Non senza un certo ritardo sulla propria tabella di marcia, il nuovo ciclo del sicario più celebre dell’universo dei videogiochi si arricchisce di un secondo atteso tassello. Dalla sfavillante e modaiola Parigi di Showstopper, prima missione ufficiale di 47 di cui vi abbiamo parlato in queste pagine, ci spostiamo rapidamente a Sapienza, piccolo gioiello immaginario della costiera amalfitana. Tappa in Italia, dunque, per cercare di approfondire gli intrecci segreti di una storia ad ora soltanto abbozzata, catalizzata dall’eliminazione delle due menti operanti della IAGO e destinata ad arricchirsi di intrecci e drammatici risvolti in cui, inevitabilmente, finiremo per essere invischiati.
L’offerta di Sapienza non si discosta molto da quanto visto settimane addietro in Paris: una missione principale, World of Tomorrow, e un interessante contratto Escalation. Una quantità di contenuti non propriamente eclatante, che potrebbe sembrare sin troppo esigua a chiunque, già nelle primissime ore, abbia riscoperto il feeling e il gameplay dei capitoli originali del franchise: ma quanto fatto da IO Interactive in questa gita sul litorale campano, a ben vedere, è un passo avanti non indifferente sotto ogni punto di vista. E ci lascia ben sperare per il prosieguo dell’avventura.
Sapienza, dicevamo: una piccola località di villeggiatura nascosta tra le insenature del litorale amalfitano, un’oasi felice baciata dal sole dove l’estate sembra volersi fermare più a lungo e i problemi sembrano un ricordo lontano. O almeno non per tutti: Silvio Caruso e Francesca de Santis sono due bioingegneri esperti, implicati in affari estremamente torbidi che gravitano attorno alla creazione di un Virus in grado di rilevare autonomamente il DNA di uno specifico bersaglio umano e abbatterlo. Una rivoluzione troppo pericolosa nella scienza dell’omicidio, che renderebbe possibile l’eliminazione silenziosa di chiunque da qualsiasi parte del mondo, senza muovere un solo muscolo. Assoldata dalla stessa multinazionale per la quale Caruso e de Santis lavorano, l’Agenzia spedisce il proprio uomo migliore con l’imperativo di abbattere i due scienziati ed eliminare ogni traccia del Virus. Virus che, nemmeno a dirlo, si trova all’interno di in un laboratorio segreto super sorvegliato, accessibile dalla splendida Villa Caruso. Un’impresa estremamente difficile e rischiosa anche per un Agente allenato: poco più dell’ordine del giorno, per uno come 47.
La prima cosa a saltare all’occhio di Hitman: Sapienza è il comparto tecnologico
La prima cosa a saltare all’occhio di questo Hitman: Sapienza è il comparto tecnologico: il teatro del nostro secondo contratto è estasiante, con un campo visivo che si perde sul mare all’orizzonte e un design della mappa da primo della classe. Non c’è dubbio che quella proposta da IO Interactive rappresenti la miglior mappa mai apparsa su un Hitman a memoria di giocatore: le stradine tortuose che dalla chiesa del paese scendono alla spiaggia, la piazza centrale col pozzo secolare, la Gelateria storica (dove per avere una coppetta tocca stipulare un mutuo, per intenderci) e le case, una a ridosso dell’altra per rubare più spazio possibile alla costa. Tutto è ricreato con cura e attenzione, con una scelta cromatica convincente e una direzione artistica che, inutile dirlo, sa di “bell’Italia” lontano un miglio: ci sono i turisti che oziano sulle panchine, i camerieri indaffarati ad assecondare le ordinazioni di una clientela esigente, persino il parroco del paese che se ne sta per gli affari propri lontano dalle gioie della mondanità. E poi c’è Villa Caruso, una magione mastodontica e maestosa arredata come le migliori ville Borboniche: un atrio enorme e assolato, dove camerieri e servitù sfrecciano indaffarati masticando un divertente accento partenopeo sotto l’attento occhio vigile di una sorveglianza locale (con tanto di coppola in testa, giusto per non lasciar per strada qualche stereotipo) armata di tutto punto. Un quadro idilliaco e, lo ripetiamo, estremamente convincente anche nei dettagli più banali, che vuole quasi irretire il giocatore e distrarlo dalla sua meta ultima, il laboratorio segreto. Ma tranquilli, non abbiamo certo intenzione di rivelarvi come raggiungerlo.
Rispetto a quanto visto in Showstopper, dove le generose dimensioni dell’area di gioco erano sviluppate strizzando l’occhio alla verticalità delle location, la mappa di Hitman: Sapienza offre un’esplorazione in entrambe le componenti di profondità inedita nella serie. L’area entro cui muoversi aumenta in modo evidente, un fattore che di primo acchito potrebbe sembrare controproducente nell’economia di gioco: del resto, maggiore è il palcoscenico e maggiore è il rischio di allontanarsi dal proprio obiettivo. La realtà dei fatti, però, è ben diversa, e ve ne accorgerete praticamente da subito anche solo passeggiando per le viuzze centrali. Basta porgere un minimo di attenzione ad alcuni NPC e le possibilità di attacco aumentano in modo vertiginoso: la scarsa linearità dell’episodio precedente viene ulteriormente abbattuta, rendendo di fatto questo Sapienza una sorta di open world in miniatura dove il giocatore ha la (quasi) massima libertà di agire. Non a caso, sono infatti disponibili svariati modi di portare a termine la delicata missione: travestirsi da psicologo ed entrare indisturbati in villa, ad esempio, o indossare i panni di un investigatore privato e sfruttare una stradina poco in vista per eliminare uno dei due obiettivi. Quelle appena citate rappresentano forse le alternative più comode che 47 avrà a propria disposizione – alternative che, giusto a titolo numerico, superano abbondantemente la dozzina e, in un paio di casi, rischiano davvero di slogare la mascella di chi gioca.
Inutile dire che questa multidimensionalità dell’approccio al contratto si traduce in una rigiocabilità tutto fuorché trascurabile. Contando che, almeno al primo giro, sarà necessaria all’incirca un’oretta per venire a capo dei due omicidi e dell’annientamento del virus, si finisce presto per ricaricare World of Tomorrow e sperimentare idee o intuizioni differenti. Le sfide omicidio/esplorazione sono ancora al proprio posto, e soddisfare i criteri richiesti nell’esecuzione della missione premia il giocatore con armi speciali da utilizzare in un nuovo playthrough, nuovi punti di accesso o costumi speciali. Ancora una volta, infatti, le doti di camouflage del sicario più calvo del mondo sono fondamentali, anche se il loro apporto è meno decisivo di quanto visto a Parigi. La varietà di personaggi presenti in ciascuna location (sia essa Villa Caruso, la piazza cittadina o il famigerato laboratorio) fa sì che, pur indossando un abito consono alla zona di esplorazione, esista sempre qualcuno in grado di smascherarci e mandare al diavolo la missione. Tocca dunque muoversi con la consueta cautela, sfruttando l’Intuizione di 47 e, se possibile, usando monete o elementi di scena per distrarre l’eventuale nemico armato o il fastidioso turista curioso del caso.
Per quanto concerne la componente narrativa, ancora una volta siamo costretti a rimandare valutazioni più approfondite a data da destinarsi. La narrazione specifica di Hitman: Sapienza è ragionevolmente interessante, pur non brillando per originalità, ma quello che manca ancora una volta è uno squarcio sul quadro generale. Dopo due episodi in ascesa non ci è ancora dato di sapere dove IO Interactive voglia andare a parare – con una cut scene conclusiva che, a dire il vero, riesce a rendere ancor più fumosa (seppur affascinante) una situazione già di suo ingarbugliata. Tocca aspettare ancora un paio di settimane, quando 47 sbarcherà in quel di Marrakech – dove, si spera, i numerosi tasselli di questo puzzle inizieranno ad assumere una fisionomia più interpretabile. Per lenire quest’attesa, tra la sperimentazione delle tecniche d’omicidio in Villa e i numerosi contratti online disponibili, di cose da fare ce ne sono parecchie: e questo è sicuramente un bene.
Se il nuovo Hitman era partito col piede giusto con Paris, con Sapienza compie ulteriori passi avanti. Il secondo tassello di questa spy-novel a spasso per il mondo migliora gran parte delle imperfezioni del giro precedente, aumentando in modo concorde vastità dell’area di gioco e il numero di possibilità offensive a disposizione del giocatore. Hitman: Sapienza non solo è divertente, ma offre scenari, alternative e intuizioni brillanti da sperimentare in più sessioni ripetute, facendo leva sulla curiosità di vedere “cosa accadrebbe se” e di scoprire se esiste davvero una soluzione migliore di quella trovata in precedenza. Il cammino di avvicinamento alle meccaniche originali del franchise, dove chi stringeva il pad tra le mani aveva grande libertà di azione senza dover sottostare a stringenti vincoli di linearità, evolve ulteriormente, portando in superficie un capitolo memorabile che vale tutti i 9€ abbondanti richiesti (a meno di non aver già acquistato l’intero pacchetto). A voler essere pignoli, potremmo recriminare alcune piccole imperfezioni tecnologiche, come animazioni non sempre precisissime, qualche compenetrazione che fa tanto previous generation e, cosa effettivamente evidente, dei tempi di caricamento particolarmente lunghi, usciti a quanto pare indenni dalle patch dei giorni scorsi. Difetti che hanno un certo peso, inutile negarlo, ma che non riescono a minare – almeno per ora – quello che si preannuncia un ritorno davvero in grande stile. Per ora, insomma, la natura episodica del titolo continua a convincere: ne riparleremo in Marocco. |