hitman
02 Feb 2017

Hitman: La Prima Stagione Completa – Recensione

Sei missioni, cinque continenti, una dozzina di bersagli critici coinvolti in un complotto internazionale di proporzioni così grandi da allertare nientemeno che l’Agenzia. Questi sono soltanto alcuni degli ottimi numeri di Hitman, acclamato ritorno del leggendario Agente 47 sotto i riflettori che contano. Un ritorno in grande stile con un’ avventura, a metà strada tra il nuovo e il reboot, capace di convincere appieno pubblico e stampa specializzata nell’arco dei dodici mesi appena trascorsi. Un successo nato da un azzardo: quanti, a ben vedere, avrebbero scommesso anche un solo nichelino sulla fortuna della formula episodica, che tanta gloria ha regalato a Telltale ma così poco sembrava prestarsi alle gesta del sicario più celebre di questo medium? Un azzardo riuscito, ad un anno di distanza, con un risultato persino al di sopra delle aspettative: sei missioni principali, centinaia di contratti online creati dagli stessi giocatori, bersagli elusivi disponibili per un lasso limitato di tempo e, non ultimi, i famigerati “Sei di Sarajevo”. Se dovessimo limitarci alla quantità, chiudendo per un istante gli occhi su una qualità comunque di altissimo livello, impossibile non giudicare l’operato di IO Interactive un successo a 360 gradi.

Anche perché, è bene sottolinearlo, sulla qualità di questo Hitman non si discute. Certo, non stiamo parlando di un’opera priva di difetti: una tecnologia incerta nelle fasi iniziali e una narrazione coinvolgente fino a tre quarti, che si diluisce eccessivamente in un finale veloce che altro non fa se non aprire uno spiraglio ad una già praticamente certa Stagione 2, penalizzando – entro certi limiti – il giudizio complessivo sull’operato di 47. Operato che, è bene sottolinearlo ancora una volta, rappresenta quanto di meglio nello scorso anno ha saputo regalare la combinazione di open word, stealth e quel pizzico di action che non guasta mai. Un cocktail che, dovesse esservi sfuggito nell’anno da poco concluso, è da pochi giorni disponibile in formato fisico in una versione contenente non solo (quasi) ogni cosa uscita ad oggi, ma anche un paio di novità succulente di sicuro interesse. Preparate ancora una volta abito, cravatta e corda di pianoforte: si torna in scena.

Parlando di gameplay, il nuovo ciclo di Hitman eredita in modo evidente gran parte delle meccaniche utilizzate nell’ottimo Absolution: l’interazione con l’ambiente, la possibilità di creare diversivi verso cui attrarre le altrui attenzioni, le classiche dinamiche stealth che in molti, già nella passata generazione, hanno apprezzato. Cambia la gestione dell’Intuito, non più consumabile come nel precedente episodio ma ora utilizzabile liberamente: una semplificazione rispetto ai canoni tradizionali per i giocatori più severi alla ricerca di sfide intense, ma indubbiamente una mossa ragionevole per allargare il bacino d’utenza il più possibile, abbracciando anche chi sia meno avvezzo allo stealth più tradizionale.

hitman

La re-interpretazione dell’Intuito non esaurisce certo le novità di questa prima stagione: superato lo scenario del Prologo, un livello dichiaratamente lineare volto a rendere il giocatore consapevole delle potenzialità del proprio alter ego e, proprio per questo, necessario al doveroso apprendimento delle meccaniche base, il world design di Hitman si rivoluziona, stupendo il giocatore con scenari open world interamente esplorabili (non senza ostacoli a rendere tutto più complicato, questo è chiaro) che nascondo al proprio interno numerose possibilità. Lo spazio delle soluzioni possibili per una data missione, infatti, rappresenta il punto di forza maggiore di questo rinato franchise: ciascun obiettivo può essere eliminato in una miriade di modi diversi, alcuni suggeriti dallo stesso sviluppatore (che, se completati, sbloccheranno apposite Sfide e annesse ricompense), altri dettati dalla voglia di osare e improvvisare del giocatore. Studiare i movimenti avversari, notare punti di interesse nella location, avvantaggiarsi dal comportamento di alcuni NPC diventano dunque fattori chiave nel gameplay di Hitman, che mai come ora sembra voler donare una totale libertà tattica al giocatore.

Ne consegue, ed è evidente, che l’esplorazione rappresenta un aspetto focale nelle meccaniche ludiche dell’Agente 47. Una componente vitale, capace essa stessa di suggerire nuove strategie – ad esempio origliando una chiacchierata tra due NPC foriera di interessanti indizi – o di indirizzare, di volta in volta, il tiro del nostro alter ego dopo aver letto qualche prezioso documento. Il tutto senza dimenticare le possibilità di omicidio accidentale che le location offrono: enormi lampadari sospesi su un’affollata passerella da sfilata, cisterne pericolosamente vicine a cornicioni, macchinari capaci di solleticare la fantasia perversa degli aspiranti sicari. C’è un intero mondo da esplorare, insomma, da sperimentare con curiosità e attenzione, seguendo almeno inizialmente il tracciato scavato dallo sviluppatore per poi abbandonarlo e tracciarne uno assolutamente personale: una grandezza, quella di questo Hitman, che getta le basi per una rigiocabilità stellare. Non sarà infatti così raro concludere una missione e decidere di affrontarla nuovamente, magari variando il punto di ingresso o il modo con cui si è abbattuto l’obiettivo. Essere silenziosi, non lasciare tracce e abbandonare la location lontano da occhi indiscreti dopo aver eliminato l’obiettivo in un modo spettacolare, influiranno positivamente sulla valutazione della missione, premiando il giocatore con un livello di Professionalità via via crescente.

L’esplorazione rappresenta un aspetto focale nelle meccaniche dell’Agente 47.

Quanto appena detto appare in modo evidente negli episodi meglio riusciti del sestetto, Sapienza in primis ma anche Hokkaido o il difficilissimo Colorado: una rigiocabilità stellare, un world design sontuoso, un ventaglio di possibilità così aperto da rendere moralmente obbligatorio un altro playthrough, giusto per vedere “come sarebbe andata se”. Del resto, difficile fare affidamento sulle sole routine comportamentali dei nemici, che reagiscono in modo fulmineo alle nostre azioni (specie a difficoltà più elevate) rendendo necessario un oculato cambio di programma. Programma che, inutile dirlo, è destinato a cambiare più volte in una semplice run: le opportunità, del resto, sono dietro l’angolo, e basta essere sufficientemente curiosi e attenti per coglierle.

hitman sapienza

Per maggiori dettagli sul gameplay e sugli aspetti tecnologici di ciascuno dei sei episodi, che abbiamo sviscerato a dovere al momento dell’uscita, vi invitiamo a visitare questa pagina – da cui consultare ciascuna recensione in modo più dettagliato. Soffermiamoci ora sulle novità di questa Prima Stagione Completa di Hitman, disponibile in una steelbox da collezione dallo scorso 31 Gennaio. Di carne al fuoco aggiuntiva non ne manca certo: si parte dall’aggiunta di tre mission pack aggiuntivi, i primi due (rispettivamente The Icon e A House Built on Sand) disponibili al download la scorsa estate come Summer Bonus e il terzo, Landslide, scaricabile a partire dal day one. In quest’ultima missione, che ci accompagnerà ancora una volta lungo le soleggiate vie della splendida Sapienza, il nostro obiettivo sarà Marco Abiatti, un politico corrotto dal passato di imprenditore tornato alla propria città natale per diventarne (più o meno legalmente) sindaco. Il ritorno ad una delle location più iconiche di questa stagione non deve tuttavia trarre in inganno: in occasione del Festival del Paese, infatti, l’intera piazza è stata trasformata in un enorme mercato, con tanto di palcoscenico fronte porto dove sarà tenuto un concerto. Inutile sottolineare come le aumentate misure di sicurezza, in un contesto molto affollato, rappresenteranno un problema non da poco per 47: il tutto, senza dimenticare che alcune aree di gioco, prima inaccessibili, potrebbero offrire spunti interessanti per portare a termine la missione.

Sarà inoltre disponibile al download il REQUIEM Blood Money Pack, add on di sicuro interesse per i sicari più nostalgici che potranno indossare il leggendario completo bianco di Blood Money e ricorrere ad armi di tutto rispetto, come la pistola con silenziatore ICA cromata e l’esplosivo Biancapapera – il cui ritorno, in molti, stavano attendendo da tempo. I possessori di PS4 e PS4 Pro potranno cimentarsi ancora una volta con i delicati contratti relativi ai famigerati Sei di Sarajevo; la colonna sonora originale del gioco e il documentario “The Making of Hitman“, che narra l’evoluzione del gioco dal primo annuncio all’E3 2015 alla propria forma finale, sarà invece disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme. Dulcis in fundo, questa edizione speciale conterrà tutti i Contratti e le Modalità Escalation disponibili ad oggi dal lancio del titolo: il tutto a favore della rigiocabilità e della longevità del titolo, che proprio nelle Escalation metterà alla prova le abilità degli aspiranti assassini con sfide al limite dell’impossibile.

Sulla qualità di questo Hitman non si discute.

Discorso diverso per i Bersagli Elusivi, missioni speciali disponibili (una volta connessi online) per un breve periodo che danno al giocatore una sola chance di portare a termine l’obiettivo, pena il fallimento irreversibile del contratto. Per ovvi motivi non sarà possibile accedere alle missioni rilasciate dallo sviluppatore sino alla fine di gennaio: tuttavia, già dalle prossime settimane saranno disponibili nuovi bersagli anche per i possessori di questa Prima Stagione Completa. Ma cercate di non farvi prendere dalla fretta: quando si ha a disposizione una sola chance di riuscita, anche l’errore più leggero può dimostrarsi fatale.

Chiudiamo l’elenco delle novità di questa Stagione con l’introduzione di un nuovo livello di difficoltà, ribattezzato per l’occasione Professionista. Una volta raggiunto il livello 20 di Professionalità di un qualsiasi scenario tra quelli disponibili (eccezion fatta, per motivi abbastanza evidenti, per il Prologo) sarà possibile affrontare nuovamente la sfida appena conclusa innalzando ulteriormente l’asticella della difficoltà. A livello Professionista non solo la salute di 47 andrà a rigenerarsi molto più lentamente del normale, ma l’Intelligenza Artificiale nemica subisce una rapida impennata, rendendo un’impresa titanica riuscire a muoversi indisturbati senza attrarre a sé indesiderate attenzioni. O senza farsi notare dalle numerose telecamere aggiunte, sicuramente più silenziose degli NPC ma non per questo meno problematiche. In tutto questo, l’autosalvataggio verrà disabilitato e il giocatore dovrà farsi bastare un solo salvataggio per missione. Foste alla ricerca dell’ “esperienza Hitman” più pura e appagante, insomma, pare proprio che ora l’abbiate trovata.

Conclusioni

Che in molti auspicassero un ritorno memorabile dell’Agente 47 nella generazione corrente, a ben vedere, non è affatto un segreto. In pochi avrebbero tuttavia predetto un risultato come quello raggiunto da Square e IO Interactive: un risultato caratterizzato da vendite non eclatanti, questo è vero, ma capace di dare nuova linfa vitale al genere dello stealth innestandone i canoni più tradizionali e avvincenti in una dimensione, quella dell’open world, foriera di sorprese e novità. Hitman, il nuovo Hitman, è esplosivo, avvincente ed entusiasmante: la libertà decisionale lasciata al giocatore è pressoché totale, e seppur la narrazione mantenga le elevate promesse iniziali solo fino ad un certo punto, per poi sfociare in un epilogo aperto che apre le porte ad una nuova stagione, la nuova avventura dell’Agente 47 incolla allo schermo per un quantitativo d’ore pressoché indefinibile, grazie ad una rigiocabilità stellare che non si vedeva da lungo tempo.

Tra numerosi alti e qualche fisiologico basso, tra sfide Escalation da far girare la testa e Contratti personalizzati tanto divertenti quanto complicati, la Prima Stagione Completa di Hitman si lascia giocare che è un piacere: la formula episodica, seppur ora racchiusa in un unico supporto, ha dimostrato di saper funzionare alla grande se corroborata da un gameplay di caratura e una narrazione all’altezza. C’è ancora margine di miglioramento, è inevitabile, per colmare alcune leggerezze di sceneggiatura e altre piccole sbavature tecnologiche: quello che conta, alla fine di tutto, è che Hitman è tornato in forma smagliante. E che nessuno, in qualsiasi angolo del mondo si trovi, è più al sicuro.