che è riuscita ad assoggettare i Covenant e adesso mira a sterminare l’umanità.

Tutta la campagna principale si ambienta su Requiem, un pianeta artificiale creato dagli stessi Precursori, ed è caratterizzata da una forte componente esplorativa, mai approfondita in un titolo della serie. I toni cupi e la consapevolezza di un pericolo ben più grande di quelli affrontati finora, rendono Halo 4 il gioco forse più “adulto” della saga, grazie anche ai continui riferimenti a personaggi o situazioni raccontate solo nei libri di Halo, che però fungeranno da collante anche per gli eventi futuri.

Più che una rivisitazione generale, 343 ha preferito seguire la strada già battuta da Bungie, affinando il già noto gameplay e limitandosi a inserire alcune novità secondarie, come armi o equipaggiamenti inediti, oltre che un’ambientazione mai vista prima. Una scelta che, anche se non condivisa, si è rivelata alla fine essere la migliore: nonostante il bilanciamento delle armi non sia esattamente lo stesso della prima trilogia, Halo 4 è un inizio più che promettente, riuscendo ad accontentare i fan di vecchia data e allo stesso tempo lasciando soddisfatti i neofiti. Mancano purtroppo le Spartan Ops, missioni secondarie cooperative da affrontare online, ma Microsoft ha promesso che saranno inserite tramite patch a dicembre.

In questa Collection Halo 4 non gode di particolari lavorazioni, anche perché in termini temporali, è il capitolo più recente (essendo uscito solo nel 2012); tornano quindi le animazioni legnose già viste su Xbox 360, ma ad alta risoluzione e considerando sempre la corposità del pacchetto, il risultato raggiunto può definirsi soddisfacente. È comunque necessario tenere a mente che un processo di rimasterizzazione complesso come quello di cui ha goduto Halo 2 non è certo sbrigativo e necessita di qualche anno; tempo che la software house ha voluto furbamente risparmiare per dedicarlo alla lavorazione dei progetti postumi.

Impossibile parlare di Halo senza citare lo smisurato pacchetto multigiocatore che ha da sempre monopolizzato i primi posti in classifica dei giochi online sulle piattaforme Xbox. Fin dai tempi di Halo 2, la serie ha sempre goduto di grande plauso per il multiplayer, che è riuscito ad imporsi grazie ad un gameplay unico e originale, decisamente opposto ai canonici match online degli FPS più conosciuti. Nella Master Chief Edition è possibile scegliere tra quasi 20 modalità di gioco differenti, con più di 100 mappe (incluse quelle dei 4 giochi, più quelle uscite con i DLC, più quelle mai viste su Xbox Live, appartenenti cioè ad Halo Combat Evolved ed Halo 2 Anniversary) su server dedicati: insomma, un sogno per qualsiasi videogiocatore.

Inutile dire che il feeling, pad alla mano, è rimasto invariato, tranne che per la sostanziale differenza di aver portato ogni gioco a 60fps. L’azione scorre ora molto più fluida, ritmata e frenetica su ogni singola mappa per ogni singola modalità selezionata. Che sia un deathmatch o un capture the flag, il multiplayer di Halo non riesce proprio ad annoiare: ognuna delle mappe presenti è profondamente diversa dall’altra, consentendo ai giocatori di adottare tattiche sempre differenti, ma pur sempre alla luce di combattimenti divertenti e bilanciati. La possibilità di portare solo due armi, la rinuncia all’inserimento di perks o potenziamenti (che pone tutti i giocatori allo stesso livello), il caratteristico e ineguagliabile design delle mappe, che vantano ampi spazi da coprire a bordo dei più svariati veicoli, quanto stretti corridoi da percorrere imbracciando un fucile a pompa o vertiginose altezze da raggiungere, pongono la componente online della Master Chief Collection semplicemente su un altro livello rispetto agli shooter odierni, ancora forse troppo legati ad un gameplay che affonda le sue radici nella passata generazione e che solo negli ultimi tempi (con Titanfall o il recente Destiny) sta imparando a differenziarsi.

Non c’è dubbio che nello specifico parliamo di una Collection che include giochi aventi anche 10 anni sulle spalle ed è lecito sentirsi dubbiosi riguardo la “vecchiaia” di certe meccaniche; durante la nostra prova abbiamo infatti trovato molto più stimolanti i match di Halo 4 piuttosto che di Halo Combat Evolved, grazie ad una maggiore similitudine con le dinamiche di gioco online più recenti. Ma innanzi alla presenza non di una, ma di quattro diverse possibilità multigiocatore, ogni giocatore potrà optare per la modalità che gli è più consona, oppure abbracciandole tutte, come una naturale evoluzione del brand.

Anche la personalizzazione del proprio alter-ego è tornata, reduce dal gran successo ottenuto in Halo 4. In aggiunta alla già ampia scelta di armature ed equipaggiamenti con cui decorare il vostro Spartan, sono stati aggiunte le skin del primo e del secondo capitolo, sbloccabili come sempre, attraverso specifiche sfide in-game. Ovviamente in Halo così come in Halo 2 sono selezionabili solo gli Spartan di base e gli Elite Covenant, proprio come accadeva nei titoli originali, ma è semplicissimo passare con un singolo click da un’opzione all’altra o in questo caso, da uno specifico multiplayer all’altro. Già, perché le modalità multigiocatore (almeno durante le partite personalizzate) sono separate l’una dall’altra ed è sempre possibile scegliere cosa e come giocare. Durante i match pubblici invece, la scelta delle mappe sarà casuale e comprenderà per il momento solo le modalità Massacro a Squadre e Terremoto (Tutti contro Tutti esclusivamente sulle mappe di Halo 2 Anniversary).

A questo si aggiunge la famosa Fucina, un editor semplice ma divertente per modificare gli scenari già esistenti nel multiplayer o crearne di nuovi per poi pubblicarli online e sperimentarli di persona, e la modalità Cinema, per riguardare le proprie partite e custodire in una cineteca virtuale i momenti più epici.

Tutta l’esperienza multigiocatore culmina in Halo Channel, vero e proprio punto di riferimento per la community di Halo ed applicazione social necessaria per tenersi sempre informati sulle ultime novità propagate dalla stessa software house a capo del progetto. Attraverso il canale ufficiale potrete guardare le partite più emozionanti, scoprire in anteprima le release di prossima uscita e seguirne lo sviluppo, senza tuttavia perdere d’occhio i vostri punteggi in classifica. Purtroppo Halo Channel sarà disponibile a partire dal 10 novembre e ci è quindi stato impossibile riuscire in una prova approfondita.

In conclusione…

343 Industries si riconferma sempre più la degna erede di Bungie, essendo riuscita a prendersi carico di una responsabilità così grande senza commettere passi falsi. Halo The Master Chief Collection si differenzia in modo sostanziale rispetto alle mere operazioni commerciali ( di cui oramai il mercato è saturo) di porting in HD: la cura nella presentazione del pacchetto è impeccabile e da ogni pixel traspare la passione e l’attenzione che gli sviluppatori ci hanno dedicato fino all’uscita sugli scaffali.

Un vero e proprio atto d’amore nei confronti di una saga che ha fatto la storia non solo di Xbox, ma anche del videogioco moderno, capace di reinventarsi daccapo, laddove i titoli concorrenti osavano solo rimestare i pochi principi conosciuti. Ma il motivo che spinge all’acquisto obbligatorio è la mole gargantuesca di materiale.

The Master Chief Collection è immenso. Oltre alle 4 campagne principali c’è una componente multiplayer che definire totale sarebbe ridicolo. Senza contare le tonnellate di extra, tra cui Fucina, filmati in CG nuovi di zecca, playlist di missioni personalizzabili, connessione perpetua ad Halo Channel e quindi a tutto l’universo del brand, tutta la mini-serie Halo Nightfall ed a breve anche le Spartan Ops di Halo 4. Senza contare l’accesso gratuito alla beta di Halo 5 e al sicuro supporto della casa di sviluppo per quanto riguarda l’immediato futuro. Un pacchetto così va oltre le nostre più rosee aspettative e può seriamente candidarsi a Collection più completa di sempre.

Certo, proprio per la sua unicità, la saga di Master Chief può non piacere a tutti e non è un segreto che a causa del suo gameplay unico, molti detrattori, tutt’oggi, sono convinti della sua mediocrità. Ma è innegabile il successo planetario ed il merito di aver proiettato il mondo degli sparatutto verso nuovi incoraggianti orizzontimigliorando, seppur indirettamente, l’intero genere di appartenenza.

Voto: 9/10

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