Chi ha consumato diverse paia di scarpe nel tentativo di acchiapparli tutti, se ne accorgerà prima (e meglio) di chiunque altro. Certi esperimenti, certe formule, funzionano benissimo solo in determinati contesti, accettando precisi compromessi, contestualizzando il gameplay entro un ben specifico intreccio narrativo.
Pokémon Go non si fregiava certamente di una trama complessa e sfaccettata, né contrapponeva il videogiocatore a chissà quale nemico od organizzazione da sgominare. Si limitava, nella sua assoluta semplicità, a catapultare l’aspirante allenatore in una sorta di Kanto tremendamente reale, tramutando strade principali e monumenti della propria città in hotspot dove catturare mostriciattoli selvaggi con cui infoltire la propria collezione.
Il clamore mediatico, sociale, culturale, che si scatenò all’indomani della pubblicazione del gioco prodotto con il benestare di Nintendo, fu senza precedenti, segno che, per la prima volta nella storia, la tanto decantata tecnologia della realtà aumentata fu declinata con successo e cognizione di causa.
Del resto, come già suggerito, la (quasi) perfetta sovrapponibilità tra mondo reale e Pokémon virtuali creava la solida e coerente illusione di trovarsi davvero in uno dei tanti continenti visti nei cartoni animati o esplorati nei numerosi videogiochi pubblicati su portatili della Grande N.
Purtroppo, come avrete già intuito, l’artificio non funziona altrettanto bene in Harry Potter Wizards Unite, evoluzione tanto ludica, quanto narrativa di Pokémon Go, che nonostante la sovrastruttura ruolistica di tutto rispetto e il progressivo dischiudersi di un mistero da risolvere, non cattura l’utente quanto sperato, né lo cala in un contesto identicamente affascinante ed assuefacente.
All’avvio del software, Harry Potter e altri personaggi, tra già noti e altri creati ex novo per l’occasione, vi ragguaglieranno sulle problematiche che stanno sconvolgendo il mondo magico. Una non meglio specificata Calamità, ordita da chissà chi, rischia di rivelare maghi e creature fatate ai babbani, eventualità che il Ministero della Magia vuole scongiurare a tutti i costi, coinvolgendo aspiranti eroi di tutto il mondo.
Nei panni di uno di loro, il vostro compito consisterà nel trarre in salvo personaggi in difficoltà, recuperare manufatti trafugati, sconfiggere troll, goblin e malintenzionati di varia natura.
Esattamente come in Pokémon Go, tutto ciò si traduce nel continuo peregrinare di hotspot in hotspot, a caccia di piccoli e grandi eventi che vi chiederanno di estrarre la bacchetta magica per venire a capo del problema di turno.
Utilizzando il GPS raggiungerete il luogo prefissato. Con la fotocamera si inquadra l’oggetto, il personaggio in difficoltà, il nemico da sconfiggere. Con il touch-screen, infine, si disegnano le linee con cui effettuare l’incantesimo che conclude e completa la “cattura”.
Nonostante le numerose attività, già dopo qualche giorno viene meno il desiderio e l’istinto di avviare il software ogni volta che ci si concede una passeggiata
Nulla di particolarmente innovativo, non fosse che Harry Potter Wizards Unite ostenta numerosi menù con cui gestire il proprio personaggio, consultare la propria collezione, creare pozioni e altri item generosi di bonus, particolarmente utili nelle battaglie più complesse.
Come in un qualsiasi RPG, dopo ogni combattimento verrete premiati con punti esperienza e materie prime. Aumentando di livello, vedrete sbloccarsi nuove meccaniche di gioco, come quella che vi permetterà di specializzarvi come Auror, particolarmente forti contro le Arti Oscure, Magizoologo, a suo agio nel domare ogni genere di bestia feroce, Insegnante, un vero portento quando si tratta di recuperare i manufatti andati perduti.
Estremamente interessanti anche le Sfide Magiche, veri e propri raid da affrontare insieme ad altri utenti. In questi frangenti, avere nel proprio schieramento maghi con diverse specializzazioni risulterà spesso e volentieri fondamentale, visto che le battaglie che vi attenderanno sono piuttosto complesse, prolungate, difficili se affrontate con un livello d’esperienza troppo basso.
Eppure, nonostante le numerose attività e la (relativamente) complessa gestione del personaggio, già dopo qualche giorno, viene meno il desiderio e l’istinto di avviare il software ogni volta che ci si concede una passeggiata. Fan della prima ora a parte, è piuttosto facile perdere interesse nel collezionare figurine, disegnando continuamente linee sullo schermo. In questo senso, è un vero peccato che per ogni battaglia non si abbia la facoltà di selezionare l’incantesimo più adatto, o anche semplicemente il preferito, limitandosi ad obbedire ai comandi impartiti dal gioco stesso.
Tecnicamente il gioco si difende grazie a menù abbastanza chiari, dal font e dai colori che richiamano i fortunati lungometraggi. Ci saremmo aspettati animazioni dei personaggi più curate, ma si tratta di piccole sbavature che non impattano più di tanto sull’esperienza.
Harry Potter Wizards Unite non è Pokémon Go. Non riesce a coinvolgere in egual misura, né risulta coerente, credibile, coinvolgente allo stesso modo. Eppure, sulla carta, non si può che apprezzare l’evoluzione apportata alla formula da Niantic Labs. La trama che fa da sfondo all’avventura, per quanto lineare nel suo svolgimento, incentiva i videogiocatori nella raccolta degli oggetti e nel salvataggio dei personaggi. Al tempo stesso, la componente ruolistica, invoglia a progredire, creando una sorta di competizione, una gara al mago più potente con i propri amici e non. Il gioco, insomma, è sufficientemente intrigante per appassionare tutti i fan del maghetto partorito dalla penna di J. K. Rowling. Non avrà lo stesso carisma della produzione Nintendo, né la medesima trasversalità, ma ha le carte in regola per stregare i fan. Mai come in questo caso, tuttavia, molto dipenderà dal supporto post-lancio garantito da software house e produttore. Il pubblico ha risposto timidamente all’esordio e solo continui aggiornamenti potranno far progredire un titolo certamente interessante, ma dal potenziale non ancora completamente espresso. |
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