Si sa che l’Australia è sempre stata molto bacchettona per quanto riguarda la censura: l’ultima vittima è Hotline Miami 2, la cui classificazione è stata rifiutata dal comitato che ha il compito di revisione i giochi prima di metterli sul mercato. Nemmeno il 18+ basta secondo gli australiani per denominare il gioco, con una trama effettivamente zeppa di violenza verbale e fisica, ma pur sempre in linea con molti altri giochi all’insegna del sangue facile.
Il criterio applicato dalla National Classification Code implica che non possono essere classificati i giochi che “ritraggono, esprimono o comunque hanno a che fare con sesso, abuso di droghe e dipendenza, crimine, crudeltà, violenza o scene rivoltanti e orride che possano risultare offensive per lo standard della moralità e decenza”. Leggendola così, praticamente il 90% dei titoli in commercio dovrebbe essere bloccato.
La scena che però sembra essere al centro della questione è un presunto stupro all’interno del gameplay, dove il protagonista pare abusare di una donna, anche se la grafica non permette di chiarire i fatti. Questo rientrerebbe nei criteri scritti qui sopra, ma ancora una volta sarebbe opportuno chiedersi perché non ci sia uniformità di giudizio con altri prodotti, come ad esempio i film.
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