Hearthstone si aggiorna. Il che, se ci pensate, ha quasi dell’incredibile: quante volte in vita vostra avete visto Blizzard aggiornare una propria IP con questa velocità? Quanto dobbiamo solitamente aspettare per mettere le nostre avide mani sulla nuova espansione di Starcraft II, ad esempio, o dell’immortale Word of Warcraft? Il “piccolino” del colosso di Irvine, quel card game prodigioso sulle cui fortune alcuni dei piani alti sembravano nutrire dubbi, sfugge fortunatamente da questa logica, e mese dopo mese si rinnova, tornando a far parlare di sé con nuove modalità di gioco, nuove meccaniche e, soprattutto, nuove carte. Perché è inutile girarci attorno, in un card game come quello creato da Blizzard sono proprio le carte a fare la differenza.
E da Marzo 2014 ad oggi, Hearthstone di carte digitali ne ha distribuite parecchie: basti pensare che il numero di utenti registrati nei server di Battle.net, stando alle voci di un presunto insider, sfiorerebbe i 75 milioni soltanto nel primo trimestre di questo 2015. Stiamo parlando di numeri da far girare la testa, che dimostrano quanto ciascuna delle versioni di Hearthstone attualmente disponibili (PC, iOS e Android) stia letteralmente infrangendo ogni record nel rispettivo market di appartenenza, Ecco perché in molti si aspettavano questa espansione: e soprattutto perché, a pochi giorni dalla sua pubblicazione, nell’universo dei giochi di carte non si parla d’altro.
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Il Gran Torneo è il nome di questa nuova – e attesa – espansione di Hearthstone, che segue a breve passo le ottime Goblin vs Gnomi e Massiccio Roccianera per introdurre una tematica tutta nuova in questo universo “parallelo” di Blizzard: la cavalleria. L’idea alla base, infatti, è tutto sommato insolita: un gruppo di eroici cavalieri si ritrova, ciascuno dopo le proprie epiche fatiche, per dedicare un po’ di tempo ai giochi, al divertimento e alla spensieratezza. Non fosse che nemmeno i cavalieri più virtuosi sono immuni all’antagonismo sfrenato: e ok la festa, l’atmosfera rilassata e l’alcool che scorre, ma l’importante è vincere.
Il Gran Torneo, tanto per iniziare, introduce la bellezza di 132 nuove carte. Spiegarle una per una andrebbe ben oltre gli scopi della nostra recensione, ma se proprio non riuscite a farne a meno potrete consultarle tutte, in lingua italiana, nella pagina Facebook ufficiale di Hearthstone. Tuttavia, come anticipato già nel corso della nostra intervista a Colonia, le carte non sono la sola novità significativa del Torneo, che quasi a sorpresa introduce due nuove meccaniche nell’universo di Hearthstone: la Giostra (Joust) e l’Ispirazione (Inspire).
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Partiamo dalla prime delle due, quella dai natali chiaramente più cavallereschi visto il richiamo all’antica tradizione medievale. La meccanica della Giostra cerca di reinterpretare in chiave card game la celeberrima sfida tra cavalieri, utilizzando però i servitori in luogo delle lance di frassino. Il principio è semplice: tutto parte da una serie di carte “speciali”, dalle quali derivano potenzialmente una serie di bonus aggiuntivi. Per ottenerli, ciascun giocatore estrarrà un servitore casuale dal proprio mazzo: se il servitore del giocatore che ha invocato la Giostra avrà un costo in mana maggiore di quello dell’avversario, vincerà la sfida e porterà a casa il premio. In caso contrario, si concluderà tutto con un nulla di fatto.
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All’interno del Torneo saranno disponibili (almeno inizialmente) otto carte Giostra: contrariamente alla tradizione Hearthstone, esse sono sprovviste di una “keyword” identificativa (la banale dicitura Giostra in testa alla carta, ad esempio), ma tuttavia contengono una descrizione esaustiva sul bonus ad esse associato e sul modus operandi per affrontare il cavalleresco scontro. Una soluzione, quella del team di sviluppo, che strizza l’occhio ai neofiti del franchise: basta davvero “saper leggere” quanto scritto sulla carta prescelta per entrare da subito nel vivo dell’azione. Il Giostrante di Meccania, ad esempio, otterrà un doppio +1 (attacco e difesa) se, una volta schierato, la giostra ci sarà favorevole. Il Cavaliere Scheletrico, invece, tornerà nella mano del giocatore che l’ha evocato. Benefici enormi saranno invece ricevuti da Ondata di Cura, una carta già estremamente utile di per sé – dona 7 punti di salute all’Eroe che la dispiega – ma che ne dona addirittura 14 qualora il nostro servitore casuale abbia un mana più alto di quello nemico. Un toccasana per contrastare i mazzi avversari più aggressivi.
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Il twist più evidente al gameplay di Hearthstone, tuttavia, coincide con l’innovativa meccanica dell’Ispirazione. Le carte Ispirazione – che recano l’apposita dicitura in testa, prima della spiegazione dell’effettivo potere – sono ragionevolmente numerose, e alcune di queste (come vedremo a breve) scatenano poteri o “mosse” il cui impatto può essere devastante nell’economia dello scontro. Ancora una volta, il funzionamento alla base di queste carte speciali è semplice: vengono piazzate sul tavolo di gioco come una normalissima carta di Hearthstone e, ogniqualvolta l’eroe ricorra al proprio potere speciale, esse attivano il bonus a loro associato.
La gamma delle possibilità offerte da Ispirazione è comprensibilmente enorme: si passa da aumenti di attacco o difesa del servitore (è questo il caso di Scudiero Novizio, che ottiene un +1 in attacco) al classico healing dell’eroe che la utilizza (come Medico del Torneo, che rigenera 2 punti Salute al proprio eroe). Il tutto, chiaramente, passando per combinazioni che possono diventare drammaticamente efficaci: Eroe del Nexus Saraad, per esempio, mette nella mano del giocatore una Magia casuale, mentre Figlio delle Ombre infligge un malus di 4 alla salute di entrambi gli eroi. E questo senza citare l’Espiatrice Paletress, che andrà ad evocare un servitore Leggendario casuale. E se la fortuna dovesse arriderci, immaginate da soli quale potrebbe essere il risultato.
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Dopo aver speso parecchio tempo su Il Gran Torneo, appare evidente sin da subito una cosa: tanto la Giostra quanto (e soprattutto) l’Ispirazione appaiono come delle meccaniche profonde ed immediate, che riescono – almeno per ora – a marginare complessivamente bene lo strapotere dei mazzi più aggressivi (Grim Patron o Face Hunter in primis). L’introduzione di carte come la citata Ondata di Cura o di altre, neutrali, che vanno a curare con un quantitativo ragionevole di punti gli eroi, rallentano in modo evidente il ritmo impartito dai cosiddetti “aggro decks“, lasciando un po’ di spazio in più ai giocatori più conservatori o meno esperti.
Diciamo che, proprio a voler trovare il pelo nell’uovo, quello che sembra mancare è un collegamento più evidente tra la tematica e gli avvenimenti che fanno da cornice all’espansione e le effettive meccaniche introdotte. Il Gran Torneo è divertentissimo e profondo, al punto da soddisfare i giocatori abituali del titolo Blizzard. Tuttavia, non si ha mai l’impressione di essere nel mezzo di un torneo cavalleresco, e partita dopo partita l’atmosfera che si respira è quella classica del titolo, che di medievaleggiante (almeno nel senso inteso dal titolo) ha poco. Inutile sottolineare che si tratta di una marginalità secondaria all’interno del prodotto intero, che offre ancora una volta una direzione artistica strepitosa nella realizzazione delle carte. Alcune di queste saranno al limite dell’esilarante – ma non sottovalutatele, potreste pentirvene seriamente.
In Conclusione …
Se l’obiettivo di Blizzard era quello, permetteteci di dirlo, di mescolare le carte in tavola, con Il Gran Torneo il colosso californiano c’è riuscito ragionevolmente bene. La seconda espansione ufficiale di Hearthstone, partendo da una base che definire solida è pressoché riduttivo, riesce ad evolvere una giocabilità eccellente andando semplicemente ad inserire due meccaniche inedite, tanto semplici quanto profonde. E se, almeno per chi vi scrive, l’utilizzo della Giostra appare un po’ troppo risicato (8 carte su 132, forse, sono un po’ pochine), è con Intuizione che lo sviluppatore mira a rivoluzionare il gioco. L’attacco “secondario” che si scatena ogniqualvolta l’eroe usi la propria Special, infatti, dona un nuovo livello di tatticismo alle sfide di Hearthstone. Non basterà più infatti tenere in considerazione le capacità standard dei Servitori che il nostro nemico ha schierato, ma anche delle minacce secondarie che possono derivare dall’Intuizione. E alcune di queste, lo ripetiamo, sono così devastanti da poter ribaltare un esito già scritto all’apparenza.
Il Gran Torneo, complessivamente, è soltanto l’ultima conferma positiva della bontà di lavoro dei ragazzi di Blizzard. Certo, non serve molto tempo per capire che, stavolta, l’enfasi è stata data prima alle potenzialità delle carte per poi ricamarci attorno una storia dalle tinte medievali (l’Ispirazione non è così cavalleresca come meccanica, mentre il parallelo tra questa Giostra e quella medievale è un po’ forzato). Tuttavia, le meccaniche funzionano alla perfezione, e il risultato finale a cui si approda è il medesimo: più ci giocherete, più carte vorrete nel vostro mazzo. Voi ne sarete più che soddisfatti, il vostro portafoglio un po’ meno…
Voto: 8/10
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